Parole appese
di Maddalena Bertello
«Dal cucuzzolo della montagna …»
«Guarda come dondolo, guarda come dondolo!»
«Nel blu dipinto di blu»
o ancora
«Sempre caro mi fu quest’ermo colle…»
Parole (e che parole!) che ci portano in su, a canticchiare, a declamare, in alto.
Già, parole appese. Proprio come quelle che un centinaio di ragazzi hanno scritto mentre erano, per davvero, appesi con corde, imbragature, moschettoni, sulla parete di una palestra di arrampicata.
Come è stato possibile?
– molti ragazzi (un centinaio, o giù di lì)
– una palestra di arrampicata
– istruttori patentati (guide alpine, scalatori di rango)
– corde, imbragatura, moschettoni
– uno che spiega come si scrivono le emozioni (il giusto, per non annoiare)
– un quadernino
– una matita
E’ accaduto domenica 4 novembre in Trentino, a Vezzano.
Nell’ambito del «Mese Montagna» (http://comune.vezzano.tn.it ) ITAS Assicurazioni ha organizzato questo evento cultural-formativo, al quale abbiamo collaborato anche noi, grazie alla presenza di Lorenzo Carpanè (che – fidatevi – se la cava meglio con le parole che con l’arrampicata).
I ragazzi hanno scritto le loro emozioni e ciò che provavano i loro sensi lassù, sulla parete: per imparare a fidarsi di sé e della scrittura. In un’atmosfera tutta particolare, i ragazzi hanno respirato parole e fiducia. Scesi a terra, hanno completato dei brevi testi, che poi manderanno al Premio ITAS del Libro di Montagna, sezione Montagnav[v]entura (www.premioitas.it). Premi? Certo, ma soprattutto la soddisfazione di provare cosa vuol dire scrivere, da lassù. |
Per un giorno (speriamo il primo di una lunga serie) sono stati anche loro “Acrobati di parole”.
- On 8 Novembre 2012