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Alé – i testi delle canzoni

di Alessandro Lucchini

Che poi, c’era bisogno di un cd?

Queste sette canzoni dicono alcune delle cose
che forse non riesco bene a dire (o a dare)
alle persone che amo. Sono dunque un regalo,
scanzonato, in parte,
e in parte un fatto di gratitudine.

* se vi va di ascoltarle potete cliccare sui titoli

Ti regalerò
Il tempo, il valore più prezioso

Ti regalerò un secondo per scattare una foto dall’alto sul mondo
così poi se vorrai ritoccare uno sfondo, o un particolare, potrai farlo col tempo che vuoi
Ti regalerò un minuto per trovare la scena di quel film che hai vissuto
e godertela, e piangere, e ridere tutto quello che non hai potuto, così poi
Ti regalerò un’ora per rilegger le pagine del libro che ancora
ti fa vivere fuori dal tempo, dallo spazio che ti rotola intorno
e ti porta in un tempo che lascia ascoltare le note di quella canzone

Ti regalerò tempo per stupirti, per chiudere gli occhi
per tornare a fidarti, per credere, per capire il dolore degli uomini
per decidere di prendere in mano quel pensiero che sembra lontano
ti regalerò tempo

Ti regalerò una notte, e un giorno, per dormire e vedere poi il sole là intorno
e seguir quella seconda stella, a pensarci, ogni volta più bella
Ti regalerò un mese, scegli tu se di note sapute o di sorprese
che se tocchi su e giù la tastiera quando canti tu riempi la sera e poi
Ti regalerò un anno per salutare le angosce che poi se ne andranno
e per scriver la storia per noi con la trama e il finale che vuoi
camminare nel solco del nostro futuro così da non perderci mai

Ti regalerò tempo per stupirti, per chiudere gli occhi
per tornare a fidarti, per credere, per capire il dolore degli uomini
per decidere di prendere in mano quel pensiero che sembra lontano
ti regalerò tempo

Mangiala
Una piccola storia sugli incontri che scuotono le vite

Lei si camminava tra i pensieri, lui la riconobbe da lontano
lei sfogliava sogni e desideri, lui battè il suo passo con la mano,
e nemmeno il ciclo di un respiro, lei gli si piantò davanti al cuore
e corsero a girare il loro giro, in bilico tra il tenero e il furore

Salirono il sentiero del coraggio, travolsero credenze e pregiudizi,
cercando in ogni tappa di quel viaggio, se non la prova, almeno degli indizi
di un soffio che avvolgesse quella storia, con l’impeto furioso del maestrale,
sapendo consegnare alla memoria un brivido sul punto del finale

e lei gli disse
Mangiala, mangiala, mangiala, mangia la mia vita, la sua polpa, il suo battito
cogli il suo dolore, la fatica, il suo muscolo, ridi di ogni inciampo, coi tuoi occhi nei miei
e lui rispose
Vivila, vivila, vivila, vivi la mia anima, vai dentro, sconvolgila
portala a ballare senza sosta, stordiscila, falla riposare solo un attimo poi

Passarono sugli anni e sulle strade, riempirono d’impegni i loro giorni
cogliendo dalla vita quel che accade, viaggiando tra metropoli e dintorni,
ma un giorno mentre lei stava aspettando, in un posto dove lui doveva andare,
lei vide la sua sagoma e fu quando lui smise di soccombere al dolore

e lei gli disse
Mangiala, mangiala, mangiala, mangia la mia vita, come un tempo, sminuzzala
spalmala nel cuore, con le mani distendila, mescolane gli attimi insieme coi tuoi
e lui rispose
Vivila, vivila, vivila, vivi la mia anima, che sai come prenderla,
mettila nel cardine, poi girala, spingila, sposta le lancette della storia per noi

e lì, ancora lì, sole o tempesta, sempre lì
e lì, sempre lì, in angoscia o in festa, ancora lì

e lei gli disse
Mangiala, mangiala, mangiala, mangia la mia vita, la sua polpa, il suo battito
cogli il suo dolore, la fatica, il suo muscolo, ridi di ogni inciampo, coi tuoi occhi nei miei
e lui rispose
Vivila, vivila, vivila, vivi la mia anima, vai dentro, sconvolgila
portala a ballare senza sosta, stordiscila, falla riposare solo un attimo poi

e lei gli disse
Mangiala, mangiala, mangiala, mangia la mia vita, come un tempo, sminuzzala
spalmala nel cuore, con le mani distendila, mescolane gli attimi insieme coi tuoi
e lui rispose
Vivila, vivila, vivila, vivi la mia anima, che sai come prenderla,
mettila nel cardine e poi girala, spingila, sposta le lancette della storia per noi

