Linguaggi inclusivi e intelligenza artificiale: scrivere e rappresentare le persone
di Riccardo Severino
Le nostre scelte linguistiche raccontano chi siamo in un momento preciso della nostra vita, ed è possibile fotografare il sistema di potere che si annida dietro e dentro le parole. La lingua, infatti, ci permette di tracciare un percorso, per scardinare i fattori che rendono il nostro mondo discriminante e poco inclusivo.
La scrittrice Chimamanda Ngozi Adichie parla di stereotipo della storia unica: il rischio di vedere (e quindi raccontare) una storia sola. La versione sbilanciata e poco attenta di realtà ben più complesse. Quando raccontiamo le persone, le culture e i Paesi come realtà monolitiche, creiamo una storia incompleta. A partire da qui, dovremmo chiederci cosa escludiamo dal nostro campo visivo. E in risposta, guardare alle discriminazioni sistemiche delle nostre società: come razzismo, classismo, ageismo, discriminazioni di genere e omotransfobia.
Per aiutarci nella sfera personale e professionale, nelle conversazioni, nelle didascalie sui social media e in ogni lavoro che abbia a che fare con la scrittura, possiamo disimparare alcuni pregiudizi, per sostituirli con un nuovo pensiero e quindi nuove parole. In questo studio, rifletteremo sugli orizzonti della nostra lingua. In particolare, sulla sua prospettiva inclusiva. Come meta le possibilità: dalle più alle meno accessibili, da quelle plausibili ad altre meno. Mai una gabbia per dire meno, bensì nuovi modi per dire di più. Molto, molto di più. Viviamo in società molteplici, che necessitano di narrazioni plurali. Per questo motivo, cercheremo parole precise, che evitano la generalizzazione e non dividono.
Nel primo capitolo, capiremo cos’è il linguaggio inclusivo e perché sarebbe meglio chiamarlo al plurale: i linguaggi inclusivi. Impareremo a riconoscere stereotipi, pregiudizi e bias cognitivi, per rompere l’ordine comune e accogliere il punto di vista altrui.
Dopo di che, nel secondo capitolo dell’elaborato, scivoleremo nel mondo dell’intelligenza artificiale, per indagare come i sistemi dell’AI rappresentano o non rappresentano la vastità delle persone. Capiremo, dallo studio di alcuni casi, cos’è il machine learning, e il ruolo che gioca nel perpetrare discriminazioni verso alcuni gruppi di persone. Discriminazioni che, spesso, rimangono nascoste.
Infine, nel terzo e ultimo capitolo, daremo spazio anche al tema dell’accessibilità e all’indagine di casi aziendali virtuosi, per capire come possiamo immaginare un futuro caratterizzato da sistemi di AI inclusivi, etici e responsabili.
Riappropriarci delle parole, o inventarne di nuove per dare voce al mondo che cambia, è un atto di giustizia sociale.
- On 20 Settembre 2024