In principio erat verbum aut numerus?
di Alessandro Lucchini
Palleggiando tra linguaggio, matematica e social network.
Un grande vantaggio dei social network, per chi scrive, è che buona parte del pezzo lo fanno i lettori. Nooooo, dai, cos’hai capito, non è che i giornalisti non servono più. È che l’interazione social è ben più semplice, vivace, e quindi più proficua delle antiche lettere in redazione.
Qualche giorno fa, per esempio, abbiamo lanciato qui un annuncio per selezionare 11 giovani poi da allenare e inserire nella nostra squadra di formatori. Mia figlia Marta, testa matematica, mi chiede perché proprio 11. Bah, le dico, fa squadra. E lei: ah, sì, poi è un palindromo, ed è un numero primo. Eh, certo, vuoi che non l’avessi pensato anch’io?
Poi medito sui nessi tra linguaggio e matematica. Infiniti. Mi viene in mente che il primo numero è anche un articolo. Che il Verbum – che erat apud Deum – è quello che segna ilprimailduranteildopo, cioè lo scorrere del tempo, dei giorni, delle ore, dei minuti: numeri. Che in qualunque testo, legge, slide, brochure o programma politico, gli elenchi numerici tengono l’attenzione più dei bullet o delle virgole. E che Noam Chomsky, il più grande linguista del mondo, è un matematico.
E senza chiedermi troppo se siano argute o banali, queste poche cose le scrivo sul mio profilo. Poi chiedo, a chi venisse in mente qualche nesso simpatico, bizzarro, evocativo, tra matematica e linguaggio, se per cortesia me lo scrive nei commenti.
E in poche ore arrivano belle idee. Eccone alcune.
Angelo Nespoli: Una tra le tante prove che tre sia il numero perfetto è che è l’unico la cui espressione verbale corrisponde al contenuto numerico.
Elena Bona: I numeri, come le parole, servono agli esseri umani per dare un ordine e un’apparente comprensibilità al caos della vita, per illudersi di carpire il senso. Assegnare un numero a una realtà, fuggente e terrorizzante, equivale al raccontare. Ma la scelta del numero 11 invita all’ordine e allo stesso tempo al disordine: 11 dice che, per entrare a far parte dei collaboratori, non bisogna essere perfetti, ma pronti a intraprendere un viaggio nello spazio e nel tempo (11 è il numero assegnato a Urano, pianeta leader nella fantascienza, 11 è il numero del primo viaggio sulla luna), desiderosi di affrontare un cambiamento (nei Tarocchi è la Forza). Eccetera.
Silvia Orso: Un nesso è l’uso della cifra in luogo della parola o del suono che le corrisponde e che la nomina: 6 pronto? 4 you. 20 di guerra. B2B. Poi i modi di dire: è successo un 48, un pezzo da 90, regole 0. E… ciò che ne deriva non mi tange.
Fiorella Buzzi: Il sillogismo sta alle parole come l’equazione sta ai numeri (e intanto che c’ero, ho scritto una proporzione).
Titti Soncini: Mi viene in mente che i numeri hanno le virgole e che tra i numeri, come tra le parole, le virgole fanno la differenza. E poi ci sono le parentesi (che decidono l’ordine di lettura delle espressioni) e le potenze che fanno da punto esclamativo!!!
Bianca Borriello: A me è venuto in mente 44 gatti, 150 la gallina canta, esce il sole con 3 cavalli d’oro, 3 civette sul comò, ci son 2 coccodrilli e 1 orangotango… (mi sa che passo troppo tempo alla scuola materna).
Il libro di Hans Enzensberger Il mago dei numeri racconta la storia di un ragazzo che non ama la matematica. Una notte gli appare in sogno un ometto rosso che gli propone straordinari giochi con i numeri. Il ragazzo esplora i sistemi numerici, capisce leggi e meccanismi che li governano, incontra Pitagora e Archimede, e scopre che la matematica non è quella cosa noiosa che a volte tocca studiare a scuola, ma un’avventura entusiasmante.
Dieci anni fa ho avviato una ricerca dal titolo La magia della scrittura, oggi scaricabile gratis in pdf.
Il magico nesso tra numeri e linguaggio va indagato ancora. Chi avesse altri guizzi, per favore può scrivermeli qui: alessandro.lucchini@palestradellascrittura.it
Grazie di cuore.
- On 9 Dicembre 2013