
Una giornata in memoria del futuro
Perché se il passato resiste, il futuro esiste
di Gabriella Rinaldi
La potenza delle storie è che restano vive nella memoria. E il ricordo, anche se sbiadito, rimane stampato dentro, come una fotografia.
Le storie, quando ci colpiscono, diventano casa. Ci torniamo per riascoltarle e riavvolgere il nastro per l’ennesima volta, anche se certe scene sono commoventi da fare male. E casa sono le radici, cioè quel luogo di cui non puoi fare a meno perché, nonostante tutte le storture dalle quali hai promesso di volerti emancipare, senza un passato non saresti ora e non potresti essere domani.
La tigre di Noto
A proposito di storie, di casa e di futuro, ce n’è una che mi è tornata in mente in occasione della Giornata della memoria: “La trigre di Noto”
Anna Maria Ciccone è una bambina, poi ragazza e donna nata a Noto, in Sicilia, nel 1891 con un piccolo difetto di strabismo. Anche la sua famiglia è difettosa, a partire dal rapporto con sua madre dalla quale cerca di allontanarsi il prima possibile.
Il suo strabismo si trasforma ben presto in una risorsa strabiliante con cui indagare le traiettorie della luce e le sue intermittenze nell’universo. Inizia a studiare fisica e interrompe i rapporti con la sua famiglia sgangherata, trasferendosi a Pisa poco prima della Grande Guerra. Unica donna del suo corso, diventa insegnante alla Normale, studiando per una vita intera la spettrometria.
Anna Maria Ciccone, meglio conosciuta come “La tigre di Noto”, si trova ad affrontare anche la Seconda Guerra Mondiale e riesce a salvare, nel 1944, i testi ebraici della biblioteca dell’università di Pisa dai nazisti, consapevole che tutelare il patrimonio culturale di un popolo significa salvaguardarne la sopravvivenza:
“(…) I libri li recuperammo tutti nell’autunno del 1944 e ci sembrò di riesumare un tesoro. Era una mattina brillante, l’aria tornava a farsi rarefatta, senza fumi di incendio o puzzo di spari. I tedeschi avevano lasciato Pisa il 2 settembre. Era stata una festa. I pisani erano scesi in strada urlando di gioia, all’inizio timidamente, poi sempre più tumultuosi e commossi. Nessuno era più all’angolo a fustigare un movimento, nessuno ti sparava a vista, nessuno ti puntava. Era finita. (…)”.
Quello di Anna Maria Ciccone è il racconto vero di una geniale, tenace, fisica e matematica che nel buio delle vicende della vita e dell’universo, trova un bagliore di luce nella conoscenza e nel sapere. Per dirla con Goethe: è proprio quando le ombre sono più nere che riusciamo a scoprire il potere della luce.
In memoria del futuro
Le storie, come il romanzo de “La Tigre di Noto” non sono mai solo storie. Nel racconto c’è sempre il tentativo di appropriarsi di qualcosa per ammetterlo allo sguardo presente e futuro di chi scrive e di chi legge.
E a proposito di futuro, le neuroscienze hanno studiato le strutture neurali coinvolte nel ricordare e nel prevedere eventi che si verificheranno. Da questi studi, pubblicati su un numero speciale del British Journal of Clinical Psychology, è emerso che per pensare al futuro ci affidiamo sempre alle nostre memorie del passato. Così immaginiamo cosa succederà domani a partire dalle immagini mentali di ciò che è successo ieri, l’altro ieri e così via.
I ricordi sono le uniche risorse che abbiamo per immaginare il futuro, che non è altro che una proiezione del passato. In pratica siamo in grado di pensare a ciò che sarà solo quando siamo in grado di ricordare ciò che è stato. Le due cose non sono mai disgiunte.
Le storie, quindi, sono viaggi nel tempo che ci permettono di elaborare il passato, di vivere il presente e proiettarci nel futuro.
Il timore è che una giornata come quella del 27 gennaio resti un racconto tra le righe di un libro, che non faccia più viaggiare nel tempo – pur doloroso com’è – e che non resti viva perché non appartiene più ai ricordi di chi la ascolta.
Continuiamo a raccontarla in segno di giustizia, per dare voce a chi è stato annientato dall’ambiguità della storia. Continuiamo a compiere questo atto di omaggio ogni anno, come un rito sacro per onorare la memoria delle persone che questa storia, purtroppo, l’hanno fatta e per ammetterle di nuovo alla dimensione dello sguardo.
Se il passato resiste nella nostra memoria, il futuro esiste.
- On 31 Gennaio 2023