I disturbi della letteratura e della scrittura in età scolare
di Anna Romeri
Sono arrivata al terzo anno di università senza saper bene quale argomento volevo approfondire nella tesi… una cinquantina di pagine su una mia ricerca… mah…
Immaginatevi voi: io, Anna, senza nessuna esperienza, a pensare cosa studiare e approfondire: uno spettacolo!
Ho riflettuto su cosa avrei voluto fare da grande, e quello era “il mese della psicologia dello sviluppo” (già, ogni mese cambiavo idea!). Così ho preso appuntamento con la docente di psicologia dello sviluppo della mia università (Trento), professoressa Paola Venuti.
Entrata nel suo ufficio non avevo molte idee, anzi, volevo sapere qualcosa sui disturbi dell’apprendimento, volevo lavorare all’Istituto arcivescovile per sordi, volevo imparare e conoscere, volevo… e per fortuna la prof mi ha aiutata: mi ha proposto di seguire un progetto con la sua collaboratrice Floriana.
Lo scopo della ricerca era la valutazione delle funzioni di base implicate nei processi di apprendimento scolastico, per poter individuare in modo precoce i possibili fattori di rischio delle difficoltà di apprendimento della lettura e della scrittura.
Per 6 mesi o più ho frequentato le lezioni, studiato, lavorato a questo progetto e all’Istituto arcivescovile. Ho faticato, ma ho scritto la mia tesi!
L’esperienza con i bambini
Per settimane sono andata quotidianamente con i collaboratori della professoressa alle scuole elementari di Rovereto e dintorni a somministrare dei test, collettivi e individuali, a bambini delle classi prima e seconda.
Un’esperienza stupenda. I bambini mi vedevano come una “maestra giovane” e mi accoglievano con una gioia indescrivibile. Non mi dimenticherò mai quanto entusiasmo avevano nell`eseguire le varie prove.
Nei mesi seguenti ho studiato le varie teorie sui disturbi della lettura e della scrittura; ho corretto i test somministrati e ho cercato di capire, attraverso i numeri, quanti e quali bambini presentavano difficoltà nei prerequisiti dell’apprendimento della lettura e della scrittura.
In conclusione di questa esperienza ho scritto la mia tesi (continuerò a sottolineare che è un mio lavoro perché ne sono davvero orgogliosa!). Nella prima parte ho presentato una sezione dedicata alla descrizione del modello di Uta Frith (1985), che rappresenta lo sviluppo dell’apprendimento della lettura e della scrittura, la classificazione della dislessia di Seymour (1985) e una spiegazione dei disturbi dell’apprendimento della lettura e della scrittura; nella seconda parte ho illustrato la ricerca effettuata, la metodologia e gli strumenti utilizzati; nell’ultima parte ho illustrato i risultati e le conclusioni alle quali siamo giunti.
Questo studio evidenzia l’importanza del monitoraggio costante delle classi, che permette un intervento precoce a sostegno dei bambini con deficit nello sviluppo delle abilità di lettura e scrittura. Non si deve comunque sottovalutare l’importanza del metodo d’insegnamento, poiché è fondamentale che le insegnanti abbiano tempi adeguati al reale livello di sviluppo del bambino e favoriscano, soprattutto in prima elementare, la maturazione dei prerequisiti e dell’apprendimento di strategia.
Lascio a voi la mia tesi e l’esperienza che racchiude, alla quale io sono grata per tutte le emozioni che mi ha permesso di vivere, ma soprattutto per avermi permesso di conoscere un sacco di persone meravigliose.
Che cosa ho imparato davvero
Io, dopo quest’esperienza, ho capito che la mia strada non sarebbe stata nella psicologia dello sviluppo, perché nel mio cuore sentivo che non sarei mai stata capace di lavorare quotidianamente con bambini in difficoltà. Perché? Non so dare una vera risposta. Forse perché adoro i bambini, adoro la loro ingenuità e spontaneità, il loro modo di fare, i mille “perché” e la loro immaginazione… e pensar di stare a contatto con delle piccole creature in difficoltà… beh, forse avrebbe spezzato il mio cuore.
Ne “Il piccolo Principe” di Antoine de Saint-Exupery si legge una grande verità:
“I grandi non comprendono mai nulla da soli.
Ed è faticoso per i bambini dare loro di continuo delle spiegazioni.”
13 maggio 2007
- On 19 Settembre 2012