Il web e la parola visiva
di Monica Marchioro e Michela Raschiani
dal libro “Web content management” a cura di Alessandro Lucchini
L`occhio è il primo esploratore, e la pagina scritta un limite da superare.
Come funziona la terza dimensione della parola nella rete: un paesaggio visto dall`alto su e giù con gli occhi nel web-labirinto.
L’occhio, primo esploratore
“L’occhio è l’organo della lettura/scrittura del mondo [1]” , afferma Calvino: quell’organo potente e affascinante, complicato e complicante che guida e comanda il lettore alla scoperta di universi ancora sconosciuti.
Magari proprio il lettore di uno degli “inizi senza fine” che compongono il libro Se una notte d’inverno un viaggiatore:
Non si meravigli se mi vede sempre vagare con gli occhi. In effetti questo è il mio modo di leggere, ed è solo così che la lettura mi appare fruttuosa. Se un libro m’interessa veramente, non riesco a seguirlo per più di poche righe senza che la mia mente, captato un pensiero che il testo le propone, o un sentimento, o un interrogativo, o un’immagine, non parta per la tangente e rimbalzi di pensiero in pensiero, di immagine in immagine in un itinerario di ragionamenti e fantasie [2]…
Non era ancora web, ma era già desiderio di ipertestualizzare. Non a caso proprio il più convinto sostenitore dell’ipertesto diceva del suo lavoro:
Il mio lavoro di scrittore è stato teso fin dagli inizi ad inseguire il fulmineo percorso dei circuiti mentali che catturano e collegano punti lontani dello spazio e del tempo [3].
L’occhio esploratore già avvertiva lo spazio della pagina scritta come un limite da superare:
Anche se d’ogni libro non riesco a leggere che poche pagine. Ma già quelle poche pagine racchiudono per me interi universi, cui non riesco a dar fondo [4].
Il lettore di Calvino ha molto in comune con il lettore internettiano:
la cui mente preferisce ipotesti che richiedono una breve concentrazione e consentono di prendere poche informazioni per trasferirsi subito su un altro luogo della Rete [5].
A questa frenesia ansiosa che unisce mano e occhio può non essere estraneo un motivo molto materiale: il collegamento internet costa. Rapidità, dunque: una delle sei proposte di Calvino per il nuovo millennio. Una lezione di saggezza per sfamare un occhio impaziente di scoprire nuovi mondi, vincolato ad un mezzo che stanca più del libro e condizionato dal fattore connessione. Rapidità, ma anche leggerezza, visibilità, molteplicità, esattezza: perché la scrittura sul web “deve essere rapida, leggera, sintetica [6]” . Soddisfare l`occhio che corre un po` nevrotico alla ricerca del prossimo link. È questo il compito del writer impegnato a pensare alla pagina web che sta scrivendo come ad una mappa o un paesaggio visto dall’alto perché:
È così che il lettore la guarderà, farà su e giù con gli occhi cercando quello che gli serve. Fatene un percorso chiaro, fatto di luoghi e di segnali ben precisi: titoli, sottotitoli, testi brevi, spazi bianchi, parole chiave [7].
Sì a titoli, sottotitoli, testi brevi: un’esigenza – spiega Franco Carlini – che deriva anche dalle abitudini di lettura, sincopata e a balzelloni. Ma non solo:
Un fenomeno che, come insegnano gli studiosi di movimenti oculari, ha radici percettive: il sistema visivo non esplora una figura punto per punto e riga per riga, come fosse uno scanner. Invece l`occhio si sposta a balzi sui punti rilevanti, che sono quelli dove si presentano delle discontinuità d’intensità luminosa. Guardando il volto di una persona, per esempio, l`occhio si ferma poco sulle guance, e molto di più su occhi, naso, bocca. Fin dagli anni `60 i lavori del sovietico Alfred Yarbus lo hanno confermato sperimentalmente: è come se il sistema visivo andasse saggiamente in cerca dei punti dove si addensa il maggior contenuto informativo e il tutto avviene senza bisogno di comandi consci da parte del soggetto [8].
