
Intelligenze artificiali, professioni umane
di Silvia Sacchelli
Persone e macchine scrivono il futuro del lavoro
Sono seduta accanto a due avvocati che hanno solo qualche anno più di me e ascolto la loro conversazione; parlano di tutt’altro che leggi e giustizia. Si aggiornano sugli avvenimenti dell’ultimo periodo, tra ristoranti, viaggi e partner, come se non si vedessero da settimane, e poi parlano di quello che faranno, di futuro. Uno dice all’altro che ormai il tempo non scorre più come anni fa, che ci sembra di vivere dieci vite diverse che si intrecciano tra loro e questo come conseguenza delle nuove ed emblematiche tecnologie, tra social media, smart working e intelligenze artificiali.
Si sente l’eco stridulo di un microfono che richiama l’attenzione di tutti: io, questi due ragazzi e altri cento tra avvocati e professionisti del settore, stiamo per conoscere il futuro delle professioni a seguito dei rapidi avanzamenti tecnologici e della crescente automazione. Ce ne parlano in un dibattito Richard Susskind, autore del libro “The future of the professions: how technology will transform the work of human experts”, scritto a 4 mani con il figlio e pubblicato nel 2015, e Carlo Gagliardi, Managing Partner di Deloitte Legal che ha firmato la prefazione del libro.
Ho scritto con ChatGPT, tre testi che racchiudono i temi principali del libro, con tre visioni di futuro diverse: uno provocatorio, uno rassicurante e uno storytelling fantasioso per i più creativi; leggi quello che più ti rappresenta.
Addio Lavoro, Benvenuta IA!
Ah, “Il futuro delle professioni” di Richard Susskind, un viaggio entusiasmante in un mondo dove la tecnologia minaccia di rendere obsoleta gran parte del nostro lavoro! Gli avvocati diventeranno appendici digitali, lasciando agli algoritmi il compito noioso della ricerca legale. I medici? Ah, verranno sfidati dall’intelligenza artificiale che diagnosticherà con precisione da robot! E gli insegnanti? Beh, dovranno competere con tutor intelligenti e piattaforme online personalizzate che faranno la parte “spassosa” dell’insegnamento. E che dire dei contabili e revisori? L’IA farà il loro lavoro meglio di loro, ma almeno potranno consolarsi con un po’ di consulenza strategica. E gli operatori di call center? Sì, i chatbot li scalzeranno via, mentre loro si godranno risposte automatiche. E se siete architetti o ingegneri, preparatevi a vedere la vostra creatività ridotta da progettazioni assistite da computer e stampa 3D!
Ma non temete, ragazzi! Potrete sempre reinventarvi come consulenti specializzati in “problematiche super intelligenti”. Il futuro sarà fantastico, no? 😉
Un’armoniosa sinergia
Tranquilli! “Il futuro delle professioni” di Richard Susskind è un invito a guardare con fiducia al domani nonostante i cambiamenti tecnologici. Le professioni subiranno trasformazioni, ma questo non vuol dire che saranno sostituite o che le competenze umane perderanno valore. Gli avvocati potranno dedicarsi a questioni più complesse e consulenze specializzate, i medici manterranno l’empatia e il calore umano nel rapporto con i pazienti. Gli insegnanti continueranno a essere fondamentali, avvalendosi della tecnologia per un insegnamento personalizzato.
I contabili e revisori saranno più efficienti grazie alla digitalizzazione, ma la loro esperienza e capacità analitiche saranno sempre preziose. Gli operatori di call center avranno un ruolo importante anche con l’uso di chatbot, gestendo situazioni delicate con la loro sensibilità umana. Gli architetti e ingegneri combineranno tecnologie avanzate con la creatività umana per soluzioni uniche e innovative. Il futuro delle professioni sarà una collaborazione tra umani e tecnologia. Le competenze umane, come il pensiero critico, la creatività, l’empatia e l’adattabilità, saranno sempre richieste e valorizzate. Il cambiamento tecnologico aprirà nuove opportunità, ma il talento e l’ingegno umano continueranno a guidare il progresso, definendo un futuro luminoso e stimolante per le professioni!
Futuria
Nella città incantata di Futuria, le professioni vivevano in armonia, ciascuna con il suo tocco unico. Gli avvocati erano talentuosi oratori, i medici avevano il potere di trasformare il dolore in sorrisi e gli insegnanti erano maghi dell’apprendimento. Tuttavia, un giorno, l’arrivo di Tecnologica portò un cambiamento sconvolgente. Gli avvocati sperimentarono l’intelligenza artificiale, i medici si affidarono ai dispositivi medici intelligenti e gli insegnanti furono sorpresi dai tutor virtuali.
Le voci della sostituzione si diffusero tra le professioni, ma un saggio Maestro Mentore li rassicurò. Egli li incoraggiò ad abbracciare le potenzialità di Tecnologica, poiché poteva migliorare le loro abilità, non sostituirle. Così, le professioni di Futuria abbracciarono la novità con fiducia, trovando una fusione armoniosa tra l’essenza umana e la potenza tecnologica. Non sparirono, ma si evolsero in qualcosa di ancora più straordinario, creando un futuro di meraviglia e speranza, dove le stelle brillarono ancora più luminose.
