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al cor gentil

10 pensieri sulla comunicazione gentile

Autore: Palestra della scrittura | Ed. 2021

Fino all’apparizione dei primi rivoluzionari versi stilnovisti la condizione sociale si riteneva coincidesse con la condizione spirituale. La gentilezza di chi per nascita apparteneva alla nobilitas implicava qualità morali e comportamentali positive come il garbo, la grazia e la cortesia. Infatti gentilezza è dal latino gentilis e indica l’appartenenza a una gens, a una famiglia patrizia.

In nessuna epoca della storia umana questo è mai stato
vero: la gentilezza è uno dei possibili modi per relazionarci
con gli altri sapiens e col resto del creato, e quando è genuina è un ottimo modo per farlo.

E allora possiamo conservare gli aspetti migliori di quel si
gnificato originario, come il senso dell’amabile, del dolce,
come il condividere con gli altri reciproci doveri di assistenza e difesa, o il tenere un comportamento fraterno anche con persone che magari nemmeno conosciamo. Per far risplendere la nobiltà dell’animo. Per essere empatici.

Poiché la gentilezza è un atto comunicativo, vediamo come possiamo far sentire bene le persone che vivono con noi, al lavoro e più in generale nella vita, ricordandoci che, come non vediamo i colori tutti allo stesso modo, così ognuno di noi ha un modo personale di comunicare e di percepire il mondo.

Per essere gentili, dunque, serve una comunicazione gentile.
Ecco il perché di questi pensieri sulla comunicazione gentile e 10 buoni motivi per farlo.

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