Una ricerca che impegna l’occhio e la mente e chiama in aiuto link, icone, segnali del web che danno vita a neo-linguaggi. Perché il rischio è ancora quello di perdersi nel labirinto del mondo:
Nell`ipertesto non lineare e specialmente quando la struttura dei suoi nodi sia abbastanza aggrovigliata, è molto facile, a un certo punto del navigare, perdere l`orientamento e smarrirsi, sia concettualmente che praticamente.
Non è infrequente terminare una lettura ipertestuale con uno stato d`animo di insoddisfazione: avrò visto le cose più importanti? Cosa ho portato a casa davvero quanto a idee e informazioni? Poiché l`ipertesto rinuncia a offrire un centro, ma lascia al lettore – occhio mobile – la scelta del punto di vista, su di lui si scarica un compito di riorganizzazione mentale della conoscenza di cui invece nel libro classico si faceva carico l`autore, proponendo non solo dei contenuti, ma anche una loro disposizione [9].
È il cruccio del signor Palomar, è la gioia dei lettori/naviganti: inseguire ancora una volta quella balena bianca che è la realtà, con lo sguardo o a colpi di mouse. Il nostro uomo è ancora in viaggio: verso la terza dimensione della parola, la profondità.
www, parola, azione
Immaginiamo per un attimo il tranquillo e un po’ miope signor Palomar con la mano destra posizionata sul mouse e l’occhio pronto a catturare nuovi mondi. Davanti a lui la scritta: www.balenabianca.it. L’istinto è un click e via, verso un altro contenuto. Ma il suo viaggio finisce prima che i suoi occhi possano approdare sul web dove:
Il testo acquista una nuova dimensione: cresce e si espande in profondità invece che in lunghezza. Uno dei massimi studiosi dell’ipertesto, George Landow, chiama la retorica della partenza e dell’arrivo questo viaggio solo apparentemente disordinato tra pagine, temi ed interessi diversi. Chi scrive per il web deve imparare ad usare l’ipertesto e a sfruttarne tutte le potenzialità… Questo significa organizzare l’informazione, scegliere i link, cioè le porte che conducono avanti nel percorso di lettura e dare a queste porte dei nomi semplici e brevi, ma che facciano immaginare e capire al lettore che cosa troverà oltre [10].
Parole come porte che si aprono su universi da conquistare con lo sguardo.
Tanto sarebbe piaciuto al signor Palomar zompettare di link in link, di icona in icona all’inseguimento della sua balena… andare oltre la superficie, scendere in profondità… divagare, saltare, esplorare. Ma lo spazio in cui egli si muove è ancora quello, bidimensionale, della pagina. Per noi, invece, web reader, il viaggio continua. Siamo nella Grande Rete. Quella rete che per Calvino era metafora visiva con cui cercare di catturare il mondo che, imprendibile, si agita sotto il suo sguardo, per noi è luogo d’azione, di contenuto e di letteratura:
Il compito che Calvino assegnava alla letteratura è proprio quello di stare in mezzo ai linguaggi diversi allo scopo di tener viva la comunicazione fra essi. C`è nell`opera dello scrittore un`attenzione allo spazio, alla topologia e alla percezione delle forme sensibili che non riguarda strettamente gli oggetti artistici, ma più in generale la superficie del mondo [11].
Calvino ci regala la prima (e forse la più bella) definizione di World Wide Web: uno spazio dove linguaggi diversi finalmente abbracciano la superficie del mondo. Merito di questo nuovo, “strano medium” che è Internet:
Luogo di un rinnovato conflitto tra le parole e le immagini, ma in termini assolutamente diversi da come esso si è svolto nel resto del secolo, quando i diversi media concorrevano per conquistare quote di tempo e di attenzione dei loro potenziali clienti. Il testuale e il visuale vengono entrambi convocati sulle pagine Internet, ma, come vi mettono piede, sono costretti a trasformarsi e persino a snaturarsi positivamente [12].
Con Internet …
Il computer è diventato il primo e più importante strumento alfabetico… crea nuovi modi di produzione e diffusione del materiale stampato… anche se è vero che la comunicazione visiva seppellisce la comunicazione scritta, il problema non è di opporle. È di come migliorarle entrambe [13].
