Giornalisti in prima E
di Francesca Gagliardi
Scrivere: non dote di natura, ma tecnica che si può imparare
Lettere dipinte su quadernoni a larghi quadri: fila di A, fila di B, fila di C.
Stampatello, corsivo e stampato. Stanghette in ordine, e poi regole, regole, regole.
CA, CU, CO: acca, no!
CE e CI: acca sì!
E la N che scappa se incontra P o B, come a volte la matita scivola via dalle dita.
“Non è semplice studiare in prima elementare. Stare attenti, fermi e concentrati. E limitare la fantasia per sottomettersi al rigore dell’ortografia e della disciplina.
Con tutte le cose che i bambini sanno! Intelligenti e acuti ogni giorno siedono al banco col desiderio che il sapere venga loro svelato, scoperto, donato.”
Parola di Loredana. Ci credo.
Maestra di mia figlia, ci fermiamo dopo la scuola a chiacchierare un momento. Progetto dell’anno: realizzare un notiziario di classe e partecipare a un concorso indetto dal giornale “Avvenire”.
Un giornale vero, dalla A alla Z: redazione, impaginazione, stampa.
Da giornalista, mi si apre il cuore.
Con il suo fare irresistibile, Loredana coinvolge piccoli e grandi in progetti che sanno guardare lontano. “Ho già tutto” mi dice. “Articoli e disegni fatti dai bambini. Mi piacerebbe saperlo impaginare per bene”.
Accetto: impaginiamolo in Xpress e vediamo come viene.
Il risultato è molto gradevole: “La Gazzella della 1ª E“. E anche se non ci aggiudichiamo il computer in palio, i ragazzi sono entusiasti del loro giornale. Questo basta a Loredana per tentare un rilancio. E mi invita a raccontare ai bambini come si scrive un articolo.
Chi ben comincia…
Per scrivere un buon articolo ci vogliono tre ingredienti: un buon inizio, un buon argomento, un bel finale. E di questi tre, il primo e l’ultimo sono quelli più delicati.
Come volare: quand’è che vi fanno allacciare le cinture di sicurezza se siete in aereo? Al decollo e all’atterraggio. Come quando scrivete.
Cominciare a scrivere non è così immediato come sembra: io ho cambiato l’inizio di questo articolo 7 volte, prima di scegliere quello definitivo, e se siete arrivati fin qui, la scelta finale era buona!
Cominciate a mettervi nei panni del vostro lettore: mica tutti ci leggono benevoli come mamma e papà! Occorre trovare un modo per attirare la loro attenzione. Il gancio di Capitan Uncino è, allora, proprio quello che ci serve per agganciare il nostro lettore.
Quando, poi, avete avviato i motori, raccontate quello che avete da dire in modo chiaro e semplice e, per finire, concludete in modo avvincente, così che il lettore rimanga con un buon ricordo di voi.
Parliamo della struttura del testo, delle 5W, di Cicerone e i suoi insegnamenti di retorica, di chiarezza e semplicità per non dare nulla per scontato. Un corso di comunicazione efficace (PDF compresso con WinZip; 1,14 MB) in pillole. Utenti: alunni della 1ª E, Scuola elementare Quadronno; età media: 6 anni.
La magia della scrittura
Ma il vero segreto è la passione: il piacere di scrivere per farlo, senza pensare a valutazioni e voti.
Come assaggiare la magia della scrittura?
Giocando con le parole, che domande!
I bambini conoscono il modo attraverso le parole del racconto, veicolo essenziale e innato di crescita. La loro fantasia si libera e restituisce a chi sa ascoltare il loro mondo personalissimo e magico, fatto di desideri e paure, invenzione e immaginazione, vita.
Allora facciamo un gioco: noi siamo dei cuochi e abbiamo degli ingredienti. Sono 4 parole con cui dobbiamo preparare una storia, usando gli attrezzi adatti: una struttura chiara, coerente, un buon gancio, le 5W e così via.
Scegliamo a caso le parole e scriviamole sulla lavagna.
SACCO FIORI APE e ZANZARA
E adesso spazio alla libertà: scegliamo il soggetto e lasciamo che esso ci conduca attraverso la sua storia. Diamo un ordine di apparizione alle parole, teniamo le idee più carine per iniziare e concludere il percorso, cerchiamo di vedere le cose da un punto di vista diverso. Per i bambini, un gioco da ragazzi!
È la tecnica del clustering, parte di quel trittico fondamentale per scrivere qualsiasi testo: pre-writing, free-writing e re-writing.
Cominciamo.
Chi è il soggetto della nostra storia? Cosa fa? Di che umore è? Cosa dice? E a chi?
L’importanza delle domande.
La classe intera si anima e ciascuno offre il proprio contributo. Ecco la storia che i ragazzi hanno inventato in meno di un quarto d’ora.
C’era una volta un’ape che si sentiva molto triste perché aveva scoperto di essere allergica ai fiori.
Avete capito bene: allergica ai fiori. E per un’ape non è mica cosa da poco. Niente profumo di fiori, niente colori di rose e, soprattutto, niente nettare da succhiare.
Era proprio triste.
Se ne andava gironzolando nei pressi di una risaia e lì incontrò una zanzara. L’ape e la zanzara diventarono buone amiche. E la zanzara le suggerì una dieta alternativa: le risaie producono tante piantine deliziose con tanti chicchi che gli uomini sbucciano e fanno diventare bianchi. Li chiamano chicchi di riso e gli uomini li impacchettano in sacchi di tela.
L’ape avrebbe potuto sfamarsi con un sacco di riso.
Fu la prima ape della storia a seguire un regime alimentare alternativo.
Luisa Mattia, brillante autrice di romanzi per l’infanzia e profonda conoscitrice della scrittura creativa dei bambini, invita ad ascoltare con attenzione i bambini per capire il loro mondo: sfaccettato e multiforme, usa tutti i sensi e non viaggia su binari piani. Con le modalità del gioco, il bambino comincia a raccontare e a porre le sue grandi domande.
Come quella con cui mi salutano alla fine dell’incontro: quando ne facciamo un altro?
Un lampo negli occhi della maestra Loredana, un sorriso. Sarà presto.
Vuoi saperne di più?
http://www.luisamattia.com
http://www.pnl.info/corsi.aspx?IdSc=CorsoPnlBambini&Id=222
- On 21 Giugno 2006