Complicare è facile, semplificare è difficile

La citazione è di Bruno Munari e lei è Sonia Montegiove: si definisce una iperattiva da sempre e nella vita fa l’analista programmatore, la formatrice e la redattrice di Girl Geek Life.
L’ho intervistata perchè scrive bene e con passione e perchè leggendo con costanza Girl Geek Life (post su Fb e articoli sul sito) ho imparato tanto.
L’ho intervistata perchè è una di quelle persone che ti sembra di conoscere da una vita.
[sulla scrittura]
Ho letto il tuo “Manuale di sopravvivenza del giovane (e vecchio) formatore” e l’ho trovato molto interessante. Perché tu parli e scrivi come parliamo noi della Palestra della scrittura. Tu sei un’informatica, ma scrivi – so che quel “ma” è sintomo di un pregiudizio 🙂 – in maniera molto chiara, sintetica ed efficace. Spiegaci il tuo segreto.
Leggo volentieri autori che hanno uno stile di scrittura lineare, fresco. Ed è forse per emulazione che quando scrivo cerco la stessa semplicità che a me piace leggere. Gli informatici si fanno prendere la mano dal tecnicismo e finiscono a volte con il voler spiegare le cose dando per scontata la comprensione di termini “di settore”. Questo è un errore che ho visto praticare anche ai formatori. Un linguaggio complesso, troppo forbito o eccessivamente tecnico non fa altro che alzare una barriera, escludere, non lasciare spazio al dialogo. “Complicare è facile, semplificare è difficile” scrive Bruno Munari. Cercare semplicità in quello che diciamo e scriviamo è una sfida. Una sfida che raccolgo volentieri sempre.
[sulle qualità di un buon formatore]
Mi ha molto colpita come descrivi il tuo modo di parlare e di agire in aula: per noi tutti della Palestra “accogliere” chi viene a imparare è quasi una missione. Vuoi vedere che le parole e i bit in fondo in fondo si assomigliano?
Nella mia esperienza di formatore posso solo dire di aver avuto molto più di quello che ho dato. Entrare in aula significa mettersi in discussione, aprirsi al confronto con le persone che si hanno di fronte, partire dalla convinzione che si devono creare le condizioni migliori per favorire l’apprendimento. Il rispetto di un’aula composta di adulti si conquista così: con la competenza, la semplicità del linguaggio, il sorriso, l’apertura, la capacità di ascoltare e capire, l’umiltà necessaria a criticarci ogni volta che c’è qualcuno che non ha compreso ciò che abbiamo spiegato.
[su donne e tecnologia]
Tu fai parte della redazione di Girl Geek Life che io personalmente adoro perché credo che un gruppo di amanti della tecnologia messe insieme, tutte donne, sia un’opportunità importantissima di crescita per le donne in generale. Sul vostro sito e sulla vostra pagina Fb si impara tanto. Com’è il rapporto donne-tecnologia nel nostro Paese?
Gli ultimi dati Istat mettono in evidenza come negli ultimi anni le donne connesse siano aumentate di molto, nonostante non si sia ancora raggiunta la parità con gli uomini. La cosa più importante da leggere, però, è che quando le donne scoprono Internet non se ne staccano più: commentano, partecipano, condividono. Ed è per questo motivo che l’obiettivo principale di Girl Geek Life è proporre una informazione legata alle nuove tecnologie che sia interessante e accessibile a tutte. Questo non significa rinunciare a fare informazione tecnica, ma solo proporre argomenti di ICT usando un linguaggio semplice, che fa ricorso all’ironia, che linka ciò che ha bisogno di approfondimento e soprattutto che si riferisca a ciò che le donne cercano nelle nuove tecnologie: alleati per organizzare al meglio la propria vita.
[su come avvicinare i bambini alla tecnologia]
Che cosa si potrebbe fare secondo te per avvicinare e interessare alla tecnologia bambini e, soprattutto, bambine? Se vuoi puoi partire dalla tua esperienza di mamma geek!
A differenza di quanto si possa immaginare, come mamma geek spingo i miei figli a giocare all’aria aperta, lontani da pc, tablet e smartphone. C’è un tempo per ogni cosa, non credo che avvicinarli da molto piccoli sia utile.
Un ruolo fondamentale, invece, ce l’ha la scuola. Una scuola che dovrebbe modificare radicalmente il modo di fare lezione, ma che invece si pensa possa diventare 2.0 grazie a quattro lim destinate a prendere polvere. Se non si formano adeguatamente gli insegnanti, pensando in modo errato che i nativi sono digitali e quindi comprendono al volo tutto ciò che è tecnologico, si commette un grave errore. La consapevolezza nell’uso delle tecnologie manca. Manca ai nativi digitali come ai loro genitori.
E la consapevolezza fa solo rima con conoscenza.
Grazie Sonia!
Qui trovate l’intervento della redazione di Girl Geek Life al Festival Internazionale del Giornalismo di Perugia.
- On 28 Aprile 2013