
Parole senza barriere
Con Fastweb per l’inclusione linguistica
di Silvia Sacchelli
Un gioco di parole
È giunta al termine la quarta edizione di 4Weeks4Inclusion, un’iniziativa che prevede oltre 300 eventi dedicati alla diversità e all’inclusione che si svolgono nel corso di quattro settimane.
Per il primo anno Palestra della scrittura ha partecipato all’evento insieme a Fastweb con un gameshowche potete rivedere on demand sul sito di 4w4i. Il gioco, condotto da Luciana de Laurentiis, Head of Corporate Culture & Inclusion di Fastweb, ha visto due squadre di dipendenti sfidarsi sul tema “Parole senza barriere”. Le sfide sono state accompagnate dagli interventi di Antonio Giuseppe Malafarina e Alessandro Lucchini che hanno colto questo momento ludico per informare sul linguaggio della disabilità e, più in generale, sui linguaggi inclusivi.
Sentiamo spesso parlare di linguaggio inclusivo e dei pareri contrastanti circa il suo uso quotidiano. Le sfumature di questo linguaggio riguardano un ampio spettro di argomenti tra cui età, genere, religione, etnia, situazione socio-economica, disabilità e molto altro, e per questo si preferisce definirli al plurale come linguaggi inclusivi.
Come è possibile notare nel corso del gioco, non è sempre immediato e semplice scegliere i termini o le frasi più corrette, e spesso nemmeno il confronto con i compagni di squadra porta alla risposta giusta.
Sicuramente ciò che emerge durante i quiz è che le parole che scegliamo di utilizzare definiscono la realtà che ci circonda e soprattutto che talvolta sono frutto della stessa. Ciò che tutti i presenti hanno imparato riflettendo sulle risposte date, è che selezionare con cura le parole, ci permette di abbattere gli stereotipi e di non cadere nei luoghi comuni.
Chi parla ha una grande responsabilità, non solo all’interno del gameshow, perché ciò che dice e come lo dice avrà un effetto su chi ascolta e da questo dipenderà la qualità della relazione.
Inclusione è rispetto
Il fine dei linguaggi inclusivi sta nella definizione stessa ed è far sì che ciò che viene detto venga compreso dal maggior numero di persone che sta ascoltando.
Se scegliamo di utilizzare linguaggi più inclusivi, quindi di aprirci all’ascolto, saremo in grado di creare connessioni più profonde e instaurare rapporti basati sulla fiducia e il rispetto.
Perché in realtà queste parole che definiamo inclusive con il tempo diventeranno solo parole rispettose delle unicità di ciascuno di noi, come ha raccontato Alessandro Lucchini al termine del gioco.
Antonio G. Malafarina ha invece aiutato i partecipanti a riflettere sul delicato e importante tema dell’abilismo, condividendo consigli su comportamenti e parole per evitare le stigmatizzazioni e i pregiudizi nei confronti di persone che hanno una disabilità, visibile o invisibile.
Se pensiamo che nel 1900 a Torino vennero create presso la scuola Aurora delle “classi speciali per fanciulli deficienti” e che fino al 1977 (con la legge 517/1977) le persone con disabilità erano costrette a rinunciare all’istruzione per la mancanza di insegnanti di sostegno, possiamo riconoscere sicuramente degli enormi passi avanti su tutti i fronti. E per fortuna, come sottolinea Antonio, questo processo di evoluzione sta continuando. Un esempio è la recente guida per l’Ordine dei giornalisti rispetto al linguaggio della disabilità.
Informarsi e formarsi
Non aggiungo ulteriori spoiler dell’evento. Vi invito a guardare il gameshow per toccare con mano quanto possa essere utile riflettere sui meccanismi del linguaggio e anche quanto possa essere piacevole abbattere le barriere linguistiche quando ci si impegna e ci si diverte insieme.
Per chi vuole approfondire, Fastweb Digital Academy offre l’opportunità di seguire un video-corso gratuito di 4 lezioni tenuto da Luciana De Laurentiis e Alessandro Lucchini proprio sul tema del linguaggio inclusivo che può portare tanti benefici tra cui:
- abbattere gli stereotipi di genere (sessismo);
- combattere le discriminazioni nei confronti di persone con caratteristiche fisiche, sensoriali o mentali che differiscono dalla media (abilismo);
- cercare le parole migliori per liberarci dai pregiudizi legati all’età (ageismo).
Il corso si chiama “Le parole dell’inclusione”, prevede un attestato finale e un badge da aggiungere al profilo LinkedIn!
- On 14 Novembre 2023