Ecco dunque la parola scendere dal piedistallo, volentieri vestirsi di luce e colori, riaffermare la sua fisicità, rivalutandosi e rinnovandosi come musa ispiratrice d’azione. Anzi, diventando essa stessa azione, perché su Internet non c’è più distanza tra il momento della lettura e quello in cui si compie il gesto:
Nel computer per la prima volta le parole sono diventate degli utensili che in sé e per sé fanno sì che le cose succedano [14].
Internet è il luogo/non luogo dove forma e contenuto sono indissolubilmente legati: grafica e testo raccontano, incuriosiscono, indirizzano, informano. Appaiono, scompaiono, si trasformano. Un nuovo gioco delle parti, un tiro alla fune tra parola e immagine dove a vincere è ancora una volta il lettore: a lui il potere di decidere quale percorso seguire, quale universo esplorare, quando fermarsi e quando andare via dalla pagina. Una libertà che costringe (o dovremmo dire invita) la grafica a diventare parte integrante del processo di scrittura. Per web writer e web designer le parole chiave sono le stesse: armonia, semplicità… coerenza. La sesta lezione che Calvino non fece in tempo a scrivere:
La sesta conferenza, quella sulla coerenza, Calvino non fece in tempo a scriverla, ma questo “valore” completa il breve esalogo dello scrittore online …. coerenza tra parole e contenuti, coerenza dello stile in tutto il sito, coerenza tra parole e immagini, ma anche coerenza come affidabilità, serietà e responsabilità, qualità che un medium anarchico, libero e democratico come la Rete chiede a ogni vero scrittore [15].
Il libro impiegò più di 200 anni per raggiungere un buon livello stilistico fatto di giusti equilibri tra i caratteri, la parola, l`impaginazione e gli spazi. Ma sul web il tempo stringe e l’azione chiama. Così, nel suo fulmineo percorso evolutivo, il web ha assorbito quanto già consolidato dall`editoria cartacea (titoli, sottotitoli, didascalie), ha attinto alla segnaletica diffusa nel mondo fisico e ha inventato ex novo simboli, caratteri, grafismi, icone che diventano parole e parole che diventano icone. Clicca qui, vai alla pagina, torna indietro, invia la mail, chiudi, apri… per dirlo basta un’immagine, per farlo un colpo di mouse:
Eccoli i bottoni magici che aprono nuovi spazi conoscitivi: una sorta di dizionario di vecchi e nuovi pittogrammi… un repertorio di simboli a cui corrisponde un repertorio parallelo di azioni. “Un continuum di linguaggi” è la forza più grande di Internet:
La parola è importante, anzi importantissima, ma scopre di poter vivere meglio dentro un continuum di linguaggi. Per essere più libera, ha da cedere l`esclusiva. È meglio così, e c`è solo da augurarsi che il processo continui, a spese dei poteri di un tempo, in nome di un potere comunicativo multiforme e sparpagliato [16].
Look & Feel
È sempre più l`immagine della frase a provocare nel cervello l`idea del concetto e la parola acquista la dimensione di simbolo visivo, linguaggio universale.
È il trionfo del colpo d’occhio, che in un lampo cattura la nostra attenzione: un mix di colori, forma e testo.
Il messaggio più immediato che una schermata trasmette è: Look & Feel.
Il risultato può essere un’emozione che ci invita ad accomodarci e interagire oppure a declinare l`invito. E che disastro quando la sensazione è diversa dalle nostre aspettative, se il risultato è di disordine perché sono stati usati male gli strumenti a disposizione…
Ma se desideriamo che il nostro progetto risulti gradevole, proporzionato e invitante, dobbiamo fare necessariamente i conti coi sottili meccanismi che ne regolano la percezione, tanto a livello fisiologico che emotivo. Alcuni suggerimenti ci provengono dalle arti e le conquiste teoriche della psicologia della Gestalt [17] (parola tedesca che significa “struttura unitaria”, “configurazione armonica”) sono ancora validissime.
