Digital democracy in campo letterario: quando i lettori riscrivono le storie
Lo confesso. Quando iniziai a leggere per la prima volta i Promessi sposi (era qualche anno fa, giusto un paio 🙂 ) dopo le prime pagine, mi immaginavo che Renzo prima o poi l’avrebbe ben incontrato quel lestofante di un don Rodrigo. E che gliel’avrebbe fatta pagare.
di Lorenzo Carpané
Mi chiedevo anche in che modo l’avrebbe fatto. Un duello all’alba dietro al muro delle Carmelitane scalze (un classico da Dumas)? Un agguato modello Tex Willer? No, meglio ancora, un assalto popolare, in cui Renzo si erge a condottiero per far vincere l’amore e la giustizia. E che finisce con Lucia che lo bacia appassionatamente sulle rovine fumanti del Palazzaccio. E se accanto a loro due saltasse fuori Dracula a spaventarli, accompagnato da una Cenerentola in versione dark? Wow!
Certo, meno male, diranno i lettori ortodossi del romanzo, che la storia Manzoni l’ha fatta andare avanti in maniera diversa.
Allora non lo sapevo, ma ora invece sì, che stavo facendo della Fan fiction, cioè stavo entrando nella narrazione di una vicenda, di un personaggio talmente forte che la storia originale non basta più a “capire” cioè a tenere dentro la storia stessa.
Se ne parla su Repubblica di domenica 6 maggio, in un articolo a firma di Elena Stancanelli e di quell’altro linguista di razza che Stefano Bartezzaghi.
Ne viene fuori il panorama variegato di questa narrativa che porta a ri-creare le storie più famose, o a vestire i panni (realmente! come fanno in Giappone) di eroi ed eroine, specie del cinema.
Una mano enorme la sta dando anche la rete, dove, per il proprio personale diletto, molti propongono queste ri-creazioni, magari in forma social.
I puristi della poesia e della narrazione potranno forse scandalizzarsi; ma pensiamo invece a quanto bello è che ciò accada: significa che in molti di noi esseri umani, incapaci di inventare storie davvero nuove, come solo i geni sanno fare, amiamo a tal punto l’arte del racconto che ci immedesimiamo, ri-viviamo a modo nostro le grandi avventure di grandi (o meno grandi) personaggi.
È anche questa creatività, fantasia, vita. D’altronde quante volte lo facciamo, anche nella vita quotidiana, di utilizzare, in forma di metafora, di esempio le storie che la letteratura ci offre adattandole ai nostri bisogni? E quante volte lo facciamo di prendere le storie che altri umani come noi ci raccontano e inserirci dentro anche noi?
Questa è la vita, bellezza, potremmo risponderci. Prendere le storie, quelle in cui ci rispecchiamo, e farle nostre, in qualche modo. E trasformando le storie trasformiamo anche noi, perché ri-vivere le storie non è mai un’operazione a costo (o a rendita) zero.
Quanto ci piace tutto questo? Un sacco e una sporta, come diceva la mia nonna.
– Toc toc!
– Chi è?
– Sono cappuccetto rosso nonna, con la mia sporta di mele!
– Sei da solo?
– No, nonnina, è venuto anche Geppetto con me!
– Ma non doveva andare su quel ramo del lago di Como?
– Forse sì nonnina, ma lo sai che è un pochino smemorato… e poi comunque si era sbagliato ed era andato a quello di Costanza
– No! Davvero? È andato a trovare Peter Camenzind?
– Sì sì, ma poi si era accorto che un po’ tristanzuolo ed è tornato in Italia, passando per Varese.
– E lì cosa ha fatto?
– È finito a un convegno della Palestra?
– Parlavano di Amore e Ginnastica?
– No nonnina, di scrittura.
– Anche di storie?
– Certo, ma non solo, anche di lettere
– Davvero? E c’era anche Jacopo?
– Jacopo chi?
– Ortis! Non lo conosci?
– Sì, ma quella è un’altra storia…
- On 6 Maggio 2012