Lezione muta
di Chiara Caselli
5 marzo 2009: esperimento formativo all’Università IULM di Milano.
Una lezione di scrittura fatta come una pagina: solo parole scritte e immagini.
Una palestra per docente e studenti.
Dove si può fare sperimentazione, se non in università? e dove sperimentare nella comunicazione, se non nell’università della comunicazione? e come sperimentare la potenza della scrittura, se non spegnendo il microfono al docente, e facendolo interagire con l’aula solo tramite il suo Mac, in una conversazione scritta, in diretta, con i ragazzi, e con qualche suggestione video?
Questo è successo il 5 marzo scorso all’Università Iulm di Milano, corso di Relazioni pubbliche, durante una strana lezione sulla comunicazione scritta.
Il fatto di essere senza voce è stato solo un pretesto, per Alessandro Lucchini. In realtà c’era la voglia di provare strade nuove, di cambiare punto di vista, anche nella didattica.
Come nello sport: esegui il gesto tecnico fino all’automatismo, se non fino alla perfezione, ma a un certo punto vuoi provare nuove modalità.
Il buon risultato non era scontato. Il rischio era il fischio: gli studenti non sono proprio di bocca buona; esigenti, selettivi, se non colgono subito il vantaggio di una proposta formativa non perdonano; rumoreggiano, disapprovano, o peggio, annoiati, abbandonano l’aula.
Il silenzio di quell’aula in quell’ora e mezza, scandito solo dalle risposte e dai commenti alle provocazioni via via scritte sullo schermo, da qualche sussulto e da qualche risata, è stato la misura del buon risultato.
Si inizia alle 10.30. Io inizio a riprendere tutto ciò che succede, con una telecamera. I ragazzi mi guardano, curiosi. Sanno che sono una di loro (Alessandro mi ha presentato come da poco laureata alla Iulm, e ora in forza alla Palestra della scrittura), ma ancora non capiscono.
D’improvviso, lo schermo comincia a riempirsi di parole, scritte in diretta dal prof: «Bene, oggi il programma era: web writing ed email. Solo che non ho voce, quindi vi propongo una cosa un po’ diversa. Ci state? O preferite che rinviamo la lezione? Ci state, vero?»
Sorrisi e, pur tra sguardi perplessi, segnali di approvazione e di fiducia.
Studenti attenti e interessati. Un susseguirsi di spezzoni video (brani di film e pezzi comici, tutto dal magico YouTube) e di parole scritte sullo schermo, con continui richiami agli argomenti trattati nelle lezioni precedenti, e con nuove proposte di riflessione, in una inedita chat con l’aula che realmente dimostra la magia della parola scritta.
L’esperimento formativo scorre veloce all’insegna della stra-vaganza. Non il solito predicozzo a una via, con il brusio di fondo dall’altra parte, ma una nuova e coinvolgente interazione. Niente appunti presi di corsa: c’era solo da stare attenti e concentrati, e così è stato.
La lezione si conclude con due proposte:
1. scrivere a più mani: Alessandro invita i ragazzi a scrivergli, nei prossimi giorni, rispondendo alla domanda: «Quali idee mi sono venute da quella strana lezione di giovedì 5 marzo 2009?». Qui sotto, alcuni degli scritti pervenuti alla Palestra.
2. nello spirito del web 2.0: la realizzazione di un video da pubblicare su YouTube per ricordare questa strana lezione.
E un invito, ben al di là della lezione: osate cambiare, provate nuove strade anche nella scrittura, con coraggio e passione, per sedurre i lettori e affermare, nella pratica quotidiana, la magia della scrittura.
Scrivere ha le sue leggi della prospettiva, della luce e dell’ombra,
proprio come la pittura, o la musica.
Se sei nato conoscendole, bene. Se no, imparale.
Poi sistema le regole perché facciano al caso tuo.
Truman Capote, 1958
Alcuni commenti inviati dai ragazzi dopo la lezione
Erika Demartis
Ho sempre pensato che il bianco e nero fosse estremamente rivelatore.
Il nero della scrittura denso, fitto che corrompe le pagine candide è l`essenza della rivelazione, anche se spesso ho guardato e visto nel bianco intorno alle parole più senso di quanto ne celasse il resto.
Sentire il silenzio, padrone di un`ora muta è qualcosa di inevitabilmente magico.
