Relazione, linguaggio e salute – Approfondimenti

Articoli, saggi e testimonianze che abbiamo raccolto in questi anni di ricerca.

I nostri approfondimenti.

Stranieri a colloquio

di Francesca Gagliardi

La tecnologia corre: analisi sempre più sofisticate e terapie all’avanguardia.
Ma quello fra medico e paziente continua a essere un dialogo difficile.
Eppure una buona relazione rende il paziente più consapevole, più partecipe delle proprie scelte, emotivamente più forte, e contribuisce al successo della terapia.

Giochi di parole, giochi di forza

di Alessandro Lucchini

Si può fare violenza nella salute tramite il linguaggio?
Un articolo tratto dal n. 35 della rivista Janus.

Si può esprimere violenza nella comunicazione della salute? Le parole possono esercitare una pressione indebita su persone in condizioni di debolezza emotiva, e indurre a scelte predeterminate? magari anche in modo inconsapevole, magari anche a fin di bene (e sarebbe opportuno chiedersi: il bene di chi?)?

Ridere nell’anticamera dell`inferno

di Annamaria Anelli

Antonio Valenti è infermiere professionale e lavora dal 1997 nel reparto di chirurgia dell’Ospedale Mauriziano di Torino. Il reparto è costituito da due strutture complesse: chirurgia epato-billio-pancreatica e ginecologia oncologica. Antonio è esperto in oncologia, chirurgia e area sub-intensiva: quell’area dedicata alla sorveglianza dei pazienti nell’immediato post-operatorio o con criticità cliniche tali da necessitare di continua attenzione.

Relazioni e linguaggio nel pronto soccorso

di Alessandro Lucchini

Un percorso formativo realizzato con Regione Lombardia per chi ha a che fare con la comunicazione dell’emergenza: medici e infermieri di pronto soccorso.
E una videointervista a Rita Erica Fioravanzo, psicotraumatologa.

Dove sei?

di Federica degli Ivanissevic

Quando la malattia crea un muro apparentemente insormontabile, sembra impossibile poter comunicare. Però ci sono molte strade per raggiungere l’anima delle persone.
Senza parole, con il corpo e con il cuore si possono creare, dare e ricevere emozioni meravigliose mai provare prima.
Basta ricominciare tutto dal principio, con semplicità.

Dotor, dotor, la scusi, cossa la ga dito che go?

di Angelica Salustri

Trieste, 1° dicembre, ore 18. Nella sala Predonzani nel Palazzo della Giunta Regionale, accanto a una Piazza dell’Unità d’Italia che iniziava a colorarsi di addobbi natalizi, si è tenuto il convegno-dibattito sul tema della comunicazione tra medico e paziente, e in senso più vasto tra tutti gli operatori dell’ambito sanitario.

Ospedali online

di Caterina Vitali e Cinzia Romano

Qual è l’impatto visivo del sito? com’è percepito dall’utente? 
quali servizi sono realmente offerti online? come sono organizzate le informazioni? qual è il linguaggio usato? Queste le domande che ci hanno guidato nell’analizzare i siti di alcuni fra i più importanti ospedali italiani.

Paziente e comunicazione nel sistema salute

di Guido Chichierchia e Grazia Murtarelli

Quali sono gli attori del panorama comunicativo della salute? In che modo i diversi soggetti si relazionano e scambiano informazioni?
Queste sono alcune delle tante domande e considerazioni emerse durante l’incontro “Il linguaggio della salute” che si è tenuto a Milano presso l’Università IULM il 10 dicembre scorso.

Parlare di salute: come capirsi

Mercoledì 28 maggio Alessandro Lucchini, curatore del volume Il linguaggio della salute, ha presentato il libro nell’ambito della rassegna Voltapagina organizzata da Humanitas, il grande ospedale e centro di ricerca di Rozzano, alle porte di Milano.

Condividere le scelte di salute

di Annalisa Pardini

20 maggio 2009: l’Università di Pisa si incontra con Il linguaggio della salute.Ne nasce una tavola rotonda, Condividere le scelte di salute: l'importanza della comunicazione fuori e dentro l'ospedale, man mano coriacea, sanguigna, collaborativa, aperta al futuro.

Appello in difesa della cartella clinica

di Arianna Vetrugno

In nome di un riconoscimento del nostro lavoro, io sottoscritta Derma, cartella clinica di ben dodici anni, chiedo di essere ascoltata come portavoce della categoria per esporre la nostra situazione. Vogliamo essere lette e comprese, altrimenti tutta la fatica di compilarci a che serve?

Scienza, etica e i bambini “staminali”

di Andrea Veglio

Da sempre scienza ed etica si azzuffano e si abbracciano, sorelle litigiose che si amano e si feriscono. Forti e robuste entrambe, sono figlie dell'impietosa selezione naturale. Scontro fratricida più recente, la possibilità di far nascere bambini da cellule staminali.