Un posto da chiamare casa
Questa è nata in aereo, e anche questo un senso ce l’avrà

Voglio un posto da chiamare casa
un angolo di terra su cui camminare
un tavolo rotondo per dimenticare
tutta la solitudine del mondo

Voglio un posto da chiamare casa
Una zattera soltanto un poco più sicura
una grande coperta per quando la paura
verrà a strappare gli argini del sogno

Voglio una finestra dove respirare
una poltrona a dondolo dove fumare
magari qualche seme con cui coltivare
almeno la speranza di un ritorno

Voglio solo un posto da chiamare casa
mi dite quanto costa questa mia ambizione
e che danno può venire poi alle persone
se cerco solo un posto da chiamare casa

Voglio un giradischi per poter cantare
tela e cavalletto per poter dipingere
un grande specchio per giocare o fingere
coi vari personaggi della mia storia

Voglio un orologio che fermi le ore
un sacco da appendere e poi da massacrare
una porta enorme con cui spalancare
la corrente che pulisca via il dolore

Dimmi se davvero esiste al mondo questo posto
voglio camminare in quella direzione
un passo dopo l’altro senza esitazione
giuro che ci arrivo, dovunque sia quel posto

Voglio le tue braccia per spinger via i muri
la tua risata che riscalda i cuori
la luce dei tuoi occhi che splende ogni cosa
è solo quello il posto che io chiamo casa

Blues della tromba nascosta
Per il “vorrei ma non posso” che sta dentro ciascuno di noi

Questa canzone è il blues di una voce nascosta
per quelli che non san far le domande che trovan risposta
quelli che non sanno alzare la mano per chiedere aiuto
quelli che poi si rimprovereranno di avere perduto

So che ti han detto un milione di volte, con modi brutti
“Cosa ci vuole, dai suona, che ci son riusciti tutti!
Che cosa aspetti a graffiare le stelle col tuo respiro
Cosa ti tiene da ridere al mondo prendendolo in giro”

C’era una volta un uomo incapace di camminare
Il medico prese una palla e poi si mise lì a giocare
Quello, distratto, si alzò e lo seguì in quella direzione
Forse il segreto è lasciare una chance alla distrazione

Quasi ogni freccia va prima all’indietro per poi scoccare
Quasi ogni balzo si carica in giù per poi decollare
Quasi ogni volta che il mondo ha patito una situazione
Qualcuno si è concentrato e ha trovato la soluzione

Dai vieni fuori mia timida tromba, su, avanti, coraggio
Il mondo attende la tua melodia come un salvataggio
Certo lo so, che non è una cosa proprio automatica
Mettiti in mostra, che sei così bella e così simpatica

I shall have gone
Il futuro anteriore, l’anelito al cambiamento che vorremmo già qui. Mezzo in inglisc, chissà poi perché

Ti ricordi il tempo in cui c’eran dei giorni che rigavan gli occhi e la tua età
tI portavi dentro quel fottuto scontro che ti tratteneva là
rotolavi giù, ti relegavi in fondo a un buio che non si accendeva mai
ti sentivi incatenata da un pensiero che diceva “non ci riuscirai”

Ma una storia no, non è una storia finché non ti ha rivoltato l’anima
finché tu non hai portato tutto il peso del dolore che significa
finché non l’hai scritta col tuo sangue e anche con il ritmo della tua allegria
finché dentro al cuore tu non hai sentito il colpo che la fa volare via

One day I shall have gone
I shall have layed my gun down
have reached my promised land
and found a peaceful hand

E fu una notte che il pensiero cambiò il verso dello sguardo e della fantasia
ti dicesti «quando avrò toccato il fondo, e avrò pagato il conto, e quel che sia,
potrò correre, ballare e mordere le stelle fino a che mi piacerà»
comprendesti di aver guadagnato il tuo diritto al rischio della libertà

One day I shall have gone
I shall have layed my gun down
have reached my promised land
and found a peaceful hand
One day I shall have gone
I shall have enlightened my sun
My favourite songs will have been sung by everyone
and I’ll be loving, living life and having fun

