Intelligenza artificiale e copywriting
Intervista ad Anna Rachele Capolingua
di Gabriella Rinaldi
È laureata in giornalismo e comunicazione d’impresa e lavora da Capo d’Orlando dove ha fondato Sintagma, la sua agenzia di comunicazione. Insegna alla 24ore Business School ed è co-fondatrice di Cavalieri Digitali, l’evento dedicato al marketing digitale che ha l’obiettivo di rendere accessibili le competenze digitali per chi lavora al Sud.
Anna Rachele è partita dalla sua passione per la scrittura, pubblicando i primi contenuti su Instagram dove è conosciuta come @thecurlycopy. Poi è diventata copywriter e oggi è una mentore imprescindibile per tante persone che aspirano a intraprendere questa professione.
Sempre attenta a ciò che succede nel mondo digital, di recente ha lanciato Robocopy: il corso su AI e copywriting e ha partecipato anche a Social Women Talk.
Insomma tra le qualità di Anna Rachele è facile apprezzare fin da subito professionalità, preparazione e apertura alla collaborazione. Intervistarla è stato un grande piacere e un onore.
Ecco cosa mi ha raccontato su intelligenza artificiale e scrittura di copy.
Ciao Anna Rachele, nel tuo lavoro stai sperimentando l’uso dell’intelligenza artificiale nella generazione di contenuti. In che modo l’IA ti sta aiutando nelle attività di copywriter e formatrice?
Assolutamente sì! Mi sta aiutando nella ricerca delle fonti (Bard e Bing più di ChatGPT attualmente) per la formazione. Per quanto riguarda le attività da copywriter mi aiuta a superare l’ansia da foglio bianco. Genera idee in maniera più costante di me e spesso mi dà il punto di partenza per iniziare a lavorare ai vari progetti. Chiaramente, non li uso per generare testi completi.
È abbastanza evidente che l’intelligenza artificiale sta già influenzando il campo della scrittura. Quali credi che siano suoi i vantaggi e i suoi limiti a oggi?
Sui limiti possiamo star qui ore.
Questi strumenti non sanno le cose meglio di noi. Penso sia davvero importante sottolineare questo punto. Conosco persone che hanno chiesto a ChatGPT se esistono gli alieni o se esiste vita dopo la morte! Le AI generative studiano su ciò che noi abbiamo prodotto, quindi non possono saperne più di noi!
Fra i limiti principali è bene ricordare il fatto che si fanno influenzare dai nostri stessi bias e stereotipi. Provate a chiedere a Midjourney una foto di un gruppo di astronauti (in inglese, dove il genere è neutro) e vi mostrerà solo uomini. Ce lo ha dimostrato la founder di Brand Genesi all’evento Social Women Talk che si è tenuto a Roma a Settembre. Inoltre, questi strumenti non sono ancora in grado di fornirci fonti accurate, hanno le allucinazioni (inventano, cioè, delle risposte per compiacerci e mostrare che sono riuscite a svolgere il compito). Bisogna sempre verificare le risposte che ci forniscono e limarle in base alle nostre esigenze.
Detto questo, parliamo dei vantaggi.
Supportano la creatività, questo è il miglior vantaggio, a mio parere. Nel senso che possono enfatizzare e aumentare la portata del nostro pensiero, soprattutto nei momenti in cui siamo più sotto stress. Ricordiamo che il nostro lavoro è creativo, è vero, ma è anche soggetto a scadenze e brief da rispettare. Molto interessante, in questo senso, il lavoro di studio e di sensibilizzazione che sta svolgendo Elisabetta Alicino e la sua Brand Genesi.
