Che storia: la palestra al corso sulle metafore
C’era una volta un’aula.
Un’aula strana.
Si vede subito, già da fuori, che non è un’aula qualsiasi.
Dalla porta socchiusa escono bagliori colorati, e una volta messo un piede (e il naso) dentro, si sente profumo di bosco. Bosco?
Come può profumare di bosco una stanza con le sedie, la cattedra e la lavagna?
Le persone sono sedute in attesa della lezione.
L’insegnante prende la parola.
Inizia con “C’era una volta…”
E, all’improvviso, le sedie si trasformano
in tronchi d’albero, cespugli di bacche, grossi funghi a pois,
il pavimento si ricopre d’erba, muschio e fiori.
Chi diventa scoiattolo, chi tasso, chi cinghiale, chi volpe, chi cincia…chi pietra.
La lavagna è il cielo, dove si può scrivere qualsiasi cosa con la fantasia, e cancellare tutto con un soffio.
Tanto, le cose che servono, rimangono dentro, si ricordano.
Adesso nel bosco ci sono tutti e il profumo è ancora più forte, di erbe e di buono. Vediamo cosa succede, allora, al corso sulle “Metafore”.
C’è una strada, nel bosco…
Imparare a costruire metafore può essere utile a tutti:
formatori e insegnanti,
psicoterapeuti,
consulenti e manager,
mamme alle prese con l’educazione dei figli,
adulti che vogliono migliorare e “continuare a crescere”.
È utile per creare piccole storie che incantano
e portano boschi e castelli in case, aule, studi e aziende,
fanno uscire le preoccupazioni come fumo nero dai camini,
trasformano le tensioni in macigni da far rotolare giù dal pendio di una montagna, fanno capire che il rumore che faceva tanta paura non è una tigre che ruggisce, ma un gatto che cammina con le scarpe grosse,
fanno volare l’immaginazione come un uccello dalle piume colorate che dipinge col becco quadri fantastici,
regalano il “sassolino magico” che fa diventare più bravi e più forti,
aggiustano il tiro come un lanciatore che si allena con le freccette e poi fa centro,
rendono pazienti come un contadino che aspetta che il suo melo dia i frutti…
La metafora è una forma semplice di comunicazione e di apprendimento:
rappresenta la realtà in altre forme, aggira resistenze e paure scatenate dalla nostra “parte logica e razionale” e trasmette un messaggio personale e unico.
Senza far accorgere “porta oltre”.
Rende più flessibili, allarga la mente, espande, ricostruisce,
fornisce punti di vista nuovi, fa capire cose, trasmette valori, insegna.
Consuelo Casula (bravissima! Ndr) tiene i corsi per imparare a costruire e usare le metafore, nella “Palestra della Scrittura”.
Seguitela, per vedere dove porta la strada nel bosco.
- On 17 Ottobre 2012