Il dubbio, di John Patrick Shanley
di Chiara Lucchini
“Non esistono verità semplici”
È la morale del film. Il tema antico e interminabile dello scontro tra tradizione e innovazione, qui sviluppato nella Chiesa, ma onnipresente nella nostra vita. Le resistenze al cambiamento dovute all’arroccarsi sulle proprie posizioni, vivendole come certezze rassicuranti. La pericolosità del pettegolezzo, dell’insinuazione, del giudizio basato su emozioni e non su fatti, su una visione imprigionata dentro i propri schemi mentali e le proprie rappresentazioni. E l’opportunità di accettare alcuni stravolgenti paradossi: per esempio, che l’unica costante della vita è il cambiamento, e quindi l’unico elemento certo è l’incertezza.
«Che fate quando vi sentite insicuri?», esordisce padre Flynn nel suo primo sermone, all’inizio del racconto. «Il dubbio può essere un legame tanto forte e rassicurante quanto la certezza».
Ecco il tema centrale.
Film del 2008, scritto e diretto da John Patrick Shanley (già Premio Oscar nel 1987 con la sceneggiatura Stregata dalla luna), Il dubbio è l’adattamento cinematografico del suo omonimo dramma teatrale, vincitore del Premio Pulitzer nel 2005.
Una chiesa, una suora, un prete
Siamo nel 1964, nel Bronx. Padre Flynn insegna in una scuola cattolica, la cui preside è Sorella Aloysius. Si scontrano due personalità molto diverse, due metodi di insegnare e di relazionarsi ai ragazzi opposti: Aloysius è severa e rigida, cerca di mantenere metodi all’antica; Flynn cerca invece di avvicinarsi ai ragazzi.
Quell’anno, per la prima volta, è stato ammesso alla loro scuola uno studente di colore, Donald Miller. Aloysius lo tratta con diffidenza, mentre Flynn cerca di integrarlo, causando però il sospetto di preferirlo agli altri, in modo quasi morboso.
Sorella James, giovane e ingenua suora e insegnante della scuola, nota che il rapporto tra padre Flynn e Donald Miller sta assumendo toni preoccupanti. Un giorno, durante una sua lezione, Flynn chiede un colloquio privato con Donald. Quando il ragazzo torna in classe ha un’espressione strana, è spaventato e il suo alito puzza di alcol. Ore dopo, Sorella James osserva padre Flynn inserire una maglietta nell’armadietto di Donald. Insospettita, la giovane suora rivela i suoi timori a Sorella Aloysius.
Con il pretesto di parlare della recita di Natale, la preside convoca padre Flynn nel suo studio, rivelandogli i suoi sospetti e chiedendogli delle spiegazioni. Flynn invita Aloysius a non immischiarsi e fa per andarsene, ma lei dice di voler andare a fondo. Messo alle strette, Flynn rivela la sua versione: Donald era stato visto da un inserviente bere il vino dell’eucarestia, e lui lo aveva convocato per rimproverarlo; il ragazzo aveva pianto, per paura di non poter più servire la messa come chierichetto. Flynn aveva deciso di non parlarne a nessuno per aiutare il ragazzo.
Sorella James crede al prete e si dice sollevata da questa versione, ma Aloysius nutre ancora molti sospetti e afferma: «Lo distruggerò». «Come fa a essere così sicura che stia mentendo?», chiede Sorella James. «Esperienza», risponde secca lei.
Aloysius vuole andare fino in fondo alla questione, e convoca la madre di Donald Miller. «Sono preoccupata del rapporto fra padre Flynn e sui figlio, che possa non essere corretto. (…) Quello che mi preoccupa, in tutta franchezza, è che padre Flynn possa aver fatto delle avance a suo figlio. (…) Non ne ho la certezza. (…) Credo che i miei sospetti siano fondati», spiega la preside. Ma la donna la prega di lasciar perdere la questione: «Senta sorella, io non voglio avere problemi».