Sono degli assistenti molto rapidi e incredibilmente precisi che possono svolgere delle attività di supporto al nostro lavoro. Se abbiamo dei processi ben precisi e chiari, se conosciamo bene come deve essere prodotto l’output (com’è un titolo efficace, per esempio) e riusciamo a studiare bene come strutturare l’input (il cosiddetto prompt design) possiamo ottenere davvero degli ottimi risultati in termini di aumento della velocità di produzione dei contenuti senza ridurne la qualità. Inoltre sono perfetti per “replicare” il proprio modo di lavorare a partire da schemi o informazioni già in possesso dei professionisti. Gli ambiti di applicazione sono davvero infiniti!
Come copywriter ti occupi di molte applicazioni della scrittura sul web: scrittura per la vendita, email marketing, SEO, microcopy, script video, social media, ecc. Contenuti diversi con obiettivi diversi. C’è un campo tra questi in cui l’uso dell’intelligenza artificiale ti ha dato più soddisfazioni?
Sicuramente i testi brevi e poco creativi come meta-description, caption per i social, ma anche e soprattutto per cercare idee.
Mi piace provare a far mettere lo strumento nei panni dei miei lettori e ragionare su pain point e desideri e poi fare brainstorming su titoli, call to action, ganci per i social e chi ne ha più ne metta!
Scrivere prompt efficaci è il fondamento per allenare la macchina a restituire risposte di qualità. Credi che sia possibile ottenere dei contenuti pronti all’uso?
La revisione umana è tutto. Ritengo davvero una incredibile forma di superficialità fare un mero copia-incolla del contenuto realizzato dalle AI generative. Immagina di lavorare in agenzia e chiedere a una persona che ha iniziato a lavorare da un mese come copywriter, di realizzare da zero i testi di un sito web e mandarli al cliente senza una revisione (da parte di una figura senior o da qualcun altro in agenzia). Sarebbe assurdo! Allora perché fare lo stesso con un tool che non ha nemmeno un briciolo di raziocinio?
Puoi darci alcuni suggerimenti su come scrivere prompt ottimali?
Cerco di riassumere tutto in tre grandi consigli:
- Parla chiaramente: pensa di rivolgerti a una persona che ha appena iniziato, che non ha davvero idea di come si svolgano i compiti. Non dare nulla per scontato.
- Usa il prompt “agisci come” per richiamare all’attenzione del tool le mansioni che dovrebbe compiere e le skill necessarie per farlo. Un esempio? Se chiediamo di abbozzare l’outline di un articolo, diciamo prima a chatGPT di agire come un seo copywriter, così saprà come fare.
- Studia, studia, studia. Spesso basta un canale YouTube per iniziare.
Quali sono i risvolti etici e come si coniugano con l’uso sempre più consistente che si fa dell’AI in tutti gli ambiti?
È eticamente importante che gli utenti siano a conoscenza del fatto che stanno interagendo con contenuti generati dall’AI. Questo include l’uso di disclaimer che esplicitino l’uso dell’AI nel copywriting, nel marketing, e in altri campi in cui i contenuti possono influenzare le opinioni o le decisioni delle persone. Negli USA si stanno già normando alcuni contenuti in questo senso. Sarà interessante capire come reagiranno gli utenti in questo senso.
L’altro tema etico importante riguarda la privacy e la sicurezza dei dati. È cruciale gestire i dati in modo responsabile, assicurando la protezione delle informazioni personali e sensibili. Fra le domande più frequenti: l’AI studia e impara dalle mie conversazioni? Per il momento no o, almeno, non sempre. Ma cosa succederà in futuro?
Incontri un mago, ti dà la possibilità di vedere nella sua sfera di cristallo. Sei nel 2033: come vedi il futuro della scrittura e della comunicazione digitale?
Più strategico e meno operativo. Penso che un giorno nessun copy scriverà più meta description, le lasceremo al chatGPT del futuro, ma continueremo a cercare di comprendere il nostro target e arrovellarci per comprendere come entrare in empatia con i nostri lettori. Solo dall’empatia nasce la fiducia e solo dalla fiducia nascono i rapporti. Anche quelli commerciali.
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