Dizionario minimo delle generazioni
Da tempo collaboriamo con Mediobanca e StartupItalia su una rubrica dal titolo Dentro le parole. Tra le molte riflessioni sul potenziale delle parole, abbiamo ragionato anche sul confronto tra età diverse e sugli stereotipi che possono seguirne, sfociando magari in discriminazioni e svalorizzazioni: l’ageismo, appunto.
Qui abbiamo raccolto una lista di parole che potrebbero far sentire “straniere” generazioni semplicemente diverse. Noi di Palestra della scrittura le copriamo tutte, quindi abbiamo realizzato questo Dizionario minimo delle generazioni per conoscere meglio il linguaggio di ciascuna generazione e fare esercizio di scambio.
Come tutti i dizionari, anche questo non si sogna di proporre un modello di lingua, né di dare suggerimenti: vuole solo raccontare come vengono usate le parole per una minima rappresentatività.
Boomers
A – B – C – D – E – F – G – H – I – J – K – L – M – N – O – P – Q – R – S – T – U – V – W – X – Y – Z
Ai miei tempi: testimonia l’istinto di confrontare le brutture di oggi con le bellezze di ieri.
Appalto: la tabaccheria. Deriva dall’antica natura dei sali e tabacchi, che erano “in appalto”
Balzare: marinare la scuola
Baioso: vestito e acconciato da discoteca (occhialoni, ciuffo per i maschi). Deriva dal nome di una disocoteca di Rimini. Detto in senso negativo
Bidonare: disattendere un impegno o una promessa (dare pacco, paccare, dare buca).
Bighellonare: perdere tempo oziando in giro.
Bigiare: marinare la scuola (per i milanesi)
Blue-jeans: i comunissimi pantaloni di tela a 5 tasche, che facevano tanto “operaio” e “di sinistra”.
Buono a nulla: incapace (spregiativo).
Campacavallo: espressione di sfiducia nell’avverarsi di qualcosa, spesso accompagnata da uno sventolio nell’aria di una mano (dal proverbio “campa cavallo che l’erba cresce”, che in realtà sarebbe un invito a essere pazienti nell’attesa di qualcosa).
Canna: uno spinello
Carosello: pubblicità trasmessa dopo il TG delle 20. E poi tutti a letto (i bambini)
Caspita: espressione polivalente (stupore, meraviglia, impazienza, risentimento…), ricca di numerose varianti (cavoli, ciumbia, cribbio, mannaggia, perdinci…), oggi generalmente sostituita dall’invocazione di alcune parti specifiche del corpo umano.
Celerino: membro della divisione Celere della polizia, sempre presente alle manfestazioni
Ciao: il motorino che prima o poi abbiamo avuto tutti (giallo senape ad esempio)
CIP: ciclostilato in proprio. Lo si doveva scrivere nei volantini. IL cilostile era un modo per riprodurre documenti prima delle fotocopie
Comperare: è quella “e” in mezzo che fa drammaticamente boomer.
Complesso: niente a che fare con la psicologia: era il gruppo musicale, la band.
Cotta: innamoramento per qualcuno/a magari visto una sola volta
Cioè: intercalare all’interno di una frase, messo a caso, per prendere tempo
Cuccare: prendere, ricevere. Dal pacco del corriere alla ramanzina (cazziatone). Più spesso usata nel senso di “rimorchiare” un ragazzo o una ragazza, adescare una preda.
Debosciato: sfaticato, infiacchito dal vizio.
Deca: un biglietto cartaceo da diecimilalire
Discoteca: luoghi chiusi rari, pochissimi, in cui andare dalle 21 alle 24 a ballare
Ditta: è l’azienda di ogni tipo, dalla fabbrichetta di famiglia alla multinazionale.
Dunque: intercalare all’interno di una frase, messo a caso, per prendere tempo
Ebete: persona stupidotta, di scarsa brillantezza intellettuale.
Eskimo: indumento necessario per farsi riconoscere di sinistra
Farsi: assumere sostanze stupefacenti
Flexare: vantarsi di qualcosa
Fusto: maschio aitante, di gran bella presenza.
Gamba: le 100mila lire. Mezza gamba = 50mila lire. Slang marcatamente milanese, ma divenuto nazionalpopolare.
Ganzo/a: dicesi di persona ritenuta “forte”
Gettone: necessario per telefonare dalla cabina telefonica. Perennemente difficile trovarli
Golfino: maglia o maglione di colore un po’ fiacco, comodo da tenere anche sulle spalle in caso tiri “un po’ di arietta”.
Giubbino: il giubbotto, ma un po’ democristiano, non certo il “chiodo” o altri capi più aggressive.
