Il futuro anteriore del Sindaco
Intervista a Michele Sartori, primo cittadino di Levico Terme (TN)
di Paolo Carmassi
Lo abbiamo conosciuto come direttore di banca. È stato con noi sul tatami, per il Budo. È stato con noi sul palco, a cantare Bob Dylan. Ha impiegato energie e passione nel costruire progetti di crescita per le persone che guidava. In primavera 2014 decide di cambiare, e dedicarsi alla sua città. Corre per diventare sindaco. E vince. Qui racconta, in chiave di narrazione prefigurativa, come è stato. E come sarà.
Perché Futuro anteriore, alla fine, significa dare la propria parola.
Quasi trent’anni di lavoro in banca, molti dei quali da direttore. I più recenti, a capo della più grande banca del Trentino. Poi, sulla via di Damasco, la chiamata alla politica. Com’è stato?
Dopo un periodo di ambientamento, necessario per prendere le misure di una realtà completamente diversa, oggi è piacevole. Sono contento della scelta fatta: l’esperienza amministrativa ti fa confrontare continuamente con il giudizio delle persone.
Più che politica, l’attività del sindaco è di amministrazione pura, e molto concreta: anche se con la politica hai sempre a che fare, perché devi condividere tutto con la coalizione che ti sostiene. Tutte le opposizioni sono liste civiche, quindi ci si confronta in modo molto concreto.
È stato un cambiamento importante, che insegna molte cose, più di altri cambiamenti del passato: ogni giorno, ogni momento, capisci se il tuo lavoro funziona o no, non solo dalla realizzazione di grandi progetti, ma soprattutto dal feeling quotidiano con la gente. Capisci che i tuoi concittadini iniziano a fidarsi di te e a stimarti, e questo dà grande soddisfazione. Molto diverso da quando facevo il dirigente, perché i clienti e i soci qui li hai in casa: è molto più pressante il controllo sociale su quello che fai, e se lo fai bene è anche più gratificante. Ciò che ti viene riconosciuto non è il risultato finanziario o urbanistico, ma è il rapporto con le persone.
Qual è oggi il progetto più importante del sindaco di Levico? E che date ha?
Si basa su tre indirizzi: Levico del futuro, un progetto urbanistico; Levico Green Town, un progetto di eco-sostenibilità ambientale; e Lavoro Lavoro Lavoro, finalizzato appunto a creare opportunità di lavoro per la città.
Il primo di questi tre è il progetto con la P maiuscola. A Levico esistono vari edifici pubblici dismessi: una vecchia fabbrica di tabacco chiusa da 50 anni, a est del centro, il cinema in centro città, e le vecchie scuole costruite alla fine dell’Ottocento. Questi edifici sono da tre legislature nei progetti dei sindaci: ma i finanziamenti sono chiusi, dunque da 15 anni i relativi progetti passano di amministrazione in amministrazione.
La nostra idea è stata questa: siccome questi edifici sono metà di proprietà del Comune e metà della Provincia di Trento, e siamo in un periodo in cui più che costruire ex novo conviene recuperare, abbiamo proposto un accordo alla Provincia: noi le regaliamo la nostra parte di proprietà, loro ristrutturano.
Nell’ex cinema mettiamo tutto il Municipio, la nuova biblioteca, di dimensione doppia rispetto a quella attuale, e una sala pubblica, con forti vantaggi e risparmi per entrambi.
In più, abbattiamo l’ecomostro della fabbrica di tabacco.
La Provincia ha detto sì. Proposta avanzata a maggio 2015, accordo firmato a novembre, a gennaio 2016 parte il concorso di progettazione del Municipio. Nel 2017 avremo iniziato i lavori, e nel 2019 avremo ristrutturato il municipio, abbattuto l’ecomostro e forse ristrutturato le scuole. Facciamo di tutto perché sia così.
“Avremo iniziato-ristrutturato-abbattuto”: parli al futuro anteriore. Concentriamoci ora sul progetto “Levico del futuro”. Perdona la domanda strana: tu come sindaco, o la giunta, o gli amministratori, che cosa potreste fare, dire o pensare, deliberatamente, per farlo fallire?
