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I six memos di Italo Calvino – Leggerezza

Italo Calvino

di Alessandro Lucchini

Se Calvino avesse conosciuto internet sarebbero state diverse le sue “sei proposte per il nuovo millennio”?

Forse. Ma c’è già molto web in quelle riflessioni.

Vediamo che cosa vuol dire nel caso di leggerezza, rapidità, esattezza, visibilità e molteplicità.

 LEGGEREZZA

Leggerezza delle immagini

Ci sono invenzioni letterarie che s’impongono alla memoria per la loro suggestione verbale più che per le parole. La scena del Don Quijote che infilza con la lancia una pala del mulino a vento e viene trasportato in aria occupa poche righe nel romanzo di Cervantes […] ciononostante essa resta uno dei luoghi più famosi della letteratura di tutti i tempi.

Un’altra scena grandiosa di leggerezza è in una novella del Decameron di Boccaccio (VI, 9). Protagonista Guido Cavalcanti: passeggiando tra i sepolcri, assorto nei propri pensieri, incontra un gruppo di giovani che vogliono attaccar briga. D’improvviso il poeta

sì come colui che leggerissimo era, prese un salto e fu gettato dall’altra parte, e sviluppatosi da loro se ne andò.

Commenta Calvino:

Se volessi scegliere un simbolo augurale per l’affacciarsi al nuovo millennio, sceglierei questo: l’agile salto improvviso del poeta-filosofo che si solleva sulla pesantezza del mondo, dimostrando che la sua gravità contiene il segreto della leggerezza.

Indimenticabile l’immagine di Cavalcanti che si libera con un salto dal peso di quella compagnia, per di più volteggiando sopra una tomba.

E nel web? Leggerezza delle immagini: che dire di più? Alleggerire le immagini (foto, logo, texture), ridurne le dimensioni, la risoluzione, i dettagli informativi inutili, per rendere più rapido il caricamento delle pagine e non disperdere l’attenzione del lettore.

 

Leggerezza dei paragrafi

La mia operazione è stata il più delle volte una sottrazione di peso; ho cercato di togliere peso ora alle figure umane, ora ai corpi celesti, ora alle città.

Togliere peso. Scrivere bene non è tanto mettere, ma togliere. Come nella scultura. Per Michelangelo, nel blocco di marmo la Pietà c’era già: lui doveva solo togliere il superfluo. Anche nel web è questo il lavoro continuo: tagliare, alleggerire, eliminare. Ecco un brano dal sito di una grande società con una presenza importante nel web: se lo asciughiamo non diventa più efficace? Senza cambiare le parole, solo togliendone (sono sottolineate le parole inutili): da 135 parole (900 caratteri) si scende senza fatica a 79 parole (500 caratteri).

La nuova campagna pubblicitaria, legata al lancio del nostro marchio, rivela che molte cose sono cambiate per Accenture, e non solo il nome. Il nuovo slogan, “La cosa si fa davvero interessante”, è un’affermazione di opportunità e sfida. Nonostante gli straordinari cambiamenti legati allo sviluppo delle tecnologie avvenuti nel corso degli ultimi anni, la strada è aperta a nuove incredibili possibilità. Le regole stanno per essere riscritte. Nuovi mercati stanno per essere creati. Una conoscenza profonda e pragmatica dell’odierno mondo economico globale unita alla forza imprenditoriale necessaria per affrontare e seguire le nuove idee che guardano al futuro, saranno gli ingredienti necessari per il successo. “La cosa si fa davvero interessante” è il principio portante che fa di Accenture e della sua eccezionale rete di risorse un fattore essenziale per questo futuro eccitante ma esigente.

 

Stesso intervento per l’intranet: se dopo una riunione arriva il report, pur già sintetico, prima di pubblicarlo serve un’altra strizzata (sono qui sottolineate le parole inutili). E da 107 parole (800 caratteri) si va a meno della metà: 45 parole (385 caratteri).

 

Il dottor Rossi riporta in apertura di riunione alcune linee guida della futura attività del Comitato regionale per l’orientamento professionale che, quale organismo funzionale della Regione, risulta essere pienamente qualificato allo svolgimento del programma della Giunta. In questo contesto, al fine di valutare collegialmente le proposte di riassetto organizzativo, il dottor Rossi sottolinea anche l’esigenza di effettuare al più presto una dettagliata analisi di tutte le eventuali sovrapposizioni, sia di funzioni sia di persone, risultanti dalle proposte già inviate alla segreteria generale dai direttori generali. Questo passaggio, in futuro, consentirà all’unità operativa organizzazione e personale di intervenire adeguatamente per una migliore e più puntuale definizione degli incarichi.

