R&B: i batteristi sono i più intelligenti?
di Elia Perboni
Che ne sapevo io, a 15 anni, folgorato dalla batteria, che il ritmo sarebbe stato compagno importante della mia vita? Che ne sapevo io che lo strumento in questione, ma soprattutto chi lo suona, sarebbero diventati oggetto di studi presso l’Università Karolinska di Stoccolma e quella di Umea, sempre in penisola scandinava?
Non me ne vogliano i chitarristi, cantanti, e altri ma questa è una grande rivincita per chi sta con il proprio strumento nelle retrovie, quello che vabbè fa un po’ di casino, che ci vuole… Invece lo studio su ritmo e intelligenza al quale accenna Pj magazine ha analizzato attraverso un test 34 volontari tra i 19 e i 49 anni, tutti senza alcuna esperienza musicale. Conclusione: le persone con la migliore nozione ritmica hanno ottenuto i risultati più significativi nel test.
E ancora: è la dimostrazione che esiste un legame tra l’intelligenza, la concezione del ritmo e la parte del cervello responsabile della risoluzione dei problemi. Sì, problem solving. Il ritmo, se coltivato, è palestra, allenamento per la mente (ma pure fisico), razionalità (misure, battute…) e creatività (accenti, interpretazione…) e accende scambi continui tra emisfero sinistro e destro del cervello.
Ho imparato negli anni quanto il ritmo sia anche organizzazione, dominio del tempo. Andare a tempo è sinonimo di stare al passo. Con gli altri. Una formazione musicale ha nel ritmo il suo incedere.
Buttiamo lì la citazione di un certo Mozart: «La musica è il ritmo realizzato per mezzo del suono”. E ritmo come metafora. In qualsiasi organizzazione, struttura, ufficio, la necessità di ottimizzare il tempo (dominio) e la possibilità di raggiungere il medesimo obiettivo assieme (passo) sono lo specchio di ciò che accade nell’azienda più creativa e al contempo rigorosa che esista: l’orchestra e tutte le sue declinazioni. Dove un capo riconosciuto, il direttore, e i professori operano durante l’esecuzione in perfetta armonia: il capo-direttore è con loro, indica il percorso, anticipa i passaggi, condivide e si prende, responsabilmente, applausi o fischi.
Nella struttura musicale il ritmo è l’ossatura e il motore che spinge, rafforza. Il ritmo fa muovere il corpo, fa ballare, interagire al medesimo passo. Immaginiamo una stazione ferroviaria vista dall’alto: snodi, intrecci, scambi, velocità, rallentamenti. Ma ognuno ha un proprio binario, preciso, sicuro.
Ma tutto questo non è un po’ freddo, meccanico? Noi non siamo macchine, c’è il cuore (frequenza media 80 battiti al minuto, in aumento con le emozioni) che ci aiuta. Sta a noi dominarlo, e organizzarlo, il tempo. Soprattutto allenandoci, con gli altri.
Questi temi ti incuriosiscono?
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- On 24 Marzo 2014