Make what’s next song
Nata a Venezia inseguendo un proverbio africano (go fast/go far);
questa tutta inglese, forse per tener larga la visuale

Life is a changing system
Very little space for unfailing wisdom
We need a vision to reframe our ways
And a wide agenda to reset our days
Everybody dreams of changing the world
Better do our best to change the words
Choose the ones that move our timid hearts
Join others’ feelings and light the spark
I remember when I didn’t ask
Nobody could share my golden task
I never asked a friend an open question
Rarely appreciated a suggestion
Making a goog plan, but full of fakes
Every single day the same mistakes
Suddenly understood that in this place
People are the gems that we must embrace

If you wanna go fast go alone
If you wanna go far go together
If you wanna roll your stone
Be courageous, passionate and clever
If you wanna stand out, go alone
If you wanna give help, go together
If you really wanna make what’s next
Take a breath and push, with me, forever

When you’re going to face your next step
Trying every way to bridge the gap
Hang on to your heart that little song
Holding all the myths that you belong to
In your life it’s you the master planner
The engineer, the clerk and the blackfaced miner
Live every chapter of your story
Don’t avoid the pain: no guts, no glory
Carry on and check, in the morning light
What you really learned the previous night
What you did to free yourself from slavery
How you can perform your humble bravery
Doctors will no longer operate alone
A choir needs more than one microphone
The winner of a challenge is the team
Open up your heart and share your dream

If you wanna go fast go alone
If you wanna go far go together
If you wanna roll your stone
Be courageous, passionate and clever
If you wanna stand out, go alone
If you wanna give help, go together
If you really wanna make what’s next
Take a breath and push, with me, forever

Adesso, scrivere
Perché tutto torna lì: quei quattro accordi son solo un pretesto
per scrivere certe cose, e lasciarle lì

Scrivo per chissà quante ragioni, mica solo per divertimento
e ci faccio là sopra ogni volta la mia fatica nera.
E coltivo le mie relazioni bevendo con questo ingegnoso strumento
il sapore di vecchie e di nuove parole tirando di lima dall’alba fin sera.
Scrivo per costruire occasioni raccontare, convincere, vendere,
trasformare fugaci intuizioni in monete concrete da spendere.
Qualche volta la matita rallenta, il pensiero trattiene il linguaggio,
l’ingarbuglio che mi rappresenta richiede pur sempre un bel po’ di coraggio.

E adesso, scrivere, pensando, scrivere
provando a scrivere, cantando, scrivere

Certe volte la pagina bianca, dove tutto e niente ci sta,
mi spaventa e mi tiene sul filo di una maldestra creatività.
Quelle volte respiro più grosso, cambio l’aria di tutto il cervello,
e poi scrivo giù fino all’osso, non m’importa niente che il testo sia bello.
Alla fine mi trovo sul foglio un concetto, una trama, un ricordo,
metto in ordine logico e sbroglio le parti che ancora non vanno d’accordo,
curo il senso, la metrica, il suono, e si scioglie così la paura,
non sarà proprio letteratura ma onesta palestra di quello che sono.

E adesso, scrivere, pensando, scrivere
provando a, scrivere, cantando, scrivere

La ricerca di quella magia, che avvicina il linguaggio alla vita,
forma scritta di quell’energia che fissa l’idea, che non vada fallita.
In politica, in economia, nel commercio e nelle cose di scienza,
poche righe un po’ prima o un po’ dopo san fare anche loro una gran differenza


Sono ancora qui a sperimentare se un rivale che ti fa resistenza
è più facile da coniugare di quel congiuntivo che è senza indulgenza,
se il racconto di fatto importante, che non ha trovato ancora il momento,
può trovare una via stravagante per arrivare a un tuo cambiamento

E adesso, scrivere, pensando, scrivere
provando a, scrivere, cantando, scrivere

Scrivo storie progetti speranze, collego il soggetto coi suoi complementi,
poi monto coi verbi risposte a domande che possano accendere i miei turbamenti
e monto metafore su sillogismi, figure retoriche in libertà
e ritrovo in frenetici parallelismi il valore più antico dell’umanità

E adesso, scrivere, pensando, scrivere
provando a, scrivere, cantando, scrivere

 

  • On 24 Novembre 2016
Tags: Alessandro Lucchini, Palestra della Scrittura
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