Qualsiasi testo tu abbia scelto di leggere, concordiamo di essere di fronte a un’importante rivoluzione tecnologica. Di certo non la prima e probabilmente nemmeno l’ultima. Pensa che nel 1940, gli abitanti di New York preferivano fare 8 piani di scale a piedi piuttosto che prendere il primo ascensore automatico; il progresso tecnologico al tempo era un colpo di scena, fuori dall’ordinario. Nel 2023 il Machine Learning raddoppia le sue performance ogni due mesi e tutte le attività che svolgiamo sono registrate e diventano un codice in una enorme rete mondiale di dati.
Come accade durante ogni rivoluzione siamo di nuovo giunti a un punto cruciale delle nostre vite: dobbiamo scegliere se rimanere statici e uscire dal mercato o aggiornarci e reinventarci per far fronte a questo cambiamento di mentalità radicale. Non è come molti credono, una gara tra uomo e macchina; dobbiamo iniziare a considerare l’intelligenza artificiale come partner nel lavoro e concentrare la formazione sulle persone che incarnano i ruoli e non sui ruoli che queste svolgono. Quindi non ha più senso formare gli avvocati come 30 anni fa, perché oggi un avvocato deve avere competenze trasversali, conoscere la legge, saperne di tecnologia e di management.
Ogni professione con il passare del tempo dovrà essere riorganizzata, avvocati inclusi; i corsi di laurea dovranno cambiare perché, spiega Susskind, ormai non si tratta di fare meglio il proprio lavoro, ma di fare cose totalmente diverse. E non ci stupisce sapere che nei prossimi 10 anni, il 50% delle professioni nel mercato potrebbe non esserci più.
Alcuni avvocati tra il pubblico borbottano. Si dicono sottovoce che il mondo sta andando in rovina per colpa di “queste intelligenze” che fanno solo danni e che stavamo meglio prima. Come se non avessero preso l’ascensore per arrivare qui.
Non accogliere il progresso è come cercare di fermare il vento con le mani; chi usava la macchina da scrivere al posto del Macintosh non era un anticonformista, era solo più lento. In Italia rincorriamo questo ideale dell’innovazione, la politica ci racconta di quanto siamo moderni, ma di fatto ci siamo appena affacciati all’utilizzo dell’IA e stiamo iniziando a comprendere ora quanto sia vasto questo territorio, seppur intangibile.
Potremmo prendere spunto da paesi come l’India in cui l’intelligenza artificiale è da anni una soluzione ai problemi. Ci sono circa 1,4 miliardi di persone nel Paese e la Corte Suprema ha creato un’IA che traduce tutti gli aspetti legali nelle circa 200 lingue e dialetti. Inoltre, l’India possiede l’infrastruttura più grande al mondo con IA per l’identificazione biometrica, un sistema unificato mobile per le tasse, un cloud in cui ogni cittadino può registrare i documenti importanti come i diplomi, certificati medici e molto altro.
Di recente, una start up, per intervenire sulla mancanza di medici e infermieri in India, ha creato un’applicazione per cellulare per individuare il tumore al seno. Il bisogno in questi casi infatti non è avere più medici, più avvocati, ma più diagnosi, più medicine, più sentenze, in minor tempo.
L’invito che ci viene rivolto alla fine dell’incontro, che è un po’ anche la morale del libro, è quello di aprirci e capire l’enorme potenziale delle nuove tecnologie, che non ha senso averne paura; piuttosto ha senso informarsi e conoscerle per imparare a utilizzarle a nostro vantaggio nella vita e soprattutto nel lavoro.
P.S. Interessante la domanda che Carlo Gagliardi ha rivolto a ChatGPT, riportata nella prefazione del libro di Susskind: “Gli avvocati esisteranno ancora tra 20 anni?”.
Risposta: “è probabile che gli avvocati esisteranno ancora tra 20 anni. Anche se l’automazione e l’intelligenza artificiale stanno diventando sempre più sofisticate e possono svolgere alcune attività che erano tradizionalmente svolte dagli avvocati, ci sono ancora molte ragioni per cui le persone continueranno ad avere bisogno di avvocati in futuro. Ad esempio, gli avvocati sono ancora necessari per rappresentare i clienti in tribunale, per negoziare accordi legali complessi, per offrire consulenza giuridica personalizzata e per aiutare le persone a comprendere e navigare il sistema legale. Inoltre, molte questioni legali sono complesse e richiedono una comprensione approfondita della legge, della giurisprudenza e della pratica giudiziaria.
Tuttavia, è possibile che la tecnologia continui a trasformare il modo in cui gli avvocati lavorano, ad esempio attraverso l’uso di strumenti di intelligenza artificiale per l’analisi dei documenti o la ricerca giuridica. In questo modo, gli avvocati potrebbero essere in grado di lavorare in modo più efficiente e di concentrarsi su attività ad alto valore aggiunto, ma rimanendo comunque indispensabili per molte attività giuridiche importanti.”
C’è da rifletterci su.
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- On 6 Settembre 2023