Le parole sono importanti!
Riflessioni dopo una lezione sulla comunicazione nelle relazioni istituzionali
di Chiara Lucchini
«Deve capirti il lattaio dell’Ontario», diceva Montanelli.
Semplicità, semplice. Dal latino sine-plica, senza piega. Semplificare significa quindi, nel suo significato etimologico, togliere le pieghe.
Quando scriviamo, spesso, complichiamo. Aggiungiamo pieghe ai testi.
Negli ultimi mesi abbiamo lavorato molto, in Palestra della scrittura, sulla semplificazione del linguaggio, per esempio semplificando polizze assicurative che, per definizione, semplici non sono.
Il 22 settembre ho partecipato a una lezione di un master del Sole24Ore, a Roma, tenuta da Camillo Ricci, socio e amministratore delegato di EPR Comunicazione, agenzia di relazioni pubbliche con sede a Roma.
Al master erano presenti una ventina di studenti, la maggior parte laureati in giurisprudenza, scienze politiche o economia.
Il tema era Le relazioni con i media nella comunicazione istituzionale.
La prima parte della lezione si è svolta su questi temi: il panorama dell’informazione e le leggi che lo regolano, la comunicazione pubblica, la rivoluzione digitale (il web 2.0), gli operatori, le fonti.
E poi la missione dell’ufficio stampa, che è quella di ottenere la massima considerazione da parte dei giornalisti su ciò che l’azienda o l’ente intende comunicare; l’ufficio stampa assolve verso i giornalisti la stessa funzione che il marketing assume rispetto ai consumatori. Un buon ufficio stampa conosce: le abitudini dei lettori e degli ascoltatori; i dati di distribuzione e di vendita; le aree geografiche di distribuzione. E soprattutto sa valutare l’importanza di un media rispetto al proprio target.
E ancora: la conoscenza dei media, la gestione dei rapporti con i media.
Camillo, parlando con i ragazzi, ha sottolineato le due abilità fondamentali nel mondo del lavoro oggi: la scrittura e l’inglese.
E io che, in questi ultimi mesi passo la maggior parte del tempo a scrivere, e mi sto impegnando per perfezionare il mio inglese, mi sono un po’ rincuorata.
Gli studenti hanno poi manifestato un interesse verso casi concreti dell’agenzia di Camillo: c’è stata quindi interazione, la lezione si è trasformata in un dialogo. Così Camillo ha iniziato a raccontare alcune esperienze di EPR: dalle Poste Italiane al Vaticano, per poi passare alla sua esperienza politica giovanile.
I momenti più belli e più coinvolgenti della lezione sono stati proprio questi.
Dalle slide, quindi, all’interazione con gli studenti: è emersa la forza dello storytelling, l’importanza del racconto, dell’aneddotica. Gli studenti hanno mostrato interesse e hanno fatto domande.
Siamo partiti parlando di scrittura, e parlando di scrittura vogliamo concludere.
La scrittura può essere uno strumento per migliorare la qualità delle relazioni.
A proposito di relazioni, al master ho conosciuto Andrea, che poi mi ha contattato e mi ha chiesto di leggere un suo articolo su Linkedin che parla proprio di questo. Andrea riporta i risultati di una ricerca di di Harvard, i cui ricercatori hanno dimostrato che non sono i soldi, la carriera o la fama a fare la differenza per una buona qualità della vita, ma sono invece le relazioni durature e di qualità.
Come diceva Moretti in Palombella Rossa, «chi parla male, pensa male e vive male».
«Chi scrive male, pensa male e vive male», noi potremmo parafrasare.
- On 20 Ottobre 2017