Scrivere visivo
I nuovi linguaggi che si fanno immagine
di Vera Paparella
C’è un nuovo mondo molto più complesso e prospettico di quello della realtà.
Più reale del reale, come lo definirebbe il semiologo Jean Baudrillard.
Questo mondo ci appare impercettibile e sfuocato tanto da sembrarci illimitato.
Nel nuovo mondo, quello che i più, chiamano web 2.0 ma ormai è 3.0, scrivere e leggere sono due azioni molto diverse dallo scrivere sulla carta o leggere le pagine di un libro.
In questo grande spazio abbiamo imparato a navigare, tuttavia se siamo noi autori o autrici di contenuti la questione si fa un po’ più complessa. Scrivere su un foglio bianco che tocchi con mano è molto diverso dallo scrivere su un foglio bianco che non puoi toccare ma che puoi solo vedere e immaginare da uno schermo.
Ci sono nuove regole da seguire, nuovi schemi narrativi, nuovi percorsi di lettura sempre meno lineari ma sempre più personalizzanti, nuove tecnologie che rendono la scrittura e la lettura due processi inseriti i nuovi ordini del discorso, inimmaginabili fino a poco tempo fa, ma ora possibili.
E all’interno di questi nuovi scenari che siamo sempre di più affascinati da quello che chiamiamo il nuovo scrivere visivo.
Scrivere che diventa immagine in un spazio, quello web, nel quale tutto diventa immagine.
Ma non è la prima volta che gli uomini tendono ad avvicinarsi a questo intendimento di scrittura e lettura.
Già nel 900’, infatti, la poesia, colei che come ci ha narrato Italo Calvino – “è l’arte di far entrare il mare in un bicchiere”, ha tentato di far diventare scrittura immagine e immagine scrittura, liberando le parole sullo spazio bianco, senza più margini, senza più avere un inizio e una fine, senza più nessuna costrizione testuale. Le parole dense e piene diventarono forme immaginifiche, intessute nella pagina bianca.
Il poeta francese Guillaume Apollinaire ne è diventato l’esempio più conosciuto dai molti.
La ricerca del linguaggio è anche una ricerca che indaga, ormai da tempo, su nuovi modi di intendere il rapporto tra: lettura, scrittura e immagine.
Nella nostra contemporaneità i nuovi sistemi visivi fanno si che si ripensi continuamente a questi tre processi.
Lo spazio è cambiato, dalla pagina allo schermo. “Nel web il formato è parte integrante del processo di scrittura ancora più che sulla carta.”
Il testo e la disposizione di esso nello spazio grafico sono ormai concepiti come un unicum molto più di come lo sono sulla carta.
Le scelte grafiche, per tanto, sono da intendere come parte integrante del testo che lo costituisce, dandogli forma e contenuto.
Quando scriviamo sul web diventiamo garanti non solo delle parole ma anche dello spazio in cui esse abitano e che sono inserite in un percorso ipertestuale, il quale da struttura alla narrazione di quel contenuto, sia nella fase di scrittura che di lettura.
Anche la nostra esperienza di lettori è cambiata nel mondo digitale. Siamo noi lettori creatori dei nostri personali percorsi di lettura. Ci muoviamo tra link e iper-link alla ricerca delle informazioni e dei racconti che più ci aggradano. Non giriamo più la pagina per andare a quella successiva ma abbiamo tutto quello che ci serve in un unico grande testo ramificato che aspetta solo di essere cliccato.
Stabiliamo noi le gerarchie di lettura, in una logica di messa in comunicazione, tra autore e lettore di natura “orizzontale”, tipica della Rete.
Tecnologia, nuove sperimentazioni, nuovi linguaggi continueranno a ripensare costantemente al rapporto tra scrittura, lettura e immagine.
Un assunto però rimarrà per certo: “il medium è il messaggio”. Arriveranno altri media, i vecchi sostituiranno i nuovi, alcuni convergeranno in quest’ultimi ma la natura stessa di qualsiasi medium condizionerà sempre il modo con cui scriveremo e leggeremo i contenuti testuali.
Guillaume Apollinaire, Poéme en forme de Violoncelle
Per approfondire la tematica dello scrivere visivo e dei nuovi linguaggi sul web, vi consigliamo il libro della nostra collana Centopagine, “Acrobati di parole” scritto da Alessandro Lucchini.
- On 16 Giugno 2019