“Vi presentiamo il prodotto finito” L’open day del liceo, futuro anteriore dei tredicenni
di Lorena Zerbin
«Vi presentiamo il prodotto finito.»
Questa frase, e il puntuale applauso, chiamano Carlo al centro della palestra del liceo Antonelli di Novara.
Carlo studia medicina, primo anno. Si è maturato qui lo scorso luglio.
Sì, perché gli artigiani, gli industriali, i piccoli imprenditori, presentano ai loro clienti i prototipi delle loro idee: se conquisteranno il cliente, poi avvieranno le produzioni in serie. I registi presentano ai produttori un soggetto, a volte addirittura la sceneggiatura completa. I consulenti propongono un progetto al committente, cercando di fargli gustare la scena finale: il risultato raggiunto, l’obiettivo centrato, il successo. Così gli insegnanti, con i loro studenti.
Questo è Futuro anteriore.
E stato così, oggi, all’open day della nostra scuola. Per i ragazzi delle scuole medie, ci saranno poi lezioni aperte di matematica, scienza, latino, filosofia, tenute dagli stessi studenti del liceo con l’aiuto dei loro insegnanti. E per i genitori, incontri con docenti e psicologi sui temi dell’orientamento.
12 dicembre 2015. È un sabato mattina, e si respira aria di festa. Sensazioni di salute, di energia, di benessere, di amore per la scuola, di orgoglio di esser lì a presentare, come agricoltori al mercato, i nostri prodotti.
100 studenti si sono offerti per animare la giornata. Tanti, addirittura troppi, pareva prima di iniziare: non facile impiegare tutti. Ma è stato subito un brulicare di domande, di occhi curiosi, di andar su e giù per aule e corridoi.
Tutti gli ospiti arrivano incappottati, ma i ragazzi son lì sbracciati, petti in fuori nelle loro magliette col marchio dell’Antonelli, la cupola di San Gaudenzio (opera appunto dell’Antonelli, lo stesso della mole torinese).
All’ingresso, su iniziativa dei ragazzi stessi (evviva le competenze organizzative insegnate negli oratori, nei campi estivi, nei gruppi scout e simili), sono stati distribuiti dei foglietti colorati: in un attimo si son formate diverse squadre che, guidate da vari tutor, si sparpagliano a visitare la scuola. I gialli di qui, gli azzurri di là, i rossi con me, gli arancioni con lui. Alcuni ragazzi in camice bianco, a presentare i laboratori. Chi voleva indugiare qualche momento ha potuto ascoltare il gruppo rock che suona nell’atrio. Oppure si è fatto fare il ritratto a carboncino da una ragazza, che già si vede a catturare turisti nelle piazze del mondo.
O si è lasciato conquistare dall’abbraccio e dalle foto di Luca e Matilde, e dalle loro cornici, pronti a postare su Instagram.
In aula magna, ora si alternano le parole del preside, dell’insegnante, del rappresentante dei genitori e degli alunni.
Il “prodotto finito”, ora all’università, ammonisce: «Non fatevi spaventare da quello che si dice in giro, che è una scuola molto difficile. Se uno si organizza bene, può farla. Io, grazie alla preparazione che ha ricevuto qui, ho superato il test e sono entrato a Medicina senza problemi».
Due studenti della scuola dialogano col pubblico sullo studio impegnativo ma fattibile, sulle sfide che bisogna saper accettare, sulle giornate in classe, sulle gite, sulle esperienze che cambiano la vita, sia dal punto di vista culturale sia da quello umano. «Due nostri compagni – raccontano – han partecipato alle finali mondiali delle Olimpiadi di neuroscienze, a Los Angeles». Stupore. «Sì, certo – commentano – l’eccezione c’è sempre, il genio è genio. Ma non è un caso che il genio frequenti l’Antonelli.»
Finiti i riti ufficiali, ecco i ragazzini girare per le aule, accompagnati dal tutor, e i genitori per conto proprio, dialogare con gli insegnanti. Un salto proiettivo in avanti, un assaggio di futuro, utile a scegliere cinque anni di vita.
Un paio d’ore per vedere che cosa sarà.
Perché ridiamo degli oroscopi, delle sfere di cristallo, delle pratiche divinatorie. Ma poi per i nostri figli vogliamo sapere, immaginare, prevedere, programmare, prendere precauzioni. E se respiriamo un clima piacevole, se apprezziamo l’impegno armonico di studenti e insegnanti, padroni di casa premurosi che vogliono accogliere al meglio i loro ospiti, se vediamo belle ragazze e bei ragazzi dai visi aperti, con la musica del presente nei corpi e la luce del futuro negli sguardi, beh allora diciamo sì, ok, e decidiamo d’investire lì.
- On 12 Dicembre 2015