Molte cose. Primo: costruire un comitato per sostenere che la vecchia fabbrica è un edificio storico, che fa parte della storia della città, e che non può essere demolito ma va ristrutturato. Secondo: dire che il cinema non deve essere costruito nel centro storico, perché non c’è un parcheggio adiacente. Terzo: sostenere che le scuole sono state svendute, perché valevano molto di più. Servono altre idee?
Noto che ne sei attrezzato: sarà lavoro tuo proseguire nell’inventario 🙂
Ora: non è dicembre 2015, siamo già nel 2018. Stanotte è arrivato un mago, e ha fatto una magia. Che cosa vedi, intorno a te, che ti dimostra che il progetto è stato realizzato? cosa te lo dice in modo inequivocabile? cosa senti nel tuo cuore, nell’aria della città, negli umori della gente?
Al di là delle critiche che ogni realizzazione porta con sé, noto reazioni positive. I cittadini apprezzano che abbiamo recuperato questi edifici. La riapertura del cinema è una grande novità. Alla fabbrica del tabacco è cambiato completamente l’aspetto urbano, riportato a visibilità e luce: sono stati creati nuovi spazi, in parte residenziali e in parte commerciali, che hanno valorizzato la parte est di Levico. Sul fronte scuole: un istituto alberghiero che aveva le aule sparse in diversi punti ha ora una sede del tutto nuova. Inoltre, è partita una nuova scuola di alta formazione alberghiera, che gode di convenzioni con grandi alberghi della zona: scuola e lavoro dialogano dunque più da vicino rispetto al passato. E ancora, la ristrutturazione di due grandi scuole: anche lì, un importante recupero urbano e paesaggistico per la nostra città.
Restiamo nella logica del Futuro anteriore: mentre ti godi il risultato, se guardi al percorso compiuto, qual è il problema più importante che hai incontrato, e come lo hai risolto?
Il problema è stato dare valore alle scelte compiute. Quando fai qualcosa di nuovo, è facile che nel mondo intorno a te prevalgano le critiche, ma il valore di queste scelte va protetto e tenuto sempre sotto osservazione. Non si può prescindere dal presente: bisogna tenere la propria voce nelle orecchie della gente. E viceversa: le orecchie sempre tese a raccogliere suggerimenti e critiche. Anche se poi non ce la fai, a realizzare il progetto proprio come avresti voluto, se comunichi e condividi riesci a far apprezzare quello che hai fatto. E quello che hai fatto è proprio la sostanza dell’amministrazione. Riuscire a far riconoscere il percorso amministrativo che c’è dietro è fondamentale.
Stai parlando della comunicazione?
Sì, il valore della comunicazione è fondamentale.
Tra quanto ci risentiamo perché ci racconti com’è andata davvero? 🙂
Sarebbe bello risentirci già tra sei mesi, perché il primo step, ossia far partire il concorso di progettazione, è una fase delicatissima.
Michele: economista, manager, chitarrista e cantante (qualcuno dei nostri amici ti ricorderà in concerto), sportivo, ufficiale degli Alpini, direttore di banca. Oggi sindaco. Domani chissà. Che cosa accomuna tutto questo?
Il filo rosso è il cambiamento. Il cambiamento nella vita è estremamente formativo. Per 19 anni ho lavorato nello stesso ambiente, poi ho iniziato a cambiare. Per scoprire che ci sono una serie di abilità e competenze, apprese in un contesto, che si possono applicare anche in altri campi. E poi c’è una costante, che è la fiducia: le persone sono delle grandi opportunità, è bellissimo voler continuare a cercare cosa ci può essere di buono negli altri.
Cosa ti manca ancora da imparare?
Devo investire di più sicuramente, perché ho sbagliato diverse volte, nella gestione della mia maggioranza: i tuoi consiglieri comunali sono persone che devi curare come un bambino, perché altrimenti perdi delle occasioni di forza. Perché quando ti impegni lì, ottieni dei risultati straordinari: a volte basta un “scusa se non ti ho telefonato ieri, ma voglio che tu sappia per primo questa cosa”, e lì parte un binario di positività.
Per chi volesse sapere di più di questa storia, prima che accada
> il Sindaco di Levico Terme
- On 12 Dicembre 2015