Francesco Francica: appunti di viaggio e di triage

Storie di vita e di relazioni umane, raccontate da un infermiere professionista.

di Lorenzo Carpané

 Complessità, organizzazione, priorità, umanità, precisione, fatalità… Concetti, astrazioni, definizioni. Crediamo di poter affrontare così la vita, cercando ogni volta di spiegarla; e cerchiamo di farlo anche per il lavoro, definendo procedure, obiettivi e metodi, schede e moduli. E va bene: possiamo farlo, lo facciamo tutti perché razionalizzare è uno dei modi che noi esseri umani abbiamo per capire il mondo, la vita, il lavoro.  Ma non è l’unico. 

Quando Lazzaro invoca la morte

"A un certo punto della vita non è la speranza l`ultima a morire, ma è il morire l`ultima speranza" (Leonardo Sciascia: Una storia semplice)

Un articolo del professor Sandro Spinsanti, tratto dalla rivista Janus.

di Sandro Spinsanti

Chiunque abbia a cuore il migliore interesse di un’altra persona, è autorizzato a procurarglielo, indipendentemente dalla volontà di quest’ultima di riceverlo? E’ una questione di vitale importanza per tutti i sistemi di pensiero che abbiano un’idea forte di ciò che è bene per l’essere umano e siano determinati a procurarglielo. A qualunque prezzo. Stiamo parlando di sistemi politici, di strutture religiose e, fatte tutte le proporzioni, di quell’impresa “benefica” che si chiama medicina. 

La vita, la morte: ad altezza di bambino

Un articolo del professor Sandro Spinsanti, tratto dalla rivista Janus.

di Sandro Spinsanti

Un’avvertenza preliminare per chi prenda in mano La vita davanti a sé, di Émile Ajar, pubblicato nel 1975: tutto è falso in questo romanzo. Eppure tutto è più vero del vero. Soprattutto a rileggerlo oggi, a più di trent’anni dalla sua pubblicazione (in italiano è disponibile nelle edizioni Neri Pozza, traduzione di Giovanni Bogliolo: un vero tour de force, considerato il linguaggio unico e irripetibile dell’originale).

Chiamatemi Care Giver

Dare un nome, per dare valore a chi si prende cura

di Silvana Bertoglio

20 novembre 2008: un convegno a Milano su un ruolo sempre più importante nella nuova società

Dove sei?

di Federica degli Ivanissevich

Quando la malattia crea un muro apparentemente insormontabile, sembra impossibile poter comunicare. Però ci sono molte strade per raggiungere l’anima delle persone.
Senza parole, con il corpo e con il cuore si possono creare, dare e ricevere emozioni meravigliose mai provare prima.
Basta ricominciare tutto dal principio, con semplicità.

Quell`orsetto con un cuore da aggiustare

di Francesco Tamburrino

Non puoi dare spazio alla malattia di prendersi anche la mente. Le deve bastare già il corpo che si è preso.
Edoardo, quattro anni, una malattia al cuore. E una favola per raccontargliela.

Non riesco a dirtelo. Scrivo

di Alessandro Lucchini

Anche la famiglia è una scena del teatro della salute.
Anche lì i suoi drammi, i suoi dialoghi, i suoi copioni.
A volte vi si scrive ciò che non si può dire. O che non si deve dire.
O che si vorrebbe, ma non si è in grado di dire.

“Toccami”

di Giancarlo Galli

Un attacco di cuore. L’emergenza, lo straniamento, il non capire.
Momenti pesanti per tutti, specie per un adolescente. 
Le parole che non ti toccano e ti lasciano da solo.

Non ti informo, tu acconsenti?

di Francesca Gagliardi

Il consenso informato: strumento per comunicare o per difendersi? 
Dovrebbe essere un momento qualificante nella relazione medico-paziente. 
Invece viene spesso relegato a momento marginale, più simile 
a un’incombenza burocratica che a un delicato punto di partenza della terapia.

Un momento, per favore

Capirsi oltre il linguaggio

di Alessandra Cosso

“Chi ha la salute, ha la speranza. E chi ha la speranza, ha tutto.”
Proverbio arabo

A volte basta pochissimo: un gesto, uno sguardo e nasce l’incomprensione. Specie nella comunicazione interculturale. Ecco perché in una società che va velocemente verso la multietnicità è importante imparare a confrontarsi senza pre-giudizi e pre-concetti. Rimanendo aperti alla diversità.

Quattro storie di donne

di Pierluigi Voi

Un sostituto che impartisce lezioni sul contagio sessuale; un chirurgo che svilisce la mastectomia a un fatto “di carrozzeria”; un dentista che opera in un teatro dell’assurdo e un medico curato da un veterinario.

La babele in camice bianco

Sei pazienti immaginari alle prese con un vero ospedale

di Silvia Frattini

Prescrizioni, referti, screening, cartelle cliniche: sono tante le insidie che si nascondono tra le mura di un ospedale. Gergo, sigle impronunciabili, tecnicismi vari che rafforzano le fondamenta di una naturale incomunicabilità. I racconti di Marco, Roberto, Valentina, Sara, Luciano, Elena e dei loro destini incrociati.

