Si scrive screening, si legge prevenzione
La campagna di sensibilizzazione che il Ministero della salute promuove online
di Laura Passarella
Sottoporsi allo screening può essere decisivo. Alcune malattie gravi, infatti, se scoperte quando non hanno ancora presentato i sintomi, possono essere contrastate e curate perfettamente. Quando i sintomi sono manifesti, i risultati delle cure possono non essere così certi. Comunicare bene diventa fondamentale per convincere le persone a muovere il primo passo verso la prevenzione e la cura di sé.
Come convincere una persona priva di sintomi a sottoporsi a esami medici che potrebbero rivelare la presenza di un tumore?
Nessuno, sentendosi sano, vorrebbe scoprire di essere malato (e di avere un cancro). I programmi di prevenzione però prevedono l`adesione volontaria dei soggetti interessati: quando si parla di screening[1] oncologici, quindi, la buona comunicazione è uno strumento fondamentale.
È in questa direzione che si muove la campagna di sensibilizzazione allo screening per prevenire il cancro al seno, alla cervice uterina e al colon retto promossa dal Ministero della salute, in collaborazione con la Lega Italiana per la lotta contro i tumori. Ne è autore l`Osservatorio nazionale screening, che da anni promuove la qualità della comunicazione, attraverso vari canali; in questo caso, il web.
Accessibile a un pubblico molto ampio, il sito presenta una home page pulita e chiara, che invita alla lettura. Scorrendola velocemente, saltano subito all`occhio il numero verde del Ministero e la copertina di un opuscolo consultabile online (ma anche scaricabile dal sito). Chiarezza espositiva anche per il testo:
Combattere i tumori oggi si può.
Il primo blocchetto è incisivo e netto, fa riferimento all’angoscia vissuta nei decenni passati per l’impotenza della medicina di fronte al “male incurabile”, ed è una finestra spalancata sulle nuove possibilità di cura: oggi si può.
L’ambito semantico scelto è quello della guerra: combattere, arma, strategia, campagna sono le parole che ne delineano il perimetro:
La prima arma è prevenirne la comparsa, riducendo i fattori di rischio e adottando stili di vita sani: evitare il fumo, fare attività fisica, avere un’alimentazione corretta (prevenzione primaria).
Parole semplici, comuni, per allontanarsi dall’ambito di significato negativo della malattia (ridurre i rischi) e per avvicinare quello della salute (attività fisica, alimentazione corretta). Fra parentesi: il nome tecnico con cui gli addetti ai lavori catalogano queste azioni – prevenzione primaria – con link di approfondimento per chi vuol saperne di più.
Stesso schema per la prevenzione secondaria, fra parentesi e linkata, spiegata con parole semplici:
L’altra strategia è trovare la malattia il più precocemente possibile, prima che si manifesti con dei disturbi (prevenzione secondaria).
Spazio bianco: una riga di silenzio per passare al secondo blocchetto di testo; dal generale al particolare. Dall’ambito delle possibilità, si passa a quello delle azioni; fra tutte quelle possibili, ecco cosa le Regioni hanno cominciato a fare: le campagne di prevenzione secondaria, dette anche campagne di screening. Il lettore, preso per mano, è accompagnato nel vivo della presentazione. Coinvolto e interessato.
In evidenza, con colore diverso dal testo, le parole chiave: un click sul nome della malattia apre una pagina con domande che chiunque, digiuno di informazioni chiare, rivolgerebbe al proprio medico: cos’è il tumore? come si forma? che cosa si può fare per combatterlo?
Questo è il punto di forza della campagna: dubbi e perplessità sono chiariti con precisione, ma con un linguaggio adatto anche a un pubblico non specializzato. Domande e risposte costruiscono il quadro della malattia e dei relativi esami, e danno informazioni pratiche: a chi rivolgersi per effettuare i test, cosa succede se i risultati presentano qualche alterazione, cosa fare dopo.
Quando viene usato un termine tecnico, un glossario con “le parole della prevenzione” ci viene in aiuto. Così, per esempio, fibroma viene spiegato come
Tumore benigno del tessuto muscolare e fibroso dell`utero.
molto più accessibile di “neoplasia benigna del tessuto connettivale fibroso”.
I toni usati non sono allarmistici, ma nemmeno falsamente ottimisti: sono sottolineati gli aspetti positivi della prevenzione e pure i possibili effetti negativi dell`intervento proposto, in modo da fornire un’informazione trasparente perché l`adesione ai programmi di screening sia davvero consapevole.
L`obiettivo non è facile da conseguire, sia per la difficoltà umana di confrontarsi con l`incertezza, sia per l’abbondanza di informazioni, a volte contrastanti. Anche se la grafica e la navigabilità del sito sono migliorabili, questa campagna è un esempio di comunicazione efficace.
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[1]Il termine inglese screening è usato per definire un test di massa effettuato all`interno di una popolazione o di un gruppo di soggetti a rischio. Ha il vantaggio di scoprire l`esistenza di una malattia prima che si manifesti, così da poter intervenire con una terapia precoce e, per questo, più efficace.
- On 21 Settembre 2012