Nonostante non abbia prove, Aloysius va avanti sulla sua strada e convoca Flynn per un confronto. Quest’ultimo insiste nel sostenere che tra lui e il ragazzo non sia successo niente. Aloysius gli racconta che, insospettita dal fatto che lui abbia cambiato tre diverse parrocchie in pochi hanni, ha telefonato alla sua ultima chiesa e una suora gli ha rivelato dei precedenti nella storia di padre Flynn. «Lei non ha nessuna prova, neanche una», dice Flynn. «Ma ho le mie certezze», risponde Aloysius. Incapace di sostenere le accuse della preside, Flynn accetta il suo ultimatum e rassegna le sue dimissioni.
Dopo l’ultimo sermone di Flynn come parroco in quella chiesa, Sorella Aloysius siede da sola in giardino. Sorella James la raggiunge. Aloysius sembra avere vinto, ma poi racconta di quando ha detto da Flynn di aver telefonato alla sua precedente parrocchia, ma non era vero.
«Le dimissioni sono state la sua confessione. Lui era quello che credevo io. E se n’è andato. Nel perseguire il male, ci si allontana sempre da Dio, ma c’è un prezzo da pagare. Sorella James, io vivo nel dubbio (piange). Io ho un atroce dubbio».
Dubbi che non si sciolgono
Il dubbio è un film statico: pochi personaggi, poche ambientazioni e una ripresa piuttosto convenzionale. La sua forza sta nei dialoghi e nell’interpretazione degli attori protagonisti, Meryl Streep e Philip Seymour Hoffman, ossia Sorella Aloysious e padre Flynn.
Si muovono come fossero sul palco di un teatro, affrontandosi in tanti confronti a viso aperto. Ognuno attacca l’altro e difende se stesso e le proprie convinzioni.
Tutto si svolge in ambienti chiusi, il perno dell’opera sono i dialoghi: l’essenziale per un’opera teatrale. Ma Shanley non si ferma a questa sua prima idea, ma la trasforma in una sceneggiatura aggiungendovi tutto ciò che a teatro non era rappresentabile visivamente. Quando padre Flynn, durante il secondo dei tre sermoni che scandiscono il film, che parla della fascinosità del pettegolezzo, inventa l’immagine delle piume che riempiono l’aria, lo spettatore vede ciò che i personaggi semplicemente ascoltano e immaginano: è la potenza del cinema.
Il film propone il tema dello scontro tra tradizione e innovazione all’interno dell’istituzione ecclesiastica, ma questo tema si sviluppa su livelli molteplici e più stratificati.
I due rivali, Flynn e Aloysius, si contendono l’anima della giovane e ingenua Sorella James. Il parroco rappresenta il futuro, il progresso, il cambiamento. La preside il passato, il regresso, la staticità.
Il film insinua nel pubblico una serie di dubbi, che nemmeno alla fine si sciolgono.
Sorella Aloysius non ha alcuna prova, ha solo le proprie certezze avallate dai pettegolezzi di Sorella James: emette giudizi frettolosi, basati su emozioni e non su fatti, valuta una situazione molto delicata e insolita, basandosi solo sui propri schemi mentali e sulle proprie rappresentazioni. Ma il pubblico si chiede: padre Flynn ha veramente molestato Donald Miller? Perché ha cambiato tre parrocchie in così poco tempo? Nasconde qualcosa? Perché si dimette se non ha nessuna colpa? La reazione del prete è ambigua. Sembra che tutti i personaggi presentino zone d’ombra, nessuno ha mai la certezza di nulla. Anche Aloysius, la donna dalle “certezze granitiche”, alla fine viene colta da un atroce dubbio.
Il film lascia allo spettatore il dubbio: in certi momenti sembrano emergere elementi che inchiodano il prete, in altri giustificazioni che lo scagionano. Ma l’incertezza regna sovrana.
Il film invita ad accettare alcuni paradossi: per esempio che l’unica cosa che resta costante è il cambiamento, o che l’unica cosa certa è l’incertezza.
Premi e riconoscimenti
Il film ha ottenuto cinque candidature agli Oscar nel 2009: per l’intero cast Meryl Streep, Philip Seymour Hoffman, Amy Adams e Viola Davis, e per la miglior sceneggiatura non originale.
- On 20 Dicembre 2017