C`è della bellezza nell`immediato effetto di una pagina che lentamente o meno si macchia e si macchia di novità.
Ho percepito il suono sottile di un pensiero e l`ho ascoltato, come si ascolta l`impatto violento delle parole di pancia che ho visto scorrere e che mi hanno commossa.
Una commozione degna e propria anche di tutte le parole d`amore.
Oggi, in un giorno qualunque ho capito che la grande verità, la più grande delle verità sta nel parlare e scrivere di tutto come se si parlasse e scrivesse d`amore.
Daniela Fricchione
Egregio e stimatissimo professor Alessandro Lucchini…
Ma no, scherzo le pare che dopo tutto quello che ha detto in aula possa mai cominciare così… no no!
Allora:
Gentile Alessandro…
E no… meglio evitare…
Riproviamo:
Caro Alessandro (cosa ne pensa? a me piace!)
Mi perdoni ma doverle scrivere mi fa salire l`ansia! Sembra tutto lungo, e ho nella testa i suoi: “Dovete essere sintetici, dovete essere chiari e concisi!”. Beh, Prof, io non le do torto, i giri di parole quasi mi infastidiscono, diventano rumore nella mia testa, interrompono la comunicazione e io finisco quasi sempre non capendo nulla…
La comunicazione, anche se tema a me caro, era qualcosa di ostico, impossibile da ottenere attraverso la semplice semplicità… ora so che non è difficile trovare un modo particolare di trasmettere, ma è difficile farlo in maniera semplice, chiara, spostando a volte solamente l`ordine delle parole, in modo che davvero tutti possano sentire e capire ciò che realmente pensi.
Una semplice lezione fatta da frasi scritte su un computer con l`associazione ad alcuni video, molto diversi ma collegati tra loro per l`uso eccellente della linguistica, hanno creato una sorta d`attenzione e di silenzio forse mai avvenuta prima.
Ha suscitato in noi domande, forse anche stupide, ma che ci hanno comunque portato a un ragionamento.
Francesca Riva
Dame e cavalier, l’arme e gli amor, il nostro amore io canto.
my love, forse non sei il ragazzo che una tipa sogna…
non sei il cavaliere dai capelli biondi e gli occhi azzurri che arriva cavalcando il suo bel cavallo bianco e salva la sua bella…
D`altronde io non sono da salvare, non mi piacciono i cavalli e il mio nome non è né Rarperonzolo né Biancaneve.
Non sei Romeo, che ama la bella della famiglia avversa, non vieni sotto il mio balcone struggito da un amore impossibile che trionferà con la morte e resterà solo nei versi di Shakespeare.
ma sei quello che mi ha fatto innamorare, che ha reso possibile la più grande impresa umana: amare.
P.S. ho preso spunto dalla lezione muta: ho cercato di cambiare la prospettiva.
Alessandro Zocca
La lezione muta del professor Lucchini è un esempio originale di come l’insegnamento può essere divertente per gli studenti: vengono naturalmente stimolate la curiosità e l’attenzione, attraverso la scrittura, la proiezione di filmati e l’ascolto di brani audio. Una novità che si trasforma in un diverso momento di studio.
Federica Marcello
Ripenso alla lezione del 5 marzo… e mi chiedo come è possibile che a qualcuno venga in mente un`idea del genere… perfetta… poi per me, totalmente e completamente visiva, l`effetto è stato sorprendente! Ho stampato nella memoria ogni cosa di quella lezione e se ci penso mi viene da sorridere! Sapevo già quanto sia importante la scrittura e quanto la scrittura sia ricca di un potere di seduzione che affascina e coinvolge, sapevo quanto la scrittura sia efficace per trasportarti in mondi paralleli e speciali e per aprire la mente all`immaginazione e a mondi fantastici… ma mai avevo pensato che dietro a comicità e film ci fosse uno studio così particolare della lingua e che certe cose potessero nascere solo grazie alla scrittura, a una sintesi scritta del pensiero, mi riferisco in particolare ai comici di Zelig.
Penso alla lezione del 5 marzo e ancora una volta mi stupisco di fronte alla magia della scrittura, mi soffermo a ricordare i tanti capolavori letti e penso che mai sia stata creata una cosa più favolosa della scrittura, capace di teletrasportarci su un altro pianeta!