Internet impone la brevità. Senza preconcetti, però: non è vero che nel web la gente cerca solo pillole d’informazione. Anzi, se c’è qualità anche la quantità è apprezzata. Ma solo ai livelli profondi dell’ipertesto: ai primi livelli – titolo, sommario, paragrafo con la notizia essenziale – occorre un gran lavoro di lima, alla ricerca dell’espressione più semplice e forte. Per questo le indicazioni per i web writer sono così meticolose:

–        titolo: 40-50 caratteri

–        catenaccio: 200-250 caratteri

–        testo: 1200 caratteri, in 3 paragrafi da 300-400 caratteri ciascuno e con titoli da 40/50 caratteri

–        didascalie: 1 per ogni immagine, 30-40 caratteri ciascuna

 

Leggerezza per l’usabilità

Il guru dell’usabilità Jakob Nielsen ha costruito su questo concetto uno dei suoi famosi test di usabilità. Fissato a zero l’indice di usabilità di un brano con 63 parole, l’indice sale al 58% se il testo si riduce della metà, mentre sale solo al 47% se si usa lo scannable layout (impaginazione leggera, con spaziature, punti-elenco, grassetti…), e solo al 28% se si usa un linguaggio sobrio, senza ridondanze.

Tagliare, dunque: il primo requisito della usabilità è proprio la leggerezza dei paragrafi. Stessa convinzione per Gerry McGovern che cita la famosissima frase di George Orwell: “Se puoi tagliare una parola, tagliala sempre”. Ma lo diceva anche Hemingway: i sette ottavi di ogni parte visibile sono sempre sommersi.

Tutto quel che conosco è materiale che posso eliminare, lasciare sott’acqua, così il mio iceberg sarà sempre più solido. L’importante è quel che non si vede. Ma se uno scrittore omette qualcosa perché non la conosce, allora le lacune si noteranno.

 

Leggerezza delle parole

Per Calvino il linguaggio letterario

… è contraddistinto da tre caratteristiche: 1) è leggerissimo; 2) è in movimento; 3) è un vettore d’informazione.

E cita ancora Cavalcanti, poeta della leggerezza:

In alcune poesie questo messaggio-messaggero è lo stesso testo poetico: nella più famosa di tutte, il poeta esiliato si rivolge alla ballata che sta scrivendo e dice: “Va tu, leggera e piana / dritt’a la donna mia”.

Un verso di dieci parole, una sola con più di due sillabe. Tra i meriti delle parole corte (partire, anziché allontanarsi; rapido, anziché tempestivo), oltre alla semplicità c’è la leggerezza.

Anche nel web gli spazi limitati suggeriscono parole brevi. Specie nei microcontent: titoli, link, parole chiave, testi nascosti che appaiono sfiorando il link. Tutte parole brevi, parole forti. Sfiorando “Help”, per esempio, meglio “Come navigare nel sito”, che “Indicazioni funzionali alla navigazione nelle varie sezioni del sito”.

 

Leggerezza dello stile

Gentile Chiara Lupi,

in merito alla sua segnalazione, la informiamo di aver effettuato un controllo sul suo conto corrente. Le comunichiamo che l’estratto conto risulta corretto. Da parte nostra, desideriamo rassicurarla che non è avvenuto alcun errore di calcolo. Le ricordiamo che i “prezzi movimenti” sono i prezzi medi di carico implementati delle commissioni bancarie. La invitiamo a rivolgersi alla sua filiale di riferimento per ogni ulteriore informazione.

Con l’occasione le porgiamo cordiali saluti.

 

74 parole in questa e-mail di una banca, almeno un terzo delle quali inutili. Forse per annacquare la risposta negativa e non far irritare il cliente, ottenendo proprio l’effetto opposto. Invece un tono sobrio e cordiale fa accettare anche una cattiva notizia.

E le formule di apertura nelle e-mail? egregio, gentile, caro? e i saluti? distinti, cordiali, migliori? Difficile adottare regole generali. La mia è: saluto il lettore come lo saluterei a voce, cercando di trasmettere calore e simpatia. Ne parliamo anche qui. 

dal libro “Web content management”, a cura di Alessandro Lucchini, Apogeo 2002 (con qualche aggiornamento al 2013)

 

  • On 9 Gennaio 2013
Tags: scrittura
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