Le buone frequenze di Verdi e dei Pink Floyd
di Elia Perboni
Preparando il corso R&B, Rhythm and business, che si tiene il prossimo 13 dicembre a Sesto San Giovanni, il nostro collega giornalista-batterista Elia Perboni ci introduce al valore del ritmo nella natura, nella musica, nella vita delle persone e delle organizzazioni.
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Capita di leggere notizie curiose sulle pagine dei giornali, solitamente piazzate là, taglio basso o, nel nostro caso, sviluppate in qualche inserto salute e dintorni. Alla fonte spesso c’è lo studio di una lontana università, tendenzialmente americana. Che so, l’università di Madison nel Wisconsin.
Così leggiamo che le mucche e le piante amano Mozart: con quelle melodie producono rispettivamente più latte e più foglie. Accenniamo una smorfia e ci diciamo: «Vabbé… mah… potrebbe anche essere… chissà… andiamo oltre».
E se fosse vero? Ma va là.
Le mucche, gli Iron Maiden e Pitagora
Lo stesso studio dice che non amano, sempre le mucche, ma non sono le sole, Wagner e il jazz. Ma noi, al mattino appena svegli, ci stordiamo con un pezzo degli Iron Maiden? No, scegliamo sempre una colonna sonora in sintonia con il momento, semplicemente accendendo distrattamente la radio e manipolando il tuning.
Così come accade in auto o dal computer con iTunes. Cerchiamo una musica, un suono, un’armonia. Scegliamo, ci districhiamo tra la massiccia offerta che ci piomba addosso. Peccato che quasi tutta la musica che ascoltiamo non sia in sintonia con noi, che le sue frequenze non siano in equilibrio con quelle del nostro corpo. Cosa? E quindi? Cominciamo con l’ascoltare il consiglio di Pitagora: «Esiste un punto in cui l’armonia musicale e quella spirituale convergono». Ah.
432 hertz: la vibrazione dell’universo e del cuore
E siccome musica e matematica vanno di pari passo, ecco un numero: 432 Hz.
Che cos’è? Niente di complicato. È l’accordatura, in LA, per orchestra o gruppo musicale con il diapason intonato a 432 Hz, che sono le vibrazioni, che sono le onde, che sono le frequenze. Quest’accordatura non si usa più da tempo. La maggior parte della produzione musicale dal 1939 vibra su frequenze di accordi a 440 Hz. Come mai? Sono più brillanti ma anche, secondo molti, più aggressivi. Insomma potrebbero far male al nostro corpo. Come?
Temendo che mi pensiate aderente a una setta, lo chiedo al serio pianista e compositore Paolo Fanzaga, che nel suo ultimo album The Way to Nowhere ha specificato, nel retrocopertina, che le registrazioni sono state realizzate a 432 Hz.
«Il corpo umano è codificato per ricevere musica a 432 Hz, perché questa è la vibrazione risuonante con l’universo e con le cellule umane. La musica a 432 Hz parla al cuore, codifica le cellule in maniera armonica e favorisce la nostra salute, grazie alla ricettività a questa frequenza da parte del Dna, che produce così proteine integre per tutto il corpo. È una legge che arriva dalla matematica: 432 è un multiplo della frequenza in cui gira la terra che è 8 Hz. Quindi sono frequenze naturali che possono interagire con l’uomo».
Prosegue Fanzaga, che è anche fondatore e docente dell’Accademia Musicale di Treviglio: «Ogni organo ha una propria frequenza, cuore, polmoni, e il corpo recepisce determinate frequenze meglio di altre. In un gruppo musicale, se non si accorda tutti allo stesso modo, qualcosa non funziona. Se il nostro corpo è costruito come in maggior parte di quello che c’è in natura, significa che è inserito nella frequenza di questi multipli di otto. Se noi siamo bombardati da musica che ha una frequenza sfasata rispetto a quella naturale, certamente non si crea armonia e sintonia dentro di noi. Si sono cominciati a usare gli attuali 440 Hz per le fanfare e le marce militari, da allora è quella la taratura per tutti».
La pensa così solo Paolo Fanzaga? No. I Pink Floyd e Mick Jagger hanno realizzato sperimentazioni e dischi con l’intonazione a 432 Hz. Ma sono dei rocchettari. Che la pensano come Giuseppe Verdi; avete presente quello del “La verdiano” a 432 Hz?
Nel 1881, in una lettera alla Commissione musicale del Governo, Verdi scrisse: «…sarebbe grave, gravissimo errore, adottare, come viene da Roma proposto, un diapason da 450… son d’opinione che l’abbassamento del corista non toglie nulla alla sonorità ed il brio dell’esecuzione, ma dà al contrario qualche cosa di più nobile, di più pieno e maestoso che non potrebbero dare gli strilli di un corista troppo acuto…».
Certo, è tutta una questione di sensazioni, ma i maestri della comunicazione sanno che cos’è il messaggio subliminale. È pane quotidiano nel linguaggio della pubblicità, un’informazione assimilata a livello inconscio. Si usa. Eccome. Probabilmente il mondo musical-sonoro viaggia a 440 Hz per comodità, per adeguarsi ai tempi moderni e ormai per pigrizia. Forse. Ma paradossalmente è proprio la tecnologia ad aiutarci, grazie ai synth si possono modulare le frequenze a accordare come si vuole. Quindi con l’opportunità di scegliere le vibrazioni naturali, proprio come si compra bio.
Questo è linguaggio dell’accordo, rapporto armonico, carezze ed emozioni al nostro corpo. Non ho dubbi: io sto con Giuseppe Verdi e con i Pink Floyd.
Ritmo & Business: a Sesto San Giovanni, il 13 dicembre
Linguaggio dell’accordo che è un’abilità chiave soprattutto in tempi di crisi. Avere senso della misura, saper fare un passo indietro, riallinearsi, cercare la sintonia con gli altri pur nelle nostre diversità, nelle nostre cadenze. Che sono da proteggere.
Come fare? Ascoltando, con un bel respirone, il nostro ritmo naturale che parte dal cuore. In una battuta: seguiamo i nostri battiti. Troviamo gli strumenti pragmatici per governare il ritmo delle nostre emozioni, e lavorare così per il successo di un progetto, di una riunione, di un momento importante della nostra vita, professionale e personale.
Proviamoci, un giorno. Anzi, alleniamoci, a usare il ritmo come chiave di armonia e di benessere.
In Palestra lo facciamo il 13 dicembre, dalle 09,00 alle 17,30, alla Biblioteca di Sesto San Giovanni,
Via Dante 9 al corso R&B, Ritmo & Business.
> scarica il modulo d’iscrizione
> contatta Mara Lombardi > mara.lombardi@palestradellascrittura.it
Telefono: 02 36747940 – 02 36747941 –
Cell: 339 4472607
- On 30 Novembre 2014