Ora cercherò di utilizzare l`emisfero sinistro, per un controllo alla sintassi, ma lascerò il contenuto nato dal lavoro dell`emisfero destro… e chissà magari è irrazionale e confuso, ma è ciò che viene dal cuore.
Veronica Dalla Lana
Il ticchetio della tastiera del computer quasi rimbomba nell`aula silenziosa, attenta, avida di leggere quello che man mano appare sullo schermo. Il silenzio. Quasi impossibile nemmeno pensarlo in un aula come quella. Eppure. Non un fiato, non un commento, non una battuta. Silenzio. Le parole scivolano sullo schermo leggere, veloci, come le foglie trasoprtate dal vento d`autunno. La mia mente è catturata da questo balletto di lettere che mano a mano appaiono. Tutto tace. L`ascolto. Anche se di vero e proprio ascolto non si tratta, ma è come se tutti lo stessimo facendo. Ascoltiamo la scrittura. Ascoltiamo tutto quello che ha da dirci, scoprendo a nostra volta quello che noi possiamo dire a lei. Un`emozione.
Aurora Occa
La lezione dello scorso 5 marzo mi ha colpita e affascinata per molte ragioni: la disponibilità a mettersi in gioco, “osare”, spendere energie per trovare nuove vie adatte a stimolare menti giovani, inesperte ma non per questo meno fertili e desiderose di imparare. Sono esperimenti come questo che mi convincono ogni giorno di più di aver fatto la scelta giusta optando per questo percorso alla Iulm. Vedere i pensieri del professore proiettarsi direttamente sullo schermo luminoso del computer mi ha stimolato a riflettere su quello che ritengo essere un paradosso della società odierna. La maggior parte delle persone oggi considera la scrittura alla stregua di una vecchia guida telefonica: inutile e odorosa di polvere, un cimelio o carta straccia, a seconda dei punti di vista. Non ci si accorge, invece, che ogni immagine che scorre davanti ai nostri occhi, sia essa uno spot pubblicitario o l`ultimo film uscito al cinema, nasconde dietro di sé uno studio accurato, frutto dell`impegno di molte “penne” capaci.
Penso inoltre dopo l`esperienza della lezione muta, per me più assordante che mai, che oggi la migliore e più efficace forma di comunicazione sia data dall`unione fra la parola scritta, come più comunemente viene intesa, e l`immagine, figlia di quest`ultima. Questo linguaggio moderno ha creato un`atmosfera speciale capace di stimolare fantasia e razionalità attraverso una lezione bizzarra e molto magica.
Martina Ferrari
La lezione muta del 5 marzo è stata un`esperienza diversa, innovativa.
L`attenzione generale, così volatile e infedele, è stata tutto il tempo calamitata sullo schermo, sulle battute, sui filmini, con una curiosità di sapere quale sarebbe stato il commento del professore, l`attesa di spezzoni di film divertenti e il piacere di vedere molti sketch o pezzi di film conosciuti e, a giudicare dall`ilarità generale, molto apprezzati.
Cos`è venuto fuori da questo esperimento?
Nel mio caso personale, al di là delle varie tipologie di argomenti esposti e delle spiegazioni, che ci vuole coraggio. Coraggio per avere la possibilità di essere creativi senza vergogna, in modo da esprimere realmente se stessi.
Poi il resto va da sé.
Vanessa Ciccone
Buongiorno prof Lucchini,
mi chiamo Vanessa Ciccone e sono una studentessa del primo anno del corso di laurea Relazioni Pubbliche.
Ho iniziato a lavorare a 14 anni e ho ripreso gli studi quattro anni fa con grande fatica. Pensavo fosse un sogno impossibile ottenere il diploma d’istruzione secondaria, mentre invece sono qui come studentessa universitaria.
Cerco sempre, nei limiti del possibile, di realizzare tutti i miei sogni per poi un domani non rimpiangere mai di aver perso qualche occasione.
Nel 2005 ho perso un caro amico, di 21 anni, in un incidente stradale. Era una persona piena di vita che non si fermava davanti a nessuno ostacolo e per me la sua mancanza è stata un forte stimolo per ricominciare.
Ho raccontato questa mia esperienza non per fare la moralista, ma forse per far riflettere ulteriormente le persone che la leggeranno, che sono ancora in questo mondo e non si accorgono di come anche un sorriso donato spontaneamente può cambiare la giornata alla persona che lo riceve.
- On 17 Ottobre 2012