Incavolato: arrabbiato, ma senza dare in escandescenza.
Joint: uno spinello
Joe Condor: personaggio della pubblicità (Carosello Ferrero) che a ogni avventura concludeva con “e che, c’ho scritto joe condor?”, diventato modo di dire (in alternativa a “che c’ho scritto giocondo?”)
Ladrata: oggetto o servizio dal prezzo molto (troppo) alto.
LP: Long Playing. Disco in vinile con solchi in cui venivano incisi suoni (album). GIrava a 33 giri al minuto sul giradischi, con una puntina nel solco che “estraeva” il suono (non saprei come dirlo in modo più poetico)
Macho: vedi “fusto”.
Manigoldo: delinquentello, persona di poca affidabilità. Anche con una vena di simpatia.
Marchette (metterle giù): pagare i contributi
Matusa: persona anziana, che non può certo capire (con le varianti: anzianotto/a, avanti con gli anni, di una certa età, e simili).
Mettersi in tiro: vestirsi eleganti
Mezzi: slang milanese per “mezzi di trasporto pubblici”. (Vai in macchina o con i mezzi?)
Millino: banconota da mille lire
Mitico! Qualcosa o qualcuno eccezionale
Nisba: “no”, “niente”, “nulla”. Es.: ma Marco ti ha detto se viene? Nisba
Osè: audace, eccessivo, sia in senso stretto, di buon gusto, sia in senso lato.
Paccare: non rispettare un impegno, dare buca, balzare
Paglia: sigaretta. “Passami una paglia”
Paninaro: negli anni ’80 indicava le persone giovani che si vestivano allo stesso modo, con indumenti e accessori costosi (timberland alte e piumini) e che frequentavano fast food
Pastasciutta: la pasta con un sugo qualsiasi, che comunque si distingua dalla “brodaglia” delle minestre.
Pattine: panni da mettere sotto le scarpe e con cui scivolare sui pavimenti di marmo appena lucidati (onde non lasciare segni ed evitare quindi le ire materne)
Pera: l’atto di drogarsi di eroina utilizzando una siringa
Pomiciare: scambiarsi effusioni.
Posteggio: è lo spazio destinato alla sosta di veicoli vari. Ma il senso comune è quello soggettivo, ossia il disagio dell’automobilista che gira per lungo tempo senza trovarlo.
Pula: la polizia
Pullover: vedi Golfino
Piantare: lasciare, mollare, scaricare il/la partner (mi ha piantato per un altro)
Pulotto: poliziotto
Questurino: poliziotto in borghese
Randa: uno sbandato, un “randagio”
Reclam: la pubblicità di ogni tipo sui mezzi tradizionali, affissione, TV, radio, carta stampata.
Ringrazia, saluta, lascia il posto: le raccomandazioni tipiche ai figli, propri o anche degli altri, generalmente ricambiati da lunghe sbuffate o gesti poco gentili.
Rondò: niente a che fare con la musica. È la rotonda che smista il traffico a un incrocio stradale, che ha sostituito gran parte dei semafori.
Ruspante: genuino, naturale, non contraffatto, ma più spesso usato in senso spregiativo, di volgarotto, cialtrone, tamarro.
Sbarba, sbarbina: ragazza molto giovane
Sballo: la conseguenza del drogarsi
Scavallare: rubare
Sei (6) politico: il voto assegnato a un gruppo di studenti (uno sosteneva l’esame, e il 6 lo prendevano tutti). esisteva anche il diciotto politico
Sessantottino: uno che ha partecipato alle proteste studentesche del ’68
Sioreesiori: era il “Signore e signori” di Mike Buongiorno, usato spesso come overture di tono ufficiale in cerimoni, riunioni di lavoro, ritrovi familiari o di amici.
Squinzia: ragazza superficiale
Svapora / paglia: sigaretta
Tanga: ogni tipo di mutande che non si lascia vedere attraverso gonne o pantaloni, e che quindi lasciano immaginare chissà cosa.
Tazebao: Manifesto affisso in luoghi pubblici, generalmente di contenuto politico, scritto a mano con pennarelli o altro
Tarocco: contraffatto, fasullo (quel disco è un tarocco)
Telefilm: sono i film nati per la televisione, le serie TV di oggi, uguale.
Vasca da bagno: la NSU Prinz (auto), a causa della sua forma
Vàmele: forma contratta di “Va’ ’me l’è bel”, guarda com’è bello. Espressione di soddisfazione meritata dopo un compito impegnativo (un’opera d’arte, un buon risotto, un parcheggio che provaci tu se sei capace).
Zanza: ladruncolo/a, dal verbo “zanzare”
- On 9 Febbraio 2024