
La Palestra a Boston: la sincronicità americana di Mara Lombardi
di Chiara Lucchini
Il futuro anteriore, il clustering, il public speaking e tante altre parti di Palestra nell’esperienza americana di Mara Lombardi: l’arte di Murano in un workshop al NOCA – North Cambridge Glass School di Boston.
2012, Mara di ritorno da un viaggio a New York aveva espresso un desiderio: “Vorrei tornare in America ed esporre lì le mie opere”. Mara si dedicava, sin dai tempi dell’Accademia, alla pittura a olio e acrilico.
Due mesi dopo, di passaggio da Venezia, si trovava a Murano per visitare il Museo del vetro, che non aveva mai visto. Una folgorazione: vetri antichi e contemporanei. Un materiale eccezionale. E dopo quindici giorni era di ritorno a Murano per studiare l’arte del vetro col Maestro Giancarlo Signoretto: un vero innamoramento.
Lì ha conosciuto Joni Seager, una professoressa della Bentley University di Boston con la sua stessa passione. E proprio Joni, lo scorso anno, l’ha invitata a tenere un corso come visiting artist al NOCA Glass School: strade parallele e sincronicità junghiane.
Il workshop
Joni ha chiamato Mara come visiting artist a Cambridge MA: tenere un workshop di due giorni a persone interessate a conoscere e sperimentare la creazione del gioiello in vetro.
È un lavoro creativo di prefigurazione e di disegno prima, di precisa elaborazione poi.
Per tenere questi due giorni di lezione Mara si è preparata, sia nella tecnica, realizzando dei gioielli in vetro americano, sia dal punto di vista linguistico, studiando la nomenclatura della lavorazione del vetro (e con un po’ di naturale timore nel public speaking, in un’altra lingua).
È partita con materiali, forme, attrezzature e alcuni suoi gioielli. L’idea era: “voglio far sperimentare un momento creativo, attivare la loro parte destra del cervello”. Ha mostrato i suoi gioielli, raccontandone la realizzazione, come esempio di che cosa si può fare. E poi ha chiesto loro di immaginare il gioiello che avrebbero voluto fare, anche se complesso. Ha funzionato: hanno prima disegnato e poi realizzato dei pezzi che riflettevano il proprio sentire, allargandosi anche in altri campi, esprimendo il proprio carattere.
Ha aperto il workshop utilizzando il clustering: i partecipanti avevano di fronte a loro tutti gli argomenti che avrebbero toccato e sperimentato nei due giorni.
Già nel primo giorno quindi i partecipanti hanno disegnato e tagliato il vetro, molato, incollato, preparato i propri gioielli. Un lavoro silenzioso e concentrato, quasi ininterrotto per 6 ore. E, magia, il giorno seguente all’apertura del forno sono rimasti a bocca aperta: erano felici e stupiti nel vedere i propri gioielli, nel vedere i risultati. Avevano liberato la fantasia.
Un momento magico, racconta Mara. In quei due giorni hanno avuto la dimostrazione di poter fare qualcosa al di là della normalità. Al di la di quello che consideravano possibile. Pendenti e anelli come mezzo per comunicare, per portar fuori i propri simboli, esprimere le proprie emozioni.
E dov’è la sincronicità? Quando Mara e Joni si sono conosciute nel settembre del 2012 non avrebbero potuto immaginare che la prima avrebbe creato un laboratorio artistico del vetro e la seconda fondato una scuola: il daimon ci anticipa, oltre le nostre capacità di intenderlo 🙂
* Sincronicità è un concetto introdotto da Carl Gustav Jung nel 1950, definito come un principio di nessi acausali. Consiste in un legame tra due eventi che avvengono in contemporanea, connessi tra loro ma non in maniera causale, cioè non in modo tale che l’uno influisca materialmente sull’altro. Possono appartenere a un medesimo contesto o contenuto significativo, come due orologi che siano stati sincronizzati su una stessa ora. E può essere visibile solo in presenza di un chiaro obiettivo.
- On 13 Giugno 2018