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Parole note e parole nuove: la convention Previmoda (*) a Rimini

di Elia Perboni

E nella testa mi gira un pensiero, va e viene e si ripete insistente come un loop, s’insinua anche mentre vedo scorrere la scritta Barilla sull’autostrada: vai a Rimini e non sai che cosa ti aspetta. O meglio, sai che suonerai seduto sulla tua scatola di legno perché stai viaggiando con un’auto piena di strumenti. E chi viaggia con te quegli strumenti li prenderà in mano. C’è Alessandro (Lucchini), c’è Chiara (Fanchin), una quota degli HLVS. E là ci aspetta Paolo (Carmassi).

                                                                                                                                 Tutto torna, e, fin qui, le certezze. Ma, penso, ci aspettano anche tante, tantissime altre persone. E mica le conosciamo tutte. Eh già. C’è la convention dentro un grande albergo. Salone con gli schermi, le slide, le bottigliette d’acqua, le caramelle.
 
«Buongiorno, fatto il check-in?» Intorno c’è Rimini. Beh non riesco a non pensare a lei. Rimini intendo. Quella di Fellini, il Grand Hotel, magico, esagerato e bellissimo, surreale come piacerebbe ancora oggi al “maestro”. È sera e sulla grande terrazza coppie russe ballano con la musica degli Abba. La Rimini dei “gelati e le bandiere” di De André. Quella del “mare d’inverno” di Ruggeri.

Maestro, “restringiamo il campo” e rivediamo la sala piena di sedie vuote. Prepariamo gli strumenti, i microfoni, «prova prova!». Quelle sedie saranno presto occupate. Che facce avranno gli occupanti? Come ci guarderanno? Che cosa succederà? Sai che potresti trasmettere e ricevere emozioni. Ma quelle vere, mica le azioni a comando. Serve empatia. Sai che ci saranno parole. Impressioni di settembre.

Prendiamo ad esempio i referenti di una convention, Previmoda: racconteranno di un mondo operoso, di organizzazione, di scelte, di mercato, di Europa: esperienze, numeri, futuro, meccanismi motivanti. E noi? Anche noi abbiamo motivi. E parole. Accidenti la sala è piena. Vai Ale, rompi il ghiaccio. E si va con il ritmo, cerchiamo sintonia. Cerchiamo di accendere canali di comunicazione, di farci aprire la porta, di lasciarci entrare.     

Qualche volto imperturbabile, qualche espressione di scetticismo e molti sorrisi benevoli. E noi proseguiamo con “parole-note”. Raccontiamo in musica storie, dialoghi, conflitti, come quello tra un padre e un figlio (Father & son), parliamo e ascoltiamo di “quello che le donne non dicono”, di confronto e armonia (Redemption song). E poi le ragioni del cuore (Pena de l’alma). E di quella sana disponibilità a mischiarsi col dolore, con i sentimenti più crudi, perché dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fior.

Ci siamo. Luce verde. Contenuti e messaggi girano attraverso le emozioni, il gioco, la condivisione. E la mattina successiva, mentre là fuori una palla di fuoco spunta dal mare, si costruiscono nuovi dialoghi.                                                              Per imparare a conoscere le regole, non sempre scritte, della comunicazione. Imparare a conoscerci («Ma quanto gesticoli, appartieni forse alla tribù dei visivi?»), saper entrare in contatto con il mondo che ci circonda superando resistenze e, soprattutto, decodificare il linguaggio degli altri. Serve per attrarre un interlocutore, per creare armonia, costruire ponti. Per conquistare fiducia. 

Ma anche, e soprattutto, serve a trovare equilibrio e dialogare con chi ti sta vicino. Con gli attori della nostra quotidianità. Forse anche con noi stessi.

(*) Previmoda è il fondo pensione complementare per i lavoratori del settore moda.

==========================>>>>>>>>> VIVE VOCI
Impressioni di partecipanti alla convention Previmoda

Grazie, penso a nome di tutti i referenti e gli iscritti, anche per il servizio impeccabile che ci fornite quotidianamente, per la cortesia, per l’amore che mostrate per il vostro lavoro! Vi voglio bene.
Gigi

Una convention che ha guardato da tutte le angolazioni, anche con spazi ludici che creano aggregazione e fanno gruppo. Molti organizzatori di convention “grigie” dovrebbero venire a scuola da noi smiley
Roberto

Grazie per i tre giorni che ci avete regalato, importanti, interessanti e anche divertenti. Siete riusciti a far diventare un convegno informativo piacevole e interessante.
Roberta

Aver potuto conoscere colleghi con i quali scambiare informazioni e momenti divertenti ha arrichito il mio bagaglio di esperienza e la mia persona.
Egle

Mi sarebbe piaciuto filmare la lezione, perché l’ho trovata eccezionale. Grazie del vostro supporto, è un piacere collaborare con voi.
Giancarlo

Esperienza indimenticabile. Un abbraccio sincero e pieno di emozioni.
Giorgia

Ho sempre creduto nel potere delle parole, poiché queste ti lasciano segni invisibili, segni che puoi vedere e sentire solo tu. Le parole sono musica, sono dolcezza, sono amore, sono emozione: le parole donano felicità, ma sanno anche spezzarti il cuore, se mal interpretate. Siete riusciti unire le persone con le vostre “parole in musica” e con “la musica delle parole”: ogni singolo individuo si è sentito parte del gruppo, abbiamo condiviso la felicità del momento, emozionandoci.
Alice Benini, Previmoda

E già al suon della prima nota il muro era caduto. In una sola serata siete riusciti a svestirci dei nostri ruoli, toglierci dall’imbarazzo e regalarci un sorriso dopo l’altro. Avete creato armonia e reso il nostro gruppo ancora più unito e affiatato. Davvero una bellissima serata! Un grazie a voi, al vostro lavoro e alla vostra professionalità
Consuelo Montanari, Previmoda

                                             

 
 
 
  • On 1 Ottobre 2016
Tags: elia perboni, Palestra della Scrittura, parole note e parole nuove: la convention previmoda (*) a rimini, perboni elia

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