Parole a corda doppia
di Lorenzo Carpané
Palestra? Sì, questa è gente che va anche in palestra, di roccia. Ma che va soprattutto sulla roccia, quella vera, sul ghiaccio verticale o sulla neve fuoripista. E che è talmente brava che ha deciso di insegnare anche agli altri a farlo.
Sono i partecipanti al corso della Scuola Regionale “Renzo Zambaldi” di alpinismo, scialpinismo e arrampicata libera del Trentino, che organizza la SAT, la gloriosa Società Alpinistica Trentina, sezione del CAI.
Un corso bello tosto, il loro, perché se già non è facile andare da soli ad arrampicare o giù dai pendii innevati, insegnarlo agli altri richiede competenze e abilità non comuni.
Serve allora anche saper spiegare agli altri come si fa. Servono le parole, che accompagnano immagini, diapositive, gesti, oggetti.
Ecco perché, a conclusione del corso, una lezione è stata dedicata alle “Parole a corda doppia”.
Come scendere a corda doppia è garanzia di sicurezza, parlare e spiegare deve essere segno di quella sicurezza dell’apprendere, fondamentale per uno sport che non è per niente privo di pericoli. Ma che ha un fascino straordinario. Salire su una semplice falesia (provato!), scendere da una canalone innevato (non provato….) o risalire in arrampicata libera (manco sognato di farlo), magari su una parete delle Dolomiti (un mito): questo è quello che gli ardimentosi partecipanti andranno a insegnare.
Così, in una sera di metà novembre, nella bellissima e ricca biblioteca della SAT di Trento, abbiamo trascorso insieme un paio d’ore, a capire che le parole devono essere poche e buone (regola d’oro per tutti, in realtà), che con le diapositive non si fanno gli effetti speciali, come non si fanno nemmeno in montagna. E ancora avanti su questa traccia (sentiero, via, pista…).
Magari, l’estate prossima, verso i primi d’agosto, si può fare un giro al Rifugio Agostini, sulle Dolomiti di Brenta, dove la SAT organizza corsi di arrampicata. Avremo capito la lezione?
- On 24 Novembre 2013