IL MONDO È CAMBIATO. E (NON) LO SAPPIAMO
di Lorenzo Carpanè
Siamo nel pieno della terza più grande rivoluzione comunicativa. Talmente nel pieno che non ci rendiamo del tutto conto della sua portata. Proviamo a capirci qualcosa, molto in breve
Rivoluzione 1: invenzione della scrittura. Ricordiamo che anche di questa scoperta qualcuno si è lamentato (non uno qualsiasi: Platone) perché, diceva più o meno, “oggi i ragazzi non imparano più niente a memoria”.
Che la scrittura abbia trasformato il mondo è fin troppo evidente. Non tanto perché qualcuno a un certo punto ha anche pensato di scrivere le leggi, per cui “carta (o pietra, o pergamena) canta”, ma per un altro motivo ancora più profondo: da allora per la prima volta i pensieri sono diventati materia. È vero, prima si incidevano scene sulla pietra, ma è solo con la scrittura che diventa possibile fissare le forme più complesse di pensiero.
Grosso modo si può inoltre dire che l’autore intellettuale e realizzatore del prodotto fisico coincidono; che il tempo di realizzazione di un esemplare di un testo è lento; che la trasmissione da autore a lettore è, semplificando, da uno a uno.
Rivoluzione 2: invenzione della stampa. Con Gutenberg (metà ‘400) succedono alcune cose.
Autore intellettuale e materiale non coincidono più: in mezzo ci si mette il processo produttivo, dapprima artigianale, poi industriale. Il libro diventa a tutti gli effetti un prodotto economico, soggetto alle leggi del mercato. I tempi di produzione si velocizzano. Già agli esordi della stampa, nel tempo di realizzazione di un manoscritto si stampano 1000 copie di un libro. La trasmissione del sapere non è più quindi lineare, ma a raggera: da uno a molti. Lo spazio comunicativo si è allargato, i tempi si sono ridotti.
Rivoluzione 3: il web (+ social media). Oggi, per certi aspetti, siamo tornati all’età manoscritta, nel senso che di nuovo l’autore intellettuale e quello materiale possono coincidere. Io scrivo e “pubblico” ciò che scrivo senza nessuna mediazione. Ma, per la prima volta nella storia umana, chiunque può comunicare (parole, suoni, immagini, presto anche profumi e anche oggetti) immediatamente ovunque con chiunque.
Tempo e spazio della comunicazione sono di fatto annullati.
Come ogni volta che c’è stata una rivoluzione comunicativa di tale portata, cambia il nostro modo di pensare e di vivere, perché cambia la percezione del tempo e dello spazio, cioè le coordinate fondamentali della vita.
Quindi ciò in cui siamo immersi è una transizione, di cui non conosciamo esattamente i limiti, verso nuove percezioni del tempo e dello spazio.
Tra gli altri aspetti, cambia anche la scrittura, perché cambiano i mezzi (ricordiamo McLuhan), soprattutto in quei mezzi che richiedono una interazione rapida (social media, messaggeria).
La differenza di questa rivoluzione, rispetto alle altre è anche che è a portata di quasi tutti. Gli effetti sono molto più rapidi, in un processo in cui la rivoluzione si autoalimenta. Talmente veloce che molti non se ne accorgono. Semplificando, di nuovo: abbiamo per le mani uno strumento potente e crediamo sia un giocattolo. Può essere magnifico. O pericoloso. Sta a noi decidere di imparare ad usarlo.
- On 18 Marzo 2019