La simmetria
Magica simmetria che permea il bello dei siti web. Il suo uso è spesso inconsapevole, non la riconosciamo nemmeno come tale, ci dimentichiamo del suo nome ma non ne possiamo fare a meno. Il web è pieno di simmetria, di quadrati, di rettangoli e cornici, di box che enfatizzano la forma, di ripetizioni dei motivi geometrici che producono effetti di regolarità ed equilibrio. Ripetizioni retoriche, che appartengono all`antica arte della persuasione, e che la pubblicità ci ha insegnato a valorizzare.
Divina proporzione
La “divina proporzione” [18] , o “rapporto aureo”, o “sezione aurea”, s`ispira a un concetto molto antico, usato in matematica come in geometria, in filosofia come in biologia, in fisiologia come nelle arti in genere.
In matematica, per esempio, la sezione aurea di un segmento (o ragione media) è quella parte AX del segmento AB che è media proporzionale tra l`intero segmento e la parte rimanente XB del segmento stesso (uguale a 0,618).
L`aggettivo aureo fa riferimento a un concetto estetico riscontrabile già nell`arte egiziana, e che nel Rinascimento fu posto a base di un ideale di perfezione: secondo questo concetto il rapporto tra un segmento e la sua sezione aurea sarebbe il rapporto perfetto di proporzionalità per gli oggetti naturali, e per lo stesso corpo umano; rapporto di cui si auspicava l`impiego nell`architettura e nell`arte in genere.
Quasi tutta la crescita di natura organica è basata sul rapporto aureo. Nel corpo umano, per esempio: le falangi, falangine e falangette della mano sono tra loro in preciso rapporto aureo, così come il femore rispetto alla tibia.
Le forme organiche, poi, oltre al rapporto aureo, crescono anche secondo uno sviluppo omotetico, cioè uno sviluppo irradiante dal centro con andamento centrifugo, a forma di spirale. Questo sistema regolare e ritmico è riscontrabile in tutte le forme viventi. Addirittura nelle costellazioni stellari la reciproca posizione dei pianeti pare rispettare questo rapporto.
Ciò che è importante per noi è il significato ideologico di crescita, di continuità e di perfezione che questo concetto esprime.
La perfezione formale di questo canone applicato alla vita ne ha sempre fatto un modello intramontabile di ordine universale, proprio perché appartente alla “crescita vivente”.
Quando disegnamo le schermate del nostro sito, quando scegliamo le dimensioni dei box possiamo chiederci: è più estetico o armonico un rettangolo che si scosti poco dal quadrato oppure un rettangolo molto allungato? Gli antichi greci avevano già risolto questo dilemma: il rapporto fra il lato lungo e il lato corto, per ottenere un’immagine estetica, deve essere uguale a 0,618 [19].
Teniamo a mente questo numero per la dimensione delle nostre foto, per la dimensione dei paragrafi e l`impatto visivo del nostro lavoro sarà apprezzato da chiunque.
La forma
Sul web occorre conoscere le regole della percezione della forma. La psicologia della Gestalt è uno strumento prezioso.
Questa scuola ha studiato come il rapporto tra figura e sfondo permette di “leggere” l’immagine, di riconoscerla [20]. E ci spiega che noi tendiamo a:
- riconoscere un`area come figura quanto più essa è piccola
- percepire come figura un`area quanto più è chiusa e simmetrica
- leggere come figura un`area convessa e come sfondo un`area concava
- localizzare l’area vista come figura più vicina di quella vista come sfondo
- leggere forme ambigue, incomplete o leggermente asimmetriche come definite, complete e simmetriche
Pochi tratti, ad esempio, suggeriscono e comunicano messaggi che dipendono dal lavoro di completamento effettuato dalla mente: l`occhio tende a rintracciare forme e segni “pregnanti” che rispondono a fondamentali requisiti di massima semplicità, simmetria, coesione, omogeneità, equilibrio, concisione. (legge della pregnanza)
Così il modo per creare un sito particolarmente creativo e sorprendente è quello di infrangere questi suggerimenti, e ottenere di conseguenza un effetto di mistero percettivo.
Altra legge psicologica fondamentale che ha svelato la psicologia della Gestalt è la “legge della formazione non additiva della totalità”.
