Che contratti! Il libro per semplificare il linguaggio giuridico
Intervista a Lorenzo Carpanè e Veronica Morlacchi
di Gabriella Rinaldi
Complicare è facile, semplificare è difficile. Per complicare basta aggiungere tutto quello che si vuole: colori, forme, azioni, decorazioni, personaggi, ambienti pieni di cose.
Tutti sono capaci di complicare. Pochi sono capaci di semplificare. Per semplificare bisogna togliere, e per togliere bisogna sapere che cosa togliere […] La semplificazione è il segno dell’intelligenza.
Semplificare è complesso.
Per arrivare a sapere che cosa togliere e come farlo occorrono conoscenze, competenze e tanto allenamento.
Ce lo mette davanti agli occhi Bruno Munari, designer e grande sperimentatore, e ce lo mostrano Lorenzo Carpanè e Veronica Morlacchi nel loro nuovo libro Che contratti! Progettare, scrivere, disegnare contratti semplici e chiari.
Cosa c’entra il design con i contratti?
Tutto, a partire dalla collaborazione tra l’autore e l’autrice. La loro sinergia infatti nasce proprio durante la partecipazione a un corso dedicato al legal design.
Avvocata cassazionista, legal designer e legal project manager certificata lei, formatore di Palestra della scrittura e consulente di scrittura giuridica e assicurativa lui, hanno messo a fattor comune le loro esperienze professionali e hanno realizzato questo libro che è una sorta di cassetta degli attrezzi per farci riflettere su semplicità e chiarezza.
Chi ha bisogno di contratti più leggibili?
Me lo hanno spiegato in questo breve video l’autrice e l’autore:
Ricerche scientifiche, pratiche innovative, tecniche di scrittura e comunicazione sono state generosamente condivise in questo libro per chi progetta, scrive e gestisce i contratti. E per chiunque cerchi soluzioni pratiche per migliorare la relazione con la cittadinanza, le istituzioni, le aziende, i professionisti e le professioniste.
Utenti, gente comune, dirigenti, consulenti, legali d’impresa. Tutti e tutte abbiamo bisogno di contratti più efficaci e in grado di farci comprendere con semplicità e chiarezza i termini di un accordo contrattuale.
Questo però non vuol dire sacrificare l’esattezza giuridica e la funzione giuridica dei contratti, come precisano Lorenzo e Veronica.
E anche se sembra tutt’altro che facile, si può fare!
E si sta già facendo all’estero da diverso tempo. Pensiamo per esempio al plain language e a PLAIN International, l’associazione di cui Lorenzo Carpanè è socio, oppure agli studi di design thinking e ai nuovi strumenti tecnologici e di verifica basati su ricerche scientifiche che vanno sempre più avanti.
Da qualche tempo anche l’Italia, per merito di alcune aziende e istituti bancari, sta andando in questa direzione in nome della semplificazione e, più di tutto, in nome di una relazione proficua con noi, cittadine e cittadini.
Crescita economica, inclusione, giustizia e sostenibilità.
L’efficienza e l’efficacia della comunicazione contrattuale porta anche a questo, oltre a una maggiore consapevolezza e coerenza con i valori di cui molto spesso aziende e organizzazioni si fanno portatrici.
Il contratto, che riguardi il business o il consumo, è un elemento strategico a tutti gli effetti perché è anche strumento di problem solving e, quando è scritto con un linguaggio naturale e comprensibile, quando è leggibile, può diventare valore aggiunto in molti modi.
Lo sforzo è riconoscere che i contratti oggi, la maggior parte dei contratti, sono legati a forme linguistiche e stilemi desueti, slegati dal mondo attuale. Si tratta di rendere la lingua moderna, specchio della società attuale, senza per questo rinnegare la lingua italiana e la tradizione.
Semplificare infatti non è mai perdere, ma guadagnare in esattezza e fiducia. È contribuire alla vita economica, sociale, culturale e democratica del nostro paese.
Per questo dobbiamo e possiamo cambiare mentalità e per questo il lavoro di Lorenzo Carpanè e Veronica Morlacchi è prezioso.
- On 7 Novembre 2022