Una vita in pole position: a lezione da Ayrton Senna
di Francesca Patton
«Permettimi di farti una domanda difficile. Considerando il numero complessivo di volte in cui gli altri campioni del mondo si sono scontrati durante una corsa con altri piloti, tu negli ultimi 36-48 mesi ti sei scontrato più degli altri piloti e campioni messi insieme.»
Jackie Stewart, l’ex pilota automobilistico britannico, tre volte campione del mondo di Formula 1 e improvvisato giornalista, pose questa domanda nel 1990 ad Ayrton Senna. Ayrton aveva appena vinto il suo secondo titolo mondiale di Formula 1 e suscitato delle polemiche circa la sua rivalità con Alain Prost.
Jackie gli rivolge una domanda capace di insinuare che egli avesse vinto il titolo mondiale in maniera poco corretta, avendo causato diversi incidenti e messo così a rischio l’incolumità sua e degli altri piloti.
Una domanda da oppositivo, vale a dire colui che palesemente manifesta una resistenza squalificante (è il tema centrale dei libri Centropagine Il linguaggio dell’accordo > abstract e Budo & Business > abstract ).
E Ayrton Senna ne conosceva di oppositivi. Egli stesso lo era stato con Alain Prost.
E questa è la risposta di Ayrton Senna:
«Mi sorprende che proprio tu mi ponga questa domanda, Stewart, perché hai tanta esperienza e conosci bene il mondo delle corse. Dovresti sapere che essere un pilota d’auto da corsa vuol dire rischiare di continuo, essere un pilota di auto da corsa significa che gareggi con altre persone, se non provi più a inserirti quando vedi un’apertura non sei più un pilota d’auto da corsa, perché siamo tutti in competizione, in competizione per vincere, la nostra motivazione principale per gareggiare è vincere, non arrivare quarti o quinti o sesti».
Da campione qual era, sfrutta la scia che Jackie Stewart gli ha lasciato, vale a dire quell’ostentata conoscenza dei fatti sulla Formula 1. Ayrton ribalta contro Jackie e lo colpisce con la sua stessa arma. E poco dopo, a seguito di una seconda provocazione di Stewart, sferra il colpo decisivo ribadendo il concetto e sostenendo con i fatti, ossia le sue vittorie, l’irrilevanza di ogni tipo di confronto basato sulla provocazione iniziale. Tutto godibile nell’intervista-documentario sulla vita di Ayrton Senna.
Ero ancora una bambina quando sentii parlare per la prima volta di Ayrton Senna. Non sapevo bene cosa fosse la Formula 1, cosa la velocità e le gare. Non conoscevo ancora molto della vita e degli uomini. Ma ora, a distanza di vent’anni, dopo aver partecipato a qualche battaglia quotidiana, riscopro in Ayrton Senna un grande uomo prima ancora di un favoloso pilota.
- On 12 Maggio 2014