
La gestione del cambiamento
Cosa faresti se non avessi paura?
di Gabriella Rinaldi
Una delle poche certezze della vita è che il cambiamento è inevitabile perché coinvolge la vita umana da sempre e costantemente. Quando siamo di fronte ad una svolta lavorativa, relazionale o personale possiamo assumere due atteggiamenti:
- resistere e aggrapparci ai vecchi schemi mentali che non funzionano più, alimentando paura e frustrazione (vedi Sheldon Cooper)
- accettare il cambiamento come parte integrante della nostra esistenza e lasciare andare un po’ di sicurezza, nell’attesa di crescere e consolidare nuovi schemi funzionali ai nostri obiettivi (vedi Albert Einstein)“La misura dell’intelligenza umana è data dalla capacità di cambiare quando è necessario” A. EinsteinCuriosamente, pare che l’ideogramma cinese della parola crisi sia formato dai simboli grafici pericolo e opportunità. Non sono un’esperta, ad ogni modo è uno spunto per pensare che con una buona strategia possiamo allenarci a percepire con consapevolezza sia i rischi che i vantaggi di una trasformazione, affrontando la situazione con un certo equilibrio.La nostra società è complessa e in continua evoluzione dal punto di vista sociale, politico ed economico. Il cambiamento è all’ordine del giorno soprattutto perché la tecnologia modifica il nostro modo di vivere e il futuro sembra essere un grande punto interrogativo. Mai come ora, però, perdere la sfida del cambiamento significa perdere l’occasione di sopravvivere.Tempo fa una persona mi ha consigliato la lettura di un breve saggio di Spenser Johnson che si intitola “Chi ha spostato il mio formaggio? Cambiare se stessi in un mondo che cambia in azienda, a casa, nella vita di tutti i giorni.
Il racconto è una parabola sui cambiamenti che avvengono nella vita e sulla necessità di percepirli con prontezza invece di subirli passivamente.La storia è l’avventura di due topolini, Nasofino e Trottolino, e di due gnomi, Tentenna e Ridolino, che vivono in un labirinto e ogni giorno devono partire alla ricerca del Formaggio. Un bel giorno riescono a trovare il formaggio ideale in fondo a un corridoio. Se all’inizio tutti e quattro sono pronti a correre ogni mattina verso il corridoio, col passare del tempo i due gnomi iniziano a prendersela comoda: ormai conoscono la strada e pensano che il formaggio non possa mai finire. I due topini invece non modificano le loro abitudini, ogni mattina arrivano di corsa al deposito e fiutando cercano il loro formaggio.Un giorno il formaggio non c’è più.
Tentenna e Ridolino, che ormai avevano assunto l’arroganza tipica di chi è convinto del suo successo, si disperano per l’accaduto perché per loro trovare il formaggio non significa solo soddisfare un bisogno, equivale ad una più alta idea di vita e di felicità.
Al contrario, la scoperta non sconvolge i due topolini che avevano notato da tempo che il formaggio diminuiva e sarebbe finito. Per loro la soluzione era molto semplice: la situazione era cambiata, quindi anche loro dovevano cambiare senza perdersi in analisi troppo approfondite.
Ridolino, dopo un primo momento di sconforto, si convince che le cose possono cambiare. Così si mette di nuovo in cammino nel labirinto e lascia delle scritte sui muri, in modo che Tentenna possa convincersi a seguirlo. Quando ormai sembra che il suo peregrinare sia destinato a non aver fine, Ridolino trova il Nuovo Formaggio e riporta sul muro tutto ciò che ha imparato durante il suo viaggio:
IL CAMBIAMENTO E’ INEVITABILE
Ci sarà sempre qualcuno che sposterà il formaggioPREVEDI IL CAMBIAMENTO
Sii pronto quando il formaggio viene spostatoCONTROLLA IL CAMBIAMENTO
Annusa spesso il formaggio, così ti accorgi se diventa vecchioADATTATI RAPIDAMENTE AL CAMBIAMENTO
Quanto più rapidamente abbandonerai il vecchio formaggio, tanto prima gusterai quello nuovoCAMBIA
Spostati con il formaggioAPPREZZA IL CAMBIAMENTO!
Assapora il gusto dell’avventura e goditi le delizie del nuovo formaggioSII PRONTO A CAMBIARE RAPIDAMENTE E A FARLO CON GIOIA
Ci sarà sempre qualcuno che sposterà il formaggioIl racconto è solo un racconto, ma dà una misura di quanta strada possiamo fare dal momento in cui ci rendiamo conto che l’oggetto delle nostre paure non è mai tanto spaventoso come lo immaginiamo. Possiamo pensare che un cambiamento sia dannoso e quindi opporvi resistenza, oppure possiamo credere che trovare il “formaggio nuovo”, possa aiutare ad accettare con gioia il cambiamento e a sopravvivere.
La nuova consapevolezza arriva dal rendersi conto della strada percorsa e di ciò che ci circonda, senza però irrigidirci nella sicurezza di chi ha raggiunto i propri obiettivi e non si apre più alle possibilità del futuro.
Tutto dipende da ciò che decidiamo di credere.
Ti interessa sapere come gestire il cambiamento?
In Palestra della Scrittura ci alleniamo al cambiamento prima che avvenga, con il metodo di narrazione prefigurativa. Dalla tecnica del come peggiorare, per studiare tutti i rischi che ci minacciano e ridefinire l’obiettivo, allo scenario oltre il problema, per guardare oltre il presente e immaginare il cambiamento già avvenuto. Fino a pianificare la nostra storia di cambiamento. (Puoi leggere di più qui: “Futuro Anteriore”: Il Change Management Firmato Palestra. Le Tecniche Di Narrazione Prefigurativa Per Allenarsi A Un Cambiamento, Prima Che Avvenga )
Organizziamo corsi di formazione classici oppure progettati su esperienze specifiche, cioè sulla definizione dell’obiettivo finale e dell’intero percorso. Ci rivolgiamo ad aziende ma organizziamo anche corsi rivolti a realtà eterogenee oppure percorsi di coaching individuale. In ciascuno di questi casi il metodo di Palestra della Scrittura è pratico e interattivo: tutto ciò che sperimentiamo in aula può essere applicato sin da subito.
- On 12 Ottobre 2020