Va’ che roba
Quando un insegnante gongola nel mostrare la qualità dei suoi ragazzi.
All’Università Iulm, l’esercizio finale del Laboratorio di scrittura per i social media.
di Alessandro Lucchini
Martedì 10 dicembre, ore 15.
Inizia l’ultimo incontro del Laboratorio di scrittura per i social media all’Università Iulm. Non le chiamavo lezioni, proprio per staccarci dalla dimensione classica d’aula, io qui a pontificare e voi lì ad ascoltare: è un laboratorio, si condivide, si suda, si dubita insieme, si cerca, si tira la lima, si sorride.
Quest’ultimo incontro l’avevo intitolato Christmas Gift: socializziamo ciò che abbiamo imparato. Perché il tema del Laboratorio era proprio la scrittura per i social. Non nella sua chiave tecnologica, o di marketing, ma proprio nel significato di condivisione, di apertura, di semplicità. Social nel senso di sociale, appunto, democratico, alla portata di tutti, e a beneficio dei più. Perché il presupposto è evidente: in un contesto che oggi inverte e mescola i ruoli di scrittore e di lettore, e invita a una logica di reciprocità, e quindi di conversazione, la scrittura modifica i propri fondamenti. Il Laboratorio voleva infatti offrire ai ragazzi strumenti per rileggere la comunicazione web con la lente social, facendo leva sui valori di semplicità, immediatezza, vicinanza, condivisione e viralizzazione.
Bene. La domanda con cui apro l’ultimo pomeriggio è: «Se l’anno prossimo questo Laboratorio non lo tenessi io, ma lo teneste voi? Sapete che insegnare una cosa è il modo più sicuro per impararla bene bene. Vi va di pensare come promuovere sui social il “vostro” Laboratorio?».
Sguardi persi, ma solo per pochi secondi. Conoscono il metodo: provocazione iniziale, raccolta di idee, organizzazione in gruppi, brainstorming, clustering, e subito giù a scrivere.
Ecco cos’hanno prodotto in un’ora e un quarto di lavoro.
Articoli per blog e per LinkedIn, post per Facebook, storie e video per Instagram o per YouTube, usando applicazioni di cui ignoravo l’esistenza. Tutti con idee originali – con qualche ingenuità, ok, ma vivaddio – e sempre con una precisa coerenza tra i vari elementi del contesto (mittente, destinatario, messaggio, obiettivo, strumento). Roba che se lo dai a un’agenzia del centro di Milano ti chiedono tre settimane e diverse migliaia di dollars.
Va’ che roba.
Se sento ancora dire che i giovani… poca voglia d’impegnarsi… culini di cachemere… sempre lì a smanettare coi cellulari… guarda, gli salto alla gola.
(va beh, ho esagerato, ma solo un po’)
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Chiaraluna Franceschi, Chiara Da Ros, Fabio Frigo, Camilla Todaro
Post carosello per Instagram, con messaggi umoristici: «A te che non capisci perché pensano che tu sia arrabbiato se non usi le emoji in chat», o «A te che non sopporti chi ti manda 15 messaggi per chiederti una sola cosa», e altri anche più spinti ;-), con videomessaggi in chiusura sui vantaggi ottenuti.
Lorenzo Calzolari, Ilaria Giannelli, Arianna di Tullio, Anastasiya Chypyha
Un video di un minuto che racconta uno scambio whatsapp (wow il conversational writing!) tra due studenti (wow la peer-to-peer communication!), con tanto di musica frenetica, velocizzazione delle schermate, correzioni dei refusi, etichette «sta scrivendo…», emoji a pioggia e pur sempre appropriati. Un sacco d’informazioni con freschezza e credibilità.
Francesco Tritto, Aurora Del Corso, Riccardo Rossi, Marcello Passoni
«Sapresti scrivere un post per conto di un’azienda? Saresti in grado di interagire con soggetti diversi, sui social, cercando di avvicinarli al tuo brand? Come affronteresti una crisi sui social?» Partendo da queste domande, il post snocciola su Instagram il programma, le esercitazioni, le competenze per la comunicazione social, gli ospiti esperti di settori diversi, dalla pubblica amministrazione ai brand di moda.