In parole povere, il tutto non è dato dalla somma delle parti. E quindi, tradotto per i nostri scopi: una immagine è qualcosa di più e di diverso rispetto alla semplice somma delle unità che la compongono. Le schermate vengono percepite nella loro globalità, non a pezzettini, non a frame, non a colonne, quindi occhio nella progettazione grafica: bisogna ricordarsi che l`impatto visivo dello schermo non è mai parziale.
Il colore
Il colore [21] è l`elemento che sul web si impone come strumento primario nelle connotazioni comunicative e ha un grande vantaggio: non costa nulla. Oggi la quasi totalità dei monitor visualizza milioni di colori, lo sviluppo della tecnologia ci permette una ricchezza cromatica sorprendente [22].
Da un punto di vista fisiologico il percorso del colore è comune a tutti gli uomini: luce, occhi, ipotalamo, sistema nervoso neurovegetativo. I significati del colore, le sue connotazioni e l` insorgere di determinate emozioni dipendono invece da fattori personali, culturali e sociali.
Tommaso Campanella osservava che:
I colori, de` quali si diletta ogni secolo e nazione, mostrano i costumi di quella. Ed oggi tutti amano il nero, proprio della terra, della materiale dell`inferno, di lutto e d`ignoranza segno [23]..
Constatava l`influenza dei tempi bui dell`inquisizione sulla moda del colore nero che per noi ha assunto anche valenze di fascino e mistero ben altre dagli inferi.
Per esempio, il sito di Giorgio Armani ha una home page sui toni del grigio scuro che crea una particolare atmosfera di eleganza e rigore formale, le diverse aree sono caratterizzate da colori diversi ma i toni sono mantenuti sobri. Anche la casa di moda Trussardi e Moschino hanno scelto il nero per connotare i loro siti.
Non disponiamo ancora di schemi stabili a cui possiamo riferirci per l`uso del colore? Di nuovo la psicologia della Gestalt ci suggerisce che:
- il colore può essere mezzo dicostruzione della forma, ma perché questo sia possibile l`utilizzo del colore deve dar luogo alla distinzione tra l`oggetto e lo sfondo
- “per interpretare gli accordi soggettivi dei colori non ci si deve basare solo sulle componenti cromatiche e sui loro singoli valori espressivi. Conta anzitutto l`accordo nella sua totalità, quindi la reciproca posizione dei colori, il loro orientamento, la loro intensità, luminosità, lucentezza od opacità, i vari rapporti quantitativi, di struttura e di ritmo [24].”
Possiamo attingere idee anche dalla pittura. Eccone alcune:
- le immagini a colori sono più leggibili. Usando colori caldi (il rosso dei titoli) si stimola l’attenzione. I colori freddi, invece, propiziano l’analisi e la concentrazione. Danno un`idea di serietà, sono quindi adatti a siti “impegnati”, a banche, istituti finanziari, istituzioni, ecc…
- i colori complementari generano contrasto caldo-freddo (giallo/viola, arancione/blu-verde) e formano accostamenti piacevoli a vedersi favorendo nel caso di pagine di testo, la leggibilità
- esiste il chiaroscuro, già teorizzato da Leonardo: “Quel riflesso sarà di più spedita evidenza, il quale è veduto in campo di maggior oscurità e quel fia meno sensibile, che si vedrà in campo più chiaro”
- il colore è un segno molto forte capace di cambiare l`aspetto di un oggetto. Kandinski ci ha svelato che colori caldi sullo sfondo di freddi generano profondità: “Il colore caldo si muove verso lo spettatore, quello freddo se ne allontana”. Un oggetto rosso è più vicino di uno blu (le radiazioni rosse (lunga lunghezza d`onda) vengono rifratte di meno rispetto a quelle blu (corte)
- la percezione del colore può farci trascurare la percezione della forma [25].
Cromotipi
In pratica abbiamo a disposizione una tavolozza vastissima per colorare il fondo pagina e le aree diverse del sito, per sottolineare l`appartenenza di una pagina ad un`area specifica.
