Cambiare cominciando dalle parole
di Edoardo Rosati
Medicina e letteratura non sono così lontane come si crede.
Lo afferma Siddhartha Mukherjee, l’oncologo Premio Pulitzer autore del capolavoro “L’imperatore del male – Una biografia del cancro”.
La dicono lunga su quanto sia cruciale l’uso adeguato della parola in Medicina due recentissimi fatti. Il primo è la proposta del National Cancer Institute americano di abolire la parola “cancro” nelle diagnosi per sostituirla col termine di “neoplasia”, che significa letteralmente “nuova formazione” e che ha una valenza neutra, non allarmante di per sé.
Il secondo è la discussione all’interno della Federazione nazionale degli Ordini dei Medici (Fnomceo) sull’opportunità di abbandonare il termine paziente per utilizzare invece quello di “persona assistita”.
La parola paziente deriva dal verbo latino patior, che riferito alla malattia significa patire e soffrire, ma che ha anche il valore di aspettare e accettare. Questo cambiamento presuppone una rivoluzione: da accettazione passiva a movimento verso la persona.
Insomma, ben vengano tutte le iniziative per rinverdire il linguaggio della salute.
Perché si può cambiare cominciando proprio dalle parole.
(Edoardo Rosati è giornalista e medico, caporedattore del settimanale OGGI per le pagine di Medicina & Salute)
- On 7 Ottobre 2013