Di qua e di là della barricata

di Manuela Meriggi

Un medico vive tre situazioni speciali: in ospedale come paziente, senza che il chirurgo sappia di aver di fronte un medico; al pronto soccorso come parente, ad accompagnare la madre a una visita; in ambulatorio, dopo una visita, a riflettere sul proprio stile comunicativo.

Appello in difesa della cartella clinica

di Arianna Vetrugno

In nome di un riconoscimento del nostro lavoro, io sottoscritta Derma, cartella clinica di ben dodici anni, chiedo di essere ascoltata come portavoce della categoria per esporre la nostra situazione. Vogliamo essere lette e comprese, altrimenti tutta la fatica di compilarci a che serve?

Diagnosi precoce, silenzio e paura

di Francesca Gagliardi

Lo screening per la prevenzione del tumore al colon retto è svolto dalle Asl su indicazione del Ministero.
Con lettera a casa, i cittadini sono invitati a sottoporsi agli esami. 
Peccato che pochi rispondano, vinti dall’indifferenza o dalla paura. O da alcune improvvide scelte linguistiche.

Una tranquilla notte di paura in pronto soccorso

di Gianluca Magliocca

Premetto dicendo che il nostro pronto Soccorso è una piccola succursale della più famosa Azienda Ospedaliera Fatebenefratelli ed Oftalmico, un Pronto Soccorso da circa 27000 prestazioni annue, con la presenza di un’Unità Operativa di Pediatria, una di Ostetricia e Ginecologia e una piccola Medicina che dovrebbe trattare le problematiche della donna in gravidanza. Non c'è una Chirurgia, un'Ortopedia e tante altre specialità mediche e, cosa fondamentale, non abbiamo un posto di polizia.

La presa della pastiglia

Bruno lo Zozzo e i diritti dei bambini in ospedale

di Barbara Todisco

Ho ancora in mente la faccia del piccolo Tommaso, poco più di tre anni, che in ospedale si oppone al digiuno imposto cantando a squarciagola sulle note di Fra Martino: «un panino, un panino… din don dan… datemi un panino, solo un panino din don dan».
E a ogni camice bianco che passa chiede: «Dottore almeno un panino me lo deve dare!».
Il dottore lo guarda. Si legge sul suo viso che non sa come spiegare. Così si rivolge alla mamma: «Signora non possiamo dare niente fino a questa sera, mi dispiace».

Cappuccetto codice rosso … story

Uno spettacolo messo in scena all’Istituto Humanitas dagli studenti di infermieristica per far conoscere la propria professione a grandi e piccoli.

Resisti!

Sigaretta? Se restisti è meglio: per te, per tutti.

di Francesca Gagliardi

Nessun divieto, restrizioni, né punizioni: le Asl del Piemonte usano solo la motivazione per chiedere ai fumatori non accendere una "bionda": suggerimenti e vantaggi, facili e concreti. Così lontani dal cupo "vietato fumare"!

Si scrive screening, si legge prevenzione

La campagna di sensibilizzazione che il Ministero della salute promuove online

di Laura Passarella

Sottoporsi allo screening può essere decisivo. Alcune malattie gravi, infatti, se scoperte quando non hanno ancora presentato i sintomi, possono essere contrastate e curate perfettamente. Quando i sintomi sono manifesti, i risultati delle cure possono non essere così certi. Comunicare bene diventa fondamentale per convincere le persone a muovere il primo passo verso la prevenzione e la cura di sé.

L`ospedale del futuro si progetta con pazienti e familiari

Il centro di ematologia del Policlinico Umberto I prossimo ai lavori di restauro apre alla progettazione partecipata

di Giovanni Buy

Spazi fisici, la nuova sala d’attesa, la luce e il colore, ma anche le attività andranno definite insieme, clinici e familiari: con quale ritmo scandire i pasti, le visite dei familiari, quelle degli amici. I risultati di uno studio condotto dall`Associazione italiana contro le leucemie (Ail).

Scrivere per risparmiare

Dall`idea di un fisiatra, un modo efficace di comunicare per risparmiare. Tempo e denaro

di Lorenzo Carpané

Fino a qualche tempo fa, in una Ulss del Nord, quando un fisiatra doveva prescrivere un montascale per un paziente, prima usciva in visita domiciliare con il fisioterapista, osservavano e indicavano il tipo migliore di montascale; poi usciva il tecnico a provarlo; se non andava bene, ritornava con un altro modello. Tempi lunghi. E casi di esito non buono vicini al 30%, con varie ripetizioni della procedura.
Un giorno a un fisiatra viene l’idea di scrivere una lettera al direttore del dipartimento riabilitativo: mettendo in ordine i concetti secondo una logica persuasiva, ottiene efficienza, riduzione di spese inutili, risparmio per la collettività.