Ad esempio, per quanto riguarda la home page che segna la web identity ed il luogo dove si tracciano le coerenze di un percorso di lettura, la scelta cromatica fa parte di una dichiarazione di identità. Si sceglie il cromotipo, proprio come il logotipo:
È come il tracciamento rapido di un profilo, di uno stile che si dipanerà poi lungo il filo di un racconto: vengono qui anticipati in una riduzione tutte le componenti di identità – cromatiche, sonore, cinetiche [26].
Può essere una scelta monocromatica [27] oppure a più tonalità [28]. Il colore rappresenta comunque il comune denominatore e gioca un ruolo importante nel sottolineare coerenza e continuità nella diversità dello svolgimento del sito, che il visitatore è in grado di sentire subito.
L`architettura del sito diviene un`architettura del colore, dove il passaggio da un livello all`altro viene segnato dal salto cromatico [29].
Una buona soluzione spesso adottata è quella di scegliere colori decisi e caratterizzanti per la cornice in cui vive l`interfaccia di navigazione e usare uno sfondo neutro o bianco per il testo e i contenuti. Il classico nero su bianco della stampa rimane uno dei migliori espedienti per la leggibilità dei testi.
Così, in modo originale per la costruzione di un`identità cromatica può essere proprio l`alternanza e la massima variazione del colore [30].
Pensiero visivo
Ma cosa viene prima: l’immagine o la parola?
Nella partita a due che vede da un lato “i sostenitori del web come strumento iconologico (per cui il lettore segue le immagini, prima del contenuto) dall’altro i sostenitori dei contenuti logologici [31]” l’arbitro è ancora Calvino:
Esistono due tipi di processi immaginativi: quello che parte dalla parola e arriva all’immagine visiva e quello che parte dall’immagine visiva e arriva all’espressione verbale [32].
Da una parte la lettura, dall’altra il cinema. Due processi certamente diversi ma entrambi produttivi e, soprattutto, immaginativi! Diceva Federico Fellini: “nulla si vede realmente, tutto si immagina”. Pensiamoci: il digitale trasforma i tempi e i modi di lavoro ma rimane comunque fondamentale l`apporto della creatività umana che non può prescindere dall`insight, la visione interiore, appunto:
Il pensiero visivo pervade tutta l`attività umana, dall`astratto e teorico alle occupazioni più terra terra di tutti i giorni. Un astronomo riflette su un misterioso evento cosmico; un allenatore di rugby considera nuove strategie; un automobilista guida la sua auto lungo un`autostrada che non conosce: tutti pensano visivamente.
Nel bel mezzo di un sogno, mentre pensiamo cosa indosseremo oggi, mentre mettiamo in ordine una scrivania disordinata: noi pensiamo visivamente. I chirurghi pensano visivamente per eseguire un`operazione; i chimici per costruire modelli molecolari, i matematici per considerare le relazioni spazio-temporali, gli ingegneri per progettare circuiti, strutture e meccanismi, gli amministratori per coordinare e amministrare il lavoro, gli architetti per coordinare la funzione con la bellezza, i carpentieri ed i meccanici per tradurre progetti in cose [33].
Non c`è bisogno di insistere troppo, il lavoro del content manager che altro è se non un sapiente e pertinente immaginare?
Il corso: Web e social writing
[1] M. Belpoliti, L’occhio di Calvino, Torino, Einaudi, 1996, p. 257.
[2] I. Calvino, Se una notte d’inverno un viaggiatore, Torino, Einaudi, 1979, p. 298.
[3] I. Calvino, Lezioni americane, Milano, Garzanti, 1998, p. 55.
[4] I. Calvino, Se una notte d’inverno un viaggiatore, cit., p. 298.
[5] E. Pulcini, Scrivere, linkare, comunicare per il web, Franco Angeli, 2001, p. 58.
[6] Ibidem.
[7] L. Carrada, www.mestierediscrivere.com/testi/idee.htm.
[8] F. Carlini, Lo stile del web, Einaudi, 1999, pp. 101-102.
[9] Ivi, p 57.
[10] L. Carrada, www.mestierediscrivere.com/testi/idee.htm.
[11] M. Belpoliti, L’occhio di Calvino – prefazione, cit., p. IX.
[12] F. Carlini, Lo stile del web, cit., pp. 24/25.
