Parole appese: i ragazzi, le parole, l’altezza
di Lorenzo Carpané
A forza di citarlo, corriamo il rischio di essere noiosi? Forse, ma pazienza! È che c’è poco da fare, se le cose, lui, le ha già dette. Insomma, che si possa leggere a pancia in giù, a gambe in su, per terra, in piedi e nelle posizioni più strane, l’ha già detto lui, appunto. Cioè Calvino.
Il bello però, e lui ne sarebbe felice, è andare avanti su questa strada e immaginare, che ne so, di far scrivere a piedi in su.
Detto, fatto. Giusto qualche giorno fa a Vezzano (pochi chilometri a sinistra di Trento, guardando in su naturalmente).
Seconda edizione di Parole Appese: bambini e ragazzi intenti a giocare con l’altezza, su e giù per una parete attrezzata, con le corde, sulle corde; che poi si sono ritrovati a scrivere storie di fantasia sulla montagna e a metterci l’emozione dell’altezza. Chi facendo finta di essere Balotelli, chi Superman, chi SpongeBob e altri tanti personaggi dei cartoni o della realtà. Ma tutti messi lì, su per i monti. E scritti a piedi in su, su una parete, quella della palestra.
Tutto per far scrivere, come è l’intento di Montagna(v)ventura, il concorso di narrativa per ragazzi e giovani dagli 11 ai 26 anni che ha dato vita all’evento.
E che storie sono venute fuori! Per leggerle, tenetevi aggiornati sul sito di Palestra o sulla pagina facebook di Montagnav(v)entura.
Ragazzi, giovani, meno giovani: guardate il video. Questa non è una esercitazione!
- On 18 Novembre 2013