Gaia Stucchi, Alessia De Toni, Michela Novati, Ana Crespo
Sullo stesso argomento, quattro testi diversi per contenuti e per linguaggio: due post per Instagram e uno per LinkedIn, che testimoniano l’esperienza acquisita, e poi una mail pensata dalla segreteria dell’Università, con un taglio più istituzionale. Ottimo esercizio che trae spunto dagli Esercizi di stile di Raymond Queneau, attualizzandoli nell’universo social.
Eleonora Capozza, Francesca Gaibisso, Michela Meneghelli, Erika Besenzoni
Tre post per Facebook, il social più discorsivo: uno che presenta il programma in generale; uno specifico sul negotiating writing, utile per gestire le critiche sul web, cariche d’impulso emotivo; uno sul clustering, la tecnica creativa che libera il flusso dei pensieri.
Beatrice Facchinetti, Elena Scapin
«Basta con le imbarazzanti gaffe nella scrittura digital!» Nel post per Instagram, l’evidenza del problema che il Laboratorio risolve, e nella didascalia l’invito a iscriversi, con le informazioni essenziali.
Elisa Peralti, Sara Brevi, Rachele Salvi
Una pagina Instagram dedicata al Laboratorio, con diverse storie in evidenza, una per ogni argomento trattato, così da funzionare sia come recap per gli studenti frequentanti, sia come recupero per gli assenti. Con un potenziale di condivisione, per i tag degli studenti stessi.
Francesca Angusti, Dario Cilluffo, Benedetta Lecchi, Noemi De Lisi
Pensato per il blog IULM, l’articolo invita gli studenti a iscriversi. Presenta la gamma dei contenuti (semplificazione, clustering, metodo CRG, scrittura sincrona, scrittura negoziale…); evidenzia l’interazione sviluppata in aula tra docente e studenti, i materiali e i feedback ricevuti sul lavoro svolto in aula tramite la Community; valorizza i case study proposti da professionisti esterni; testimonia con i video l’esperienza diretta dei partecipanti (video1 – video2 – video3).
Stefania Magni, Camilla Piazza, Alice Stucchi, Valentina Romeo
Trenta secondi di video con dentro tutto: l’identificazione del bisogno, ossia trasformare i pensieri in frasi sensate sui social, la proposta di soluzione, con le tre regole base: 1) write the way you speak, 2) scrivi reader focused, 3) Calibra Ricalca Guida, e call to action finale.
Selina Pasotti, Filippo Pennisi
Un post per Instagram che recupera la potenza della retorica – forte il chiasmo del titolo “Scrivere per lavorare, lavorare per scrivere” – e sottolinea la centralità della scrittura in tutte le professioni attuali, e il ruolo dei social nella realtà collettiva.
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Ringraziamenti
Grazie ad Alessandra Mazzei, la Prof, che fortissimamente volle questo Laboratorio.
Grazie a Chiara Fisichella, che mi ha guidato nei meandri della Community studentesca e dei regolamenti universitari.
Grazie alle mie colleghe Paola Perna, Titti Soncini e Serenella Panaro, che hanno testimoniato la loro esperienza ai ragazzi.
E grazie a voi, ragazzi. Avete presente quella filosofia di apprendimento fondata sui tre verbi della vita? > learn – earn – return
The first part of our life is to learn, the second is to earn, the third is to return.
Ecco, voi siete nella prima fase della vita, dedicata a imparare. Vi affacciate alla seconda, che vi farà capitalizzare ciò che avete imparato. Io sono nella terza fase, dedicata a restituire agli altri ciò che ho imparato e guadagnato.
Grazie, perché mi avete fatto sentire come fossi ancora nella prima.
Fate che il mondo si accorga del vostro valore
- On 15 Dicembre 2019