SinFonie in Palestra (o era sinTonie?)
di Fabrizia Ieluzzi
È sabato 13 dicembre mattina, ancora un paio d’ore e inizia il corso Rhythm & Business.
Al nostro arrivo Ale suona la chitarra e canta, Elia è alla batteria e Paolo cerca di tenere con un tamburello cembalo. Sorrisi familiari e allegria sono la vera colonna sonora, in un attimo ci si sente tutti a casa in perfetto Palestra style.
Bianca, Titti e Andrea ci mostrano subito cosa significa andare fuori tempo, mettendo in scena la più catastrofica delle riunioni. E noi cerchiamo di individuare tutto ciò che hanno deliberatamente fatto e ovviamente accentuato per copione, per andare fuori sincrono. Parlarsi sopra, non ascoltarsi, distrarsi, smanettare col cellulare, non avere contatto visivo, non guardarsi negli occhi, alzare la voce, fare mille giri di parole, sono solo alcune delle cose macroscopiche che emergono.
Comunicazioni efficaci producono relazioni efficaci.
E di nuovo tornano la calibrazione, il ricalco e la guida, perché per restare allo stesso ritmo non si può mai smettere di calibrare né di ricalcare.
Scegliere le parole chiave dell’interlocutore, cucirle su misura per lui/lei, è fondamentale per creare sintonia. Lo fanno anche i rapper quando si sfidano nelle battle (grazie Attila per averci portato nel mondo hip hop!), veri e propri ring in cui se le suonano a colpi di parole, stando attenti a non perdere la battuta.
True stories
Perché la musica è matematica, lo sapevate? Che botta cavolo, io che sono una capra in matematica, ma mi vanto di avere l’orecchio bionico 🙂
Emisferi che si incrociano e si fondono, l’artista e lo scienziato lavorano insieme un po’ per l’uno un po’ per l’altro. E intanto qui a Sesto San Giovanni la biblioteca risuona di musica esattamente come risuonava di risate due sabati fa.
Elia, che è un po’ il maestro che ci guida durante questa giornata, ci racconta proprio della matematica di Lucio Battisti, di De André e del suo caos, ma anche del suo rigore, ci parla dei Pooh, anzi dell’azienda Pooh e di come il loro ritmo sia da sempre organizzato a livello imprenditoriale con ruoli e compiti ben definiti. E poi di Elio e le Storie Tese, in cui la leadership è situazionale e vige la regola del “se una cosa ti piace e la vuoi fare allora si fa”. E intanto quella parole riecheggia. Ritmo. A che ritmo suoniamo noi? A quale ritmo stiamo andando? Siamo capaci di sintonizzarci a qualunque ritmo?
Scopriamo allora che ognuno di noi percepisce la musica secondo il momento, mentre ascoltiamo 7 brani e ognuno di noi ci appiccica uno stato d’animo e una situazione, un ricordo, un sogno. Alcuni si somigliano, altri sono ai lati opposti del mondo. Chissà se questa sintonia si può creare anche tra loro.
Parlare a ritmo
Mentre me lo chiedo arriva l’esercitazione a coppie. Si battono le mani a tempo e si parla nella battuta. Mi trovo a capire che la leadership, la guida, oscilla in un tempo ben preciso, scopro che si guida a turno, che ci si traina a turno, che ci possono essere momenti in cui ci si appoggia alla guida senza saperlo e altri in cui si vorrebbe guidare ma bisogna aspettare pazientemente, calibrando e restando in sintonia come due mani che danzano sul pianoforte.
Mi porto a casa un sacco di cose da questa giornata. Una su tutte: non esistono persone perennemente fuori ritmo. Sono momenti. Perché il ritmo non ha confini né tempi prestabiliti. È questione di allenamento, di ascolto. Perché ci vuole orecchio, come cantava Jannacci, ma in realtà per ascoltare vanno bene anche gli occhi 😉
“È la natura del mondo che tutte le cose cerchino un ritmo e trovino in quel ritmo una sorta di pace”. Robin Hobb
P.S. fotocronaca della giornata sul nostro facebook
- On 16 Dicembre 2014