Italo Calvino, buon compleanno!
3 domande su intelligenza artificiale, scrittura, futuro
di Gabriella Rinaldi e Silvia Sacchelli
In Palestra, con Italo Calvino
Italo Calvino è stato uno dei più grandi autori italiani del XX secolo. Si è distinto per la sua maestria nell’intrecciare la parola scritta con l’immaginazione, creando opere letterarie che sfidano il tempo. La sua profonda passione per la scrittura, l’amore per la lingua e la capacità di raccontare in modo avvincente hanno fatto di lui un punto di riferimento per gli scrittori e le scrittrici di tutto il mondo. Inoltre, a distanza di anni dalla sua scomparsa, le sue opere continuano a ispirare e ad affascinare molte persone.
Chissà quanto si sarebbe divertito a sperimentare e dialogare con le macchine, chissà quali altri racconti e visioni del futuro ci avrebbe regalato.
Cosa penserebbe dell’intelligenza artificiale?
Con che sguardo affronterebbe l’evoluzione della scrittura?
Come immaginerebbe il futuro?
Tanta è la curiosità di sapere cosa penserebbe Italo Calvino del mondo oggi, tanta è la gioia di celebrarlo a cento anni dalla sua nascita, che abbiamo immaginato di fargli tre domande.
Intelligenza artificiale
Calvino, lei è un maestro nel mescolare la fantasia con la realtà. Pensa che l’intelligenza artificiale ci dia la possibilità di ampliare il nostro potenziale creativo o che sia una minaccia?
L’intelligenza artificiale è un’opportunità per esplorare la creatività e il confine tra ciò che è reale e ciò che è immaginato. La vedo come una nuova frontiera per l’esplorazione linguistica. Come scrittore, sono sempre stato affascinato dall’idea di creare macchine capaci di apprendere e combinare contenuti. La nostra mente fa lo stesso: pesca tra le esperienze e i pensieri alla ricerca di un’idea che abbocchi, combinando o scartando una grande quantità di informazioni in breve tempo. L’immaginazione è il software della nostra mente: può generare narrazioni sorprendenti, creare opere d’arte, aprire nuovi orizzonti. Certo, l’intelligenza artificiale può analizzare grandi quantità di dati, ma al tempo stesso dobbiamo essere cauti. Dobbiamo preservare la capacità umana di imparare a memoria, fare di calcolo, scrivere a mano. Assicurarci che lo strumento sia al nostro servizio, non il contrario.
Scrittura
Lei è un riferimento per chiunque si approcci a scrivere, sia che si tratti di scrittura creativa sia che si tratti di scrittura professionale. Quali proposte ha per scrivere bene oggi?
Penso sia importante allenare la capacità di sintesi per dire tanto e non tanto per dire. Scegliere le parole e mettere da parte quell’amore per il dettaglio a vantaggio della comprensione. Fare sintesi per arrivare all’essenziale, non alla brevità.
Un altro elemento è la collaborazione. Chi scrive trae sempre beneficio dai pensieri e dalle conoscenze di altre persone, soprattutto se si discostano dalle proprie. La molteplicità di visioni porta a cercare nuove combinazioni possibili, che solo con la cooperazione diventano realtà.
Il web ha reso democratica e immediata la scrittura, tuttavia da questo derivano grandi responsabilità. Penso quindi anche alla sostenibilità, intesa come la capacità di fare economia di pensiero e linguaggio. Dire sì, tenendo sempre conto che il lavoro di chi scrive si compone di tempi diversi: il tempo dell’intuizione immediata e quello in cui i pensieri si distaccano da ogni contingenza a furia di aggiustamenti pazienti e meticolosi.
Futuro
Nel suo libro “Lezioni Americane”, lei ha delineato sei proposte per il nuovo millennio riguardo alla scrittura. Come immagina oggi il futuro di chi scrive per professione?
Quando ho proposto i “Six Memos for the Next Millennium” il mio intento era offrire una sorta di guida per gli scrittori futuri. Il mondo è cambiato notevolmente dalla stesura di quelle lezioni. Si sono moltiplicate le sfide e le opportunità per chi scrive. Le macchine ampliano e forse migliorano la possibilità di generare testi coerenti e persino creativi. Possono essere estremamente utili come strumenti per assistere chi scrive nel processo creativo con bozze o idee. Vedo la possibilità di creare opere che sfidano le convenzioni e spingono i limiti della narrazione. E questo è un bene, perché la scrittura è un processo in continua evoluzione, si nutre di sguardi nuovi sulle cose del mondo. Tuttavia, è fondamentale che la scrittura conservi la sua profondità e la sua autenticità. Credo che idee come la leggerezza, la rapidità, la visibilità, l’esattezza e la molteplicità possono ancora essere considerate rilevanti. Chi scrive continuerà a essere guardiano della lingua e avrà il compito di conservare la capacità umana di sfruttare il potenziale semantico delle parole e gli effetti del loro accostamento.
Per voi, che avete letto fin qui
Non ce ne vogliate se, in risposta a queste domande, immaginavate di attribuire parole diverse a Italo Calvino, che è stato e resta unico e inimitabile. Quello che avete letto è un esperimento di scrittura svolto con il supporto dell’intelligenza artificiale. Le domande e le risposte dell’intervista sono state ottenute con l’aiuto di Chat GPT e poi con una revisione in due fasi:
- la prima in cui abbiamo puntualizzato le domande perché fossero più realistiche;
- la seconda in cui abbiamo riscritto le risposte perché fossero meno vaghe e più chiare.
Nel nostro lavoro la ricerca occupa uno spazio importante, e per questo ci avviciniamo alle possibilità dell’intelligenza artificiale con molto interesse e curiosità. Sperimentiamo tenendo sempre a mente il valore del linguaggio umano e della relazione tra le persone; crediamo nel confronto, tra persone e persone e anche tra persone e strumenti a intelligenza artificiale. Pur consapevoli che le macchine sono e restano tali (almeno per il momento), lavorare con la lingua ci porta a navigare felicemente nel cambiamento e a voler sperimentare, nel nostro piccolo, cosa significa scrivere il futuro.
- On 13 Ottobre 2023