[13] U. Eco, From Internet to Gutenberg, A lecture presented at The Italian Academy for Advanced Studies in America, 12 novembre 1996.
[14] D. Koansky, The philosophical programmer, St Martin Press, NY 19981998, p. 5.
[15] L. CARRADA, http://www.mestierediscrivere.com/testi/calvino.htm.
[16] F. Carlini, Lo stile del web, cit., p. 165.
[17] La Gestaltpsychologie ha studiato negli Anni Venti la percezione e formulato le leggi che stanno a fondamento di ogni figurazione. Per tale teoria, che il design utilizza ampiamente, la nostra percezione va al di là dei puri dati fisici forniti dall`esperienza sensoriale, ma li organizza a modo suo in “forme”, che seguono determinate leggi precostituite su base innata. Gli studiosi più rappresentativi sono: Max Wertheimer, Kurt Koffka, Wolfang Köhler, e in seguito Kurt Lewin e Kurt Goldstein. Inoltre, W. Metzger e K. Gottschaldt in Germania, A. Michotte in Belgio, F. Metelli e G. Kanizsa in Italia.
[18] Divina proporzione: http://www.sectioaurea.com/sectioaurea/sectio_aurea2.htm
[19] Questa semplice teoria ha prodotto giganti estetici come il Partenone, le cattedrali gotiche, si incontra nelle proporzioni del nostro corpo e nella dinamica di crescita di molti vegetali, e rappresenta un canone che recenti esperimenti statistici hanno confermato essere ancora valido per l`uomo moderno.
Il segreto della sezione aurea l`hanno scoperto i matematici: 0,618 è quell`unica soluzione di una espressione algebrica ridotta ai minimi termini nella quale sono inglobati il concetto di rapporto e di proporzione.
[20] Illuminanti sono gli studi di Gaetano Kanizsa: Grammatica del vedere, Società Editrice il Mulino, Bologna, 1980, Vedere e pensare, Società Editrice il Mulino, Bologna 1991. Il lavoro di Kanizsa è tuttora oggetto di ricerca e fonte di nuove idee per la psicologia, la fisiologia e l`intelligenza artificiale.
[21] Giocare con i colori http://www.ba.infn.it/~zito/museo/des168.html
ampia raccolta di link sul colore da un sito universitario finlandese: http://www.it.lut.fi/research/color/links.html
Un po` di bibliografia sul colore: http://www.graficagate.it/colore_recensioni.htm
[22] Nel 1864 Eugène Chevreul mise insieme il maggior catalogo dell`universo delle tinte antiche: Des couleurs et de leurs applications aux arts industriels, che elenca 14400 tonalità. (ne parla Manlio Brusatin in Storia dei colori, Pbe Einaudi, Torino 1983, p.6).
[23] Tommaso Campanella, Opere, a cura di R. Armerio, Ricciardi, Milano-Napoli 1956: Sopra i colori delle vesti, p. 852.
[24] J. Itten, Arte del colore, il Saggiatore, 1981, pag. 18.
[25] Lo sai che per questo motivo nella II guerra mondiale persone daltoniche, che hanno una maggiore capacità di distinguere le forme, vennero utilizzate per stanare nemici mimetizzati che osservatori normodotati non erano in grado di vedere perché ingannati dai colori?
[26] Giovanni Baule, L`immagine dell`accesso, Linea grafica 2000(5) n. 329, p. 25.
[27] www.teatrofrancoparenti.com/.
[28] www.piccoloteatro.org, www.intesabci.it/, www.fumetti.org/.
[29] Giovanni Baule, Cromotipi web, Linea grafica 2000(3) n.325 , p. 16.
Tanti livelli ed argomenti tenuti insieme dal rosa http://www.it.lastminute.com/.
[30] In un sito istituzionale poca seriosità e tanti colori per tante informazioni: http://www.inps.it.
[31] E. Pulcini, Scrivere, linkare, comunicare per il web, cit., p. 56.
[32] I. Calvino, Lezioni americane, cit. p. 93.
[33] R. H. McKim, Thinking Visually, 1980, cit da H. Rheingold in Virtual Reality, NY Touchstone Book 1992, p. 333/334.
- On 17 Ottobre 2012