Progettare la scrittura per tollerare l’incertezza
Mettere in ordine per creare spazio
di Gabriella Rinaldi
A fine giornata, quando le penne, i pensieri e i fogli si sono accumulati sulla scrivania, faccio questo esercizio: chiudo, ripongo, addrizzo e impilo. Una sorta di rito per fare mente locale sulla giornata appena trascorsa e sgombrare la mente prima di riposare e ricominciare di nuovo il giorno dopo.
Le persone inclini al disordine non saranno d’accordo: mettere in ordine crea il giusto spazio, fisico e mentale, per qualcosa di nuovo.
“Che noia questa storia!” mi ripeteva un’amica di vecchia data “Nel mio disordine so dove cercare!”, e io lì ogni volta pronta a spiegare punto per punto i motivi per cui ordinato è meglio con annessa dimostrazione di come si fa con gli oggetti sulla sua scrivania.
Mia sorella invece, con l’amore fraterno di chi può dirti tutto quello che pensa, mi ha sempre fatto capire quanto fossi fastidiosa. A volte ho pensato che avesse ragione, per fortuna mi sono ricreduta.
Mettendo da parte amiche, sorelle e ironia, fare ordine nel nostro spazio di vita può essere uno dei modi per imparare a negoziare con il più astratto senso di incertezza che pervade il nostro tempo.
Progettiam…ehm, volevo dire procediamo con ordine.
Quando l’incertezza subentra nella quotidianità, rende i nostri pensieri limitanti perché ci fa vivere in un costante stato di allarme e ansia. Non vediamo il futuro e non si vede neanche tanto bene il presente. Ci abituiamo a pensare che andrà sempre peggio e che puntualmente le nostre aspettative catastrofiche saranno attese, perché la maggior parte delle volte va proprio così: la famosa profezia che si autoavvera.
La situazione è ambigua, instabile, confusa e complessa, mentre la nostra salute mentale viene compromessa. Complice la pandemia, molti hanno scelto di lasciare anche il proprio lavoro o stanno pensando di farlo, come racconta Riccarda Zezza in questo articolo di Alley Oop sul Sole 24 ore.
Come possiamo tollerare l’incertezza se è solo portatrice di scoraggianti pronostici sul futuro?
Scegliendo e progettando, cioè con un metodo.
“Per essere leader, innovatori, occorre essere visionari e saper lavorare con le “profezie” riconoscendo quelle negative (che ci ostacolano) da quelle positive (che influenzano moltissimo le nostre performances)”. Questo emergeva dalle parole di Serenella Panaro che qualche tempo fa raccontava di un’interessante applicazione del Corso Budo & Business per giovani neolaureati all’Università di Trento.
Per dirla con le parole di Calvino, ci sono due modi per non soffrire dell’inferno che abitiamo tutti i giorni:
Il primo riesce facile a molti: accettare l’inferno e diventarne parte fino al punto di non vederlo più. Il secondo è rischioso ed esige attenzione e apprendimento continui: cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all’inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio.
Come si fa quando si mette in ordine e si ritrova, sotto al cumulo di vestiti, qualcosa che consideravamo perso da molto tempo. Osservare, ordinare, fare spazio.
Progetto, composizione, revisione. Pensare, scrivere, correggere.
Sono le 3 fasi del processo di scrittura:
- Pensare (pre-writing): per scoprire le idee, osservarle e farle emergere
- Scrivere (free-writing): per scrivere con flessibilità, senza vincoli grammaticali o di stile, accettando tutto quello che viene fuori
- Correggere (re-writing): per scegliere le parole giuste, per passare dalla quantità alla qualità, creare spazio e guidare le emozioni
Progettare può essere la ricetta per tenere a bada l’incertezza che ci rende emotivamente instabili, continuare a imparare e coltivare quella dose di flessibilità utile a non impantanarsi, a pensare a soluzioni originali. Scrivere quotidianamente, anche poche righe in una sorta di journal, ci porta a scegliere cosa tenere e cosa lasciare andare.
Tra le altre cose che scrivere può insegnarci c’è l’essere pazienti, continuare a pensare con lucidità e non subappaltare i pensieri ai pareri altrui. Scrive lo psicanalista Luigi Zoja:
La nostra mente non è più abituata ad aspettare e tantomeno a pensare con pazienza. Eppure anche i nostri pensieri difficilmente sono istantanei: quelli veri giungono solo dopo qualche attimo, solo dopo averli ‘chiamati’. La mente che interviene in modo istantaneo, dunque, si disabitua a pensare articolatamente.
Calvino parla di attenzione e apprendimento continui, Luciana de Laurentiis di frequentare la discontinuità per migliorare come persona, come professionista e conquistare il futuro.
Futuro Anteriore invece è un libro di Palestra della Scrittura e Change Management è uno dei corsi per gestire il cambiamento attraverso la scrittura